Emilia Romagna: ancora allerta rossa ma la solidarietà non si ferma
Quindici morti, oltre 36mila sfollati e più di 500 strade chiuse dalle esondazioni: continua la conta dei danni in tutta l’Emilia Romagna dove ieri è arrivata, direttamente dal G7 di Hiroshima, la premier Giorgia Meloni.
L’acqua lentamente si ritira dai centri più colpiti come Faenza, Forlì, Cesena mentre resta a Ravenna e dintorni. Per il momento pare scongiurato il pericolo di allagamento dei tesori dell’arte bizantina patrimonio Unesco. Ma l’attenzione resta alta.
Nelle zone colpite “Romagna mia” risuona negli altoparlanti dei ragazzi arrivati per spalare il fango. “Il governo c’è. È stata una tragedia ma può essere un’occasione per rinascere più forti, difficile fare stime ma andranno mobilitate molte risorse”, ha affermato la premier da Ravenna. “Il lavoro nostro è garantire risposte immediate – ha aggiunto -. C’è un Consiglio di ministri convocato per martedì per ottimizzare i provvedimenti. Ho incontrato tanti giovani, molti giovanissimi, venuti qui per dare una mano. l’Italia tira fuori il suo meglio in queste situazioni”, ha detto il presidente del Consiglio dei Ministri.
Allerta rossa
La gente non si è arresa e continua a spalare nonostante, anche oggi, 22 maggio, l’allerta rossa sia stata diramata dalla Protezione Civile (Dpc) nella Regione per frane e piene dei fiumi e corsi minori. “Il codice colore rosso sul bolognese e sulla Romagna – spiegano dal Dpc – è connesso alle gravi criticità idrogeologiche e idrauliche già presenti sul territorio e originate dagli eventi dei giorni scorsi”. Per oggi sono previste deboli piogge sparse localmente anche a carattere di rovescio sulle aree appenniniche durante le ore centrali della giornata. “Non si prevedono – aggiunge la Protezione civile – significativi incrementi dei livelli idrometrici, tuttavia le residue piogge osservate e previste determineranno un rallentamento dell’esaurimento delle piene su tutti corsi d’acqua della regione. Nelle zone montane-collinari centro-orientali della regione permangono condizioni di vulnerabilità con possibilità di frane nei versanti idrogeologicamente più fragili. In particolare nelle aree collinari della Romagna e dell’Appennino bolognese, persistono condizioni favorevoli allo sviluppo e all’evoluzione di frane già attivatesi nei giorni scorsi”.
Sfollati in calo
Cala di 10mila unità il numero delle persone che, in Emilia-Romagna, hanno dovuto lasciare la propria casa a causa dell’alluvione: ieri erano 26.324, la maggior parte, 19.500, nel ravennate, poi 4.918 in provincia di Forlì-Cesena e 1.906 nel bolognese. Lo rende noto la Regione. Gli interventi di assistenza alla popolazione proseguono 24 ore su 24, grazie a tutte le forze in campo; 5.370 (di cui circa 4mila nel ravennate, 734 nel bolognese, 632 nel forlivese-cesenate e 4 nel riminese) sono accolti in albergo e nelle strutture allestite dai Comuni: scuole, palazzetti e palestre; le altre hanno trovato sistemazioni alternative (seconde case, amici e parenti). Restano 43 i Comuni coinvolti dagli allagamenti e, sul versante del dissesto idrogeologico, risultano attive circa 305 le frane concentrate in 54 comuni. Tutte le squadre di rilevatori (soprattutto nel ravennate e in provincia di Forlì-Cesena) sono in campo per ulteriori aggiornamenti, anche con i droni laddove le strade non sono più percorribili. Sono 622 le strade chiuse, di cui 225 chiuse parzialmente e 397 totalmente in Emilia-Romagna a causa delle frane e delle inondazioni. Sono 236 a Bologna, 201 in provincia di Forlì-Cesena, 139 nella provincia di Ravenna e 46 nel Riminese. In provincia di Forlì-Cesena si contano attualmente 127 frane attive, molte delle quali isolano completamente frazioni ed abitazioni dei comuni collinari e montani e che hanno interrotto l’erogazione di acqua ed energia elettrica. È quanto segnalano i Vigili del fuoco di Forlì che hanno messo in campo 7 squadre del Gruppo operativo speciale, con specialisti di macchine movimento terra provenienti da tutta Italia, che stanno lavorando per aprire le strade e creare passaggi dove non esistono più a causa del maltempo.
