Hic et Nunc

Il lavoro perde dignità e persino i morti sul lavoro sono “svalutati” per decreto

21 Giu 2023

di Silvano Trevisani

Gli incidenti mortali sul lavoro stanno crescendo drammaticamente. Nel 2022 sono stati 1090, di cui 74 solo in Puglia, ma quest’anno sono in forte aumento, con una media ben superiore ai tre al giorno dello scorso anno. Ma di fronte a questa drammatica situazione, il governo, attraverso il ministero del Lavoro, ha pensato bene di tagliare, quasi dimezzare, le somme erogate alle famiglie che hanno subito una tragedia. Può sembrare un paradosso ma è la pura realtà: il ministro per il Lavoro, Marina Calderone ha emanato un decreto ministeriale, il n. 75/2023, che dimezza la somma complessiva stanziata per il Fondo di sostegno per le famiglie delle vittime sul lavoro. Queste passano da 9,8 milioni di euro del 2022 a 5,5 milioni per il 2023. Naturalmente si dimezzano anche le somme erogate alle famiglia che, per lo scorso anno, andavano da un minimo di 6mila euro nel caso ci fosse un solo superstite, a ben 22.400, somma massima, in caso di nucleo con più di tre superstiti.

Per il 2023, invece, si va da un minimo di 4mila euro per un solo superstite a un massimo di 14.000 per più di tre superstiti. Più o meno la metà.

Una decisione paradossale

Che si tratti di una decisione paradossale, in presenza non solo di un aumento degli infortuni mortali, ma anche del deciso aumento del costo della vita che dimezza due volte la somma da erogare, è evidente. C’è di più. Nel testo del decreto viene premesso che “occorre provvedere alla determinazione, per l’esercizio finanziario 2023, dell’importo delle prestazioni del Fondo in relazione alle risorse disponibili e alla numerosità degli aventi diritto per ciascun evento”.

Ma nonostante si abbia la piena consapevolezza della numerosità degli aventi diritto, diretta conseguenza di un vertiginoso aumento degli infortuni mortali, la somma stanziata viene dimezzata.

Una decisione che si giudica da sé e non necessita di ulteriori commenti, anche se commenti ce ne sono stati, e non poteva essere diversamente. Ma noi ci asteniamo dal dare spazio ai commenti esterni, politici e non, limitandoci a osservare che se “l’albero si riconosce dai frutti”, come recita il Vangelo, i frutti, in questo caso, costituiscono la chiara smentita delle parole che, a ogni drammatico evento, vengono spese insieme ad astratti impegni per il futuro.

Il governo sotto in commissione

La verità è che il lavoro sta perdendo, giorno per giorno, la sua dignità e soprattutto sono i più fragili e poveri a pagarne le conseguenze. Lo dimostra l’ennesimo incidente, appena avvenuto il Parlamento. La commissione Lavoro ha bocciato gli emendamenti di FdI sul “loro” decreto Lavoro che, notoriamente, aumenta la precarietà e la povertà. Mentre la presidente del Consiglio dichiara di volere “un fisco alleato con chi fa impresa”, ma non certo con chi lavora. Finora, tutti i provvedimenti del governo sono andati a favore delle classi più agiate e dei ricchi compreso il taglio, in queste ore, della Tobin tax, ovvero l’aliquota per la tassazione delle transazioni finanziarie.

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