Sonno, la singolare scoperta: dormire con la finestra chiusa giova al colesterolo
Meglio fare un bagno di sudore che avere guai più seri in corpo. Se avete l’abitudine di lasciare aperte le finestre, magari per avere un po’ di refrigerio durante la stagione estiva, per favorire il sonno della notte, sappiate che non è una buona idea: lo stress al quale l’organismo è sottoposto risulta essere maggiore di quanto ce ne possa essere in chi tiene la finestra chiusa. E peraltro, in questo modo, non permette l’ingresso di polveri e inquinamento. Che sono altrettanto dannosi. Dormire con la finestra chiusa di notte previene l’aumento nel sangue del livello del colesterolo. La spiegazione: nella stanza in cui si dorme c’è meno rumore. E la finestra chiusa aiuta a ridurre al minimo la quantità di sostanze irritanti. Contrariamente a quanto si possa pensare, il cervello è sempre attivo, anche durante il sonno, particolarmente sensibile ai rumori che causano un forte stress.
Finestra aperta o chiusa, le ricadute sulla qualità del sonno
L’organismo, in quelle condizioni, produce cortisolo e altri ormoni che possono portare ad un aumento della pressione sanguigna e del colesterolo. Diversamente le persone che tengono chiuse le finestre di notte sono meno stressate. Questa è la conclusione di uno studio condotto dai ricercatori della Johannes Gutenberg University in Germania. Va da sé che le conseguenze negative dei rumori riguardano soprattutto gli abitanti delle città più rumorose, laddove gli schiamazzi provenienti dai centri di aggregazione rappresentano un fattore di rischio per la salute. Con la finestra chiusa, dovrebbe essere più semplice cercare di ottenere il silenzio. A meno di rumori interni provenienti dai vicini o dalle persone che condividono il nostro appartamento.
Le cattive abitudini
La qualità del sonno notturno incide sulle attività del giorno. È risaputo che dormire poco o male non faccia bene alla salute; e se è vero che è soggettivo il fabbisogno, sono davvero poche le persone al mondo che possono permettersi poche ore di riposo. Tutti sono tenuti a favorire il sonno. Come? In primis, “spegnendo il cervello” prima di andare a dormire, qualche ora prima. Ovvero dedicandosi alle attività meno impegnative. L’errore più comune è quello di continuare ad usare i dispositivi elettronici. I danni sono accertati, tanto che si parla di insonnia da smartphone: oltre a peggiore la qualità del sonno, il cellulare, soprattutto se usato oltre di sessanta minuti, può provocare mal di testa e spossatezza. O persino ansia e vertigini. Quanto al televisore, va bene guardarlo in una stanza attigua alla camera da letto. Non in quest’ultima. La causa risiede sempre nel cervello che, con la luce accesa, tende a restare sempre sveglio. Ovvero in allerta.
Dormire di giorno
Con la finestra chiusa o aperta, fa bene la cosiddetta pennica? Pare di no. Infatti, gli esperti dell’ospedale Juan Ramon Jimenez hanno scoperto che dormire più di 30 minuti al giorno raddoppia il rischio di aritmia. Che tuttavia si riduce di oltre il 42 per cento nel caso di un vero riposino. Ovvero per le persone che dormono meno di quindici minuti durante il giorno. Insomma, non bisogna mettere la sveglia, ma appisolarsi solo quando se ne avverte il bisogno. E per il tempo che serve.