Elogio del Var, quando i risultati non ci danno ragione

Avete mai visto una partita del Taranto calcio con gli strumenti della tecnologia in campo? No. In serie C, non c’è Var né goal line technology. In questa stagione nessuno se n’è lamentato. Ma non si sono visti nemmeno errori clamorosi, come quelli che hanno portato alla sconfitta la nazionale italiana Under 21, contro la Francia, nella partita inaugurale dell’Europeo organizzato da Romania e Georgia – almeno un rigore e un goal negato agli azzurrini. La questione allora è emersa sollevando un polverone esauritosi solo in parte.
Var, la marcia indietro dell’Uefa
Nessuna novità nella fase a gironi. Ma a partire dai quarti, l’Uefa introdurrà il Var. La decisione è arrivata il giorno dopo il grave danno inflitto dal direttore di gara, l’olandese Allard Lindhout, sui calciatori allenati da Paolo Nicolato. Un’azione comunque tardiva. Perché la tecnologia, a lungo invocata, è diventata uno strumento imprescindibile sui campi di gioco, da assicurare in competizioni importanti. La stessa può prevenire ingiustizie ovvero non falsare l’esito delle partite giocate. Gli amanti del calcio romantico direbbero che sono belli anche gli errori… Pensiamo al goal di mano realizzato contro l’Inghilterra da Diego Armando Maradona (1960-2020). Era la ‘Mano de Dios’, diceva il Pibe de Oro. Mettiamo che sia stato un bene: la legge della compensazione, allora, quando il Var non esisteva, faceva sì che la squadra penalizzata dagli errori potesse essere poi risarcita in qualche modo. Ovvero che la fortuna girasse a proprio favore. Ciò accade in un campionato, in un lungo cammino, sportivo, come in quello esistenziale. Negare invece l’ausilio della tecnologia in alcune gare significa condannare a morte la squadra vittima della malasorte o della malafede.
Euro U21
Al di là degli errori, la Francia ha meritato di vincere, giovedì scorso: queste, nel post partita, erano state la parole oneste di mister Nicolato, comunque consapevole della buona prova offerta dai suoi giovani uomini. L’Italia era chiamata al pronto riscatto nel match contro la Svizzera. Come una finale da vincere ad ogni costo, per continuare a sperare nella qualificazione alla seconda parte del torneo. E il riscatto è arrivato nel modo più inaspettato. Infatti, dopo un primo tempo dominato, col risultato che sembrava messo in cassaforte (3-0 grazie alle reti di Pirola, Gnonto e Parisi), gli azzurrini hanno subito due goal in sei minuti restando fino al 90esimo col patema d’animo. La Svizzera ha confermato le proprie potenzialità. I tre punti conquistati rilanciano le ambizioni della stessa squadra di mister Nicolato. Che dopodomani ventotto giugno dovrà vedersela con la Norvegia, alla Cluj Arena di Cluj-Napoca. Oltre ad avere chance di passaggio, l’Italia potrebbe finire al primo posto del girone, qualora la Svizzera dovesse battere per 1-0 o 2-1 la Francia. Arrivare davanti ai transalpini sarebbe una bella rivincita per sanare l’ingiustizia della prima gara.
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