Vertice al ministero Cultura
Domenica 21 maggio, al Ministero della cultura si è tenuto un vertice operativo dei direttori generali del dicastero, dedicato all’emergenza maltempo in Emilia Romagna, promosso dal ministro Gennaro Sangiuliano, alla presenza del Sottosegretario Lucia Borgonzoni e del Generale di Brigata Vincenzo Molinese, comandante dei Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale. In collegamento da remoto, tra gli altri, sono intervenuti i soprintendenti dell’Emilia Romagna e l’Assessore regionale alla cultura, Mauro Felicori. “Ora è il momento di occuparsi delle persone, di esprimere cordoglio per le vittime e assistere fattivamente chi ha perso la casa. Tuttavia, i funzionari del Ministero sul territorio ci segnalano danni ingenti al patrimonio artistico e culturale. In alcuni casi estremamente gravi come al teatro di Lugo, a Faenza e Forlì. Ci sono, poi, gli archivi e le biblioteche dove l’acqua minaccia l’integrità delle raccolte. Inoltre, tramite la Direzione generale Spettacolo stiamo verificando le esigenze e le problematicità delle realtà del settore. Fatta una prima generica stima dei danni, concerteremo un piano di interventi”, ha dichiarato Sangiuliano. Domani sono programmati i primi interventi. A Ravenna la basilica di san Vitale è stata protetta con sacchi di sabbia per evitare danni ai mosaici.
Solidarietà continua
Non si ferma nemmeno la macchina della solidarietà. Si sono sposati sabato a Bertinoro e già ieri spalavano fango: sono Laura e Marco che hanno voluto iniziare il loro viaggio di nozze all’insegna della solidarietà. Intanto nelle zone di Cesena più colpite dalle inondazioni sono arrivati i ministri straordinari per l’Eucaristia, come riporta il Corriere Cesenate, il settimanale della diocesi di Cesena-Sarsina. Accompagnati da giovani con l’ombrello come segno visivo, i ministri dell’Eucarestia girano per le strade e propongono ad abitanti e a volontari di fare la Comunione. Sono stati accolti, si legge nel report pubblicato sulla edizione on line (www.corrierecesenate.it) “con cordialità. Alcuni un poco stupiti, i più hanno cortesemente rifiutato. Una persona sola si è innervosita, invitandoci a prendere in mano il badile…”. Le pissidi ritornano più piene che vuote, ma non sono i numeri a dare significato al gesto. “Come in ospedale, i ministri sono andati anziché in ogni corsia, in ogni via. Una distribuzione capillare – dice il parroco di San Rocco don Paolo Pasolini -. Non l’hanno fatta in tanti, ma non c’è problema: Gesù ci ha mandato a tutto il mondo ad annunciare il Vangelo. Interessa a tutti? No, ma è quello che dobbiamo fare: portare il Pane, Gesù. Anche questo, forse più di quello che stiamo offrendo in parrocchia con i pasti, è urgente”.
Nella parrocchia di Budrio di Longiano, guidata dal parroco don Filippo Cappelli, tantissime famiglie si sono organizzate per preparare centinaia di pasti da donare a Cesena. Nelle zone interne della provincia di Forlì-Cesena si amplia la mappa delle frane: a Mercato Saraceno, si legge sul Corriere Cesenate, nessuno ricorda, “a memoria d’uomo”, un evento paragonabile, per vastità e per numero degli smottamenti. Il report parla di paesaggio lunare e di melma. Voragini causate da costoni che si sono rovesciati verso valle. L’ampiezza delle singole frane e la loro frequenza offrono lo spettacolo tipico del bombardamento o quello del terremoto. Non sembra possa essere dovuto alle piogge battenti. In una azienda agricola vengono accudite 35 mucche, la stalla è “a non più di due-tre metri” da uno smottamento che ha portato con sé del materiale, ma non ha creato altri danni. Dall’azienda viene allestito un banco per la distruzione dei viveri che i volontari portano fin quassù a chi è isolato da mercoledì mattina.
Nella scuola “Don Milani”, a Cesena, sono disponibili diversi beni necessari a chi ha subito danni e a chi vive in difficoltà a seguito degli ultimi eventi. Medicine, cibo per animali, passeggini, seggiolini per bambini, generi alimentari, detergenti e attrezzature da lavoro. Anche la Chiesa di Ravenna-Cervia, riferisce il settimanale diocesano Risveglio2000 (https://risveglioduemila.it/), scende in campo per aiutare le persone evacuate a causa dell’emergenza maltempo. Mentre prosegue la raccolta vestiti, la Caritas diocesana ha promosso una colletta per aiutare le persone evacuate a causa dell’emergenza maltempo. Prosegue la raccolta vestiti della Caritas per le persone accolte nell’hub di protezione civile della scuola di san Pietro in Campiano, è stata avviata anche una raccolta fondi straordinaria per l’emergenza alluvione dalla Caritas diocesana.