A Trieste, sino a sabato 13, il Festival Sabir su “Libertà di movimento”
Sabato, la conclusione con la ‘Marcia contro i muri e per l’accoglienza’ al confine italo-sloveno
Si è aperta stamane, a Trieste, la nona edizione del Festival Sabir che proseguirà fino a sabato 13 maggio. Evento diffuso e spazio di riflessione sulle culture mediterranee nei luoghi simbolo dell’Europa, quest’anno avrà come titolo “Libertà di movimento” e sarà dedicato ad Omar Neffati, portavoce del Movimento Italiani senza cittadinanza, scomparso prematuramente nel gennaio scorso. Il Festival, promosso da Arci insieme a Caritas Italiana, Acli e Cgil, con la collaborazione di Asgi e Carta di Roma, con il patrocinio di Rai per la Sostenibilità, la media partnership della Rai e del quotidiano Primorski dnevnik, sarà anche quest’anno un’occasione per affrontare le tematiche della solidarietà e dei diritti umani, per riflettere su alternative possibili e pratiche innovative offrendosi come spazio di riflessione, dialogo e testimonianza.
“È la prima volta che il Festival Sabir approda in una città di frontiera come Trieste”, ha affermato Filippo Miraglia, responsabile immigrazione, asilo e antirazzismo di Arci nazionale, durante la conferenza stampa svoltasi oggi. “Come sempre – ha aggiunto – partiremo dai dati reali per analizzare molte tematiche legate all’immigrazione, dando voce ai protagonisti, agli operatori e alle operatrici che se ne occupano quotidianamente”. “Trieste – ha osservato Gianfranco Schiavone, componente dell’Asgi – è una città che vive in maniera più acuta le contraddizioni del momento: qui nacque lo Sprar come sperimentazione, c’è una lunga tradizione di inclusione e accoglienza diffusa, ma allo stesso tempo è la città delle forzature estreme e della violazione delle norme. Il tentativo caparbio di riprendere le riammissioni illegali, tutte respinte dalla Slovenia, di persone in cerca di protezione internazionale e i provvedimenti di espulsione dall’Italia, ineseguibile secondo il diritto internazionale, di persone prevalentemente afgane e libiche testimoniano un impulso all’illegalità delle istituzioni cittadine irrefrenabile”. Per Michele Piga, segretario generale della Cgil di Trieste, “questo Festival rappresenta un’alleanza strategica per il sindacato con il Terzo settore: la difesa dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici passa anche dalla difesa dei diritti umani in generale. Sabir servirà per riannodare i fili e le relazioni sul territorio triestino in materia di accoglienza diffusa, già sperimentata con successo su tutto il territorio”.
Antonio Russo, vicepresidente Acli e portavoce nazionale di Alleanza contro le povertà, ha evidenziato che “la nostra iniziativa è ricca di riflessioni politiche e soprattutto luogo di incontro di culture. Trieste ci permette di aprire una riflessione più approfondita sui Balcani. Auspichiamo che la città accolga positivamente questa opportunità e partecipi attivamente alle decine di appuntamenti previsti”. “In questi tre giorni ci potremo confrontare su questioni politiche rilevanti in tema di immigrazione: i corridoi umanitari, il sistema di accoglienza, la gestione delle frontiere”, ha sottolineato Oliviero Forti, responsabile Politiche migratorie e Protezione internazionale di Caritas Italiana, aggiungendo che “dare spazio alla cultura è da sempre un aspetto fondamentale del Festival Sabir.
Mostre, concerti, film, documentari: tanti gli eventi previsti”. Chiuderà la nona edizione del Festival la Marcia contro i muri e per l’accoglienza: “Attraverseremo simbolicamente la frontiera tra Slovenia e Italia a nome di chi non ci sta a costruire un’Europa circondata da muri, ma lavora per un’Europa aperta, solidale e accogliente”, ha annunciato Miraglia.