La peregrinatio del simulacro di San Cataldo a San Marzano
Una bella idea, che contribuisce a far conoscere un culto forse finora colpevolmente relegato alla solo città. Eppure san Cataldo è patrono di tutta la diocesi ionica. La prima tappa della peregrinatio della statua di San Cataldo nei tre centri dell’arcidiocesi, si è svolta a san Marzano. L’accoglienza del simulacro e delle sue reliquie è avvenuta alle ore 18 in piazza Madonna delle Grazie; da lì si è mossa la processione verso la chiesa di San Carlo Borromeo dove, alle 19.00, l’arcivescovo mons. Filippo Santoro ha presieduto la celebrazione eucaristica.
Al termine, il corteo con il simulacro argenteo si è diretto in piazza Caduti di Nassirya per il saluto della comunità. Don Cosimo Rodia è parroco a san Marzano. Qui una sola parrocchia assolve alle esigenze di una comunità di diecimila persone. Una comunità che il 3 maggio scorso si è sentita “coccolata” dalla presenza dell’arcivescovo e del santo irlandese. “C’è stata grande sorpresa da parte mia quando nel giorno di pasquetta mi hanno comunicato di questa bella iniziativa. Mi ha colpito soprattutto che mons. Santoro volesse che la statua si mettesse in cammino fino alla nostra periferia, così come vuole il Papa. Una felice intuizione che ha entusiasmato la comunità. D’altronde è la prima volta nella storia. Sono state addobbate le piazze, le statue. Un momento di festa per conoscere la missione, la vita di san Cataldo, con la confraternita omonima e la banda. Ne ho approfittato per dare mandato ai catechisti di tornare con i bambini sulla storia del santo ed io ho fatto lo stesso anche con i ragazzi delle medie, dove insegno. San Cataldo mi ha sempre affascinato per la sua vicenda umana e spirituale. C’erano tanti bambini ieri ad accoglierlo. L’aspetto più bello è l’attenzione del pastore a tutto il suo gregge, soprattutto a chi è fisicamente più lontano. Questa venuta ci ha fatto sentire oggetto di attenzione. Ieri a pelle, sia quando la statua è entrata che quando è uscita dalla chiesa madre, ho avuto la sensazione che lui fosse il patrono anche di questa nostra parrocchia, d’altronde è grazie a lui se dopo sette secoli Taranto e la sua provincia sono tornate alla fede cristiana e sono felice che in questa occasione tanta gente abbia riscoperto la figura di san Cataldo”. L’arcivescovo Santoro ha consegnato al sindaco di san Marzano, a don Cosimo Rodia e ai due sacerdoti vicari zonali, don Antonio Quaranta e don Giuseppe D’Alessandro “e a tutti i sacerdoti ha donato il proprio della santa Messa – ha spiegato don Cosimo Rodia- rinnovata per l’occasione e l’ufficio divino di san Cataldo, in modo che tutti possano avere gli strumenti liturgici per celebrare la festa in queste giornate”. Un bel momento di condivisione spirituale e devozionale anche per don Antonio Quaranta, vicario di Pulsano. “Noi avevamo una nostra rappresentanza, la gente che ha partecipato era soprattutto di san Marzano e il tempo che si è aggiustato all’ultimo non ha aiutato i pulsanesi a decidere di venire. Chi c’era però mi ha detto di averlo trovato molto significativo e di essersi sentito coinvolto. Noi paesi o realtà più periferiche facciamo fatica a sentire vicine talvolta le iniziative diocesane, soprattutto se coinvolgono san Cataldo, che viene considerato patrono di Taranto più che dell’intera diocesi. Ho elogiato don Emanuele Ferro, parroco della Cattedrale, per aver portato qui il simulacro. Un’idea bella e originale, quella dell’arcivescovo. Abbiamo vissuto un momento storico e forse si è aspettato pure troppo. Di pelegrinatio ce ne sono tante in giro e questo primo tentativo è da appoggiare e promuovere per il futuro. Poi mi rendo conto anche che c’è bisogno di tante disponibilità per organizzare e portare in giro la statua e le reliquie ma noi ci terremmo davvero che si continuasse, anche per il bel momento di condivisione vissuto con il vescovo e con i sacerdoti”.