Recall, il Taranto conquista la salvezza
Uno zero a zero diverso da quelli ai quali ci avevano abituati i rossoblu in questa stagione. Ovvero un pareggio non figlio della sterilità offensiva, l’ultima partita contro il Messina allo stadio “Erasmo Iacovone”, ma del comportamento sprecone di chi ha preso tre legni nella prima frazione di gioco, e collezionato occasioni da goal – tra i più attivi, Christian Tommasini. A fine incontro si è passati dall’euforia alla delusione. Perché i risultati dagli altri campi sembravano essere favorevoli, utili ad andare agli spareggi per la promozione. Così si è perso il contatto con la realtà: non dimentichiamo che i playoff rappresentavano non un obiettivo ma un sogno. Gli uomini allenati da Eziolino Capuano hanno conquistato la salvezza, alla fine della terzultima giornata della serie C – girone C. E non gli si poteva chiedere di più. La fortuna, poi, non ha assistito stavolta gli ionici, nemmeno quando il Taranto è andato in superiorità numerica per l’espulsione di Christian Celesia per doppia ammonizione.
La salvezza può bastare, per ora
Se nel dopogara il tecnico campano aveva palesato tutta la propria amarezza, perché nei playoff ci credeva davvero (“non so dare una risposta, sono un uomo distrutto, ora”), a settantadue ore dal match è tempo di pensare già al futuro. La salvezza non può che essere un traguardo volante, intermedio, nella corsa a tappe interna al mondo del pallone, dalle categorie minori alla massima serie. Il Taranto di questa stagione ha realizzato solo 26 reti (ha fatto peggio solo la Gelbison, che ha chiuso al terz’ultimo posto il girone) e collezionato più pareggi e sconfitte che vittorie. Sono numeri con i quali non si può ambire alla promozione. Per fare il salto di categoria, l’anno prossimo, si dovrà attrezzare al meglio l’organico.
L’acquisto migliore
Ripartire da mister Capuano e dal diesse Evangelisti potrebbe essere un’ipotesi che piace a una parte della tifoseria. Certamente, domenica scorsa, i 4mila spettatori che hanno riempito gli spalti dello Iacovone per l’ultima partita stagionale hanno rinsaldato il legame tra la squadra e la tifoseria. Resta la frattura con il presidente Giove. Una ferita da rimarginare, a beneficio del rendimento nel calcio giocato: il pubblico è sempre il dodicesimo uomo in campo. Rivogliamo la Curva Nord piena e il tifo organizzato. Quando poi nascerà il nuovo stadio (i lavori, se va bene, partiranno nei primi mesi del 2024), ci dovranno essere ben altri obiettivi da traguardare. Ambizioni maggiori.
L’ultimo match allo Iacovone, Taranto-Messina, nel racconto fotografico di Peppe Leva