Don Nicola Frascella: una vocazione nata dall’esempio della mamma
Venerdì 30 giugno, in Concattedrale, alle ore 19 l’arcivescovo mons. Filippo Santoro presiederà la solenne concelebrazione eucaristica per i cinquant’anni di sacerdozio del parroco della San Vito, di don Luigi Trivisano, di don Nino Borsci e di padre Gianni Zampini
I cinquant’anni di sacerdozio saranno festeggiati anche da don Nicola Frascella, parroco da 32 anni a San Vito, nato il 12 luglio del 1948 a Talsano da Giuseppe (dipendente del Comune) e da Beatrice (casalinga).
Il suo cammino vocazionale è iniziato soprattutto in famiglia, con i genitori praticanti e frequentanti l’Azione Cattolica; in particolare il sacerdote ricorda lo zelo nella preghiera della mamma (molto vicina in gioventù alle suore paoline) che nel mese di maggio tutte le sere animava la recita del santo rosario in casa, con la partecipazione di tutto il vicinato. Chierichetto nella parrocchia della Madonna del Rosario di Talsano, allora l’unica del quartiere, e attivo nelle varie branche dell’Azione Cattolica, in lui il parroco don Luigi De Filippis individuò immediatamente i segni della vocazione indirizzandolo, dopo accurato e paziente discernimento, verso il cammino sacerdotale. Eccolo dunque a frequentare il seminario minore di Taranto (allora in città vecchia, dove ora è la sede del museo diocesano) e poi quello di Mondovì, in provincia di Cuneo, assieme a don Nino Borsci, in anni di duro studio e di continua verifica della scelta fatta. In quel percorso è stato prezioso l’aiuto generoso degli educatori, del padre spirituale don Anacleto Rovea, del rettore mons. Giuseppe Moizo e del suo successore don Giovanni Barberis.
Il 30 giugno del 1973, finalmente il giorno dell’ordinazione, nella solenne celebrazione in Concattedrale presieduta dall’allora arcivescovo mons. Guglielmo Motolese insieme a don Nino Borsci e a don Luigi Trivisano; a partecipare all’evento anche una folta rappresentanza dei seminaristi di Mondovì assieme al rettore don Giovanni Barberis. Furono momenti straordinari e di grande commozione che don Nicola Frascella rivive con gioia e con un pizzico di malinconia pensando ad altri due sacerdoti che erano con lui in quella giornata e che ora non ci sono più: don Vincenzo Conserva e don Gianni Schettino.
Il suo primo incarico fu quello di vicario in Concattedrale, allora giovanissima comunità parrocchiale; successivamente per due anni egli operò agli Angeli Custodi, nell’estrema periferia del quartiere Tamburi. Dal 1976 al 1980 eccolo con il medesimo incarico al Cuore Immacolato di Maria, sotto la guida del recentemente scomparso mons. Donato Palazzo. Il tutto costituì un severo banco di preparazione per il suo primo incarico di parroco, affidatogli nel 1980 alla San Marco Evangelista di Torricella. Vi rimase fino al 1992 per poi essere nominato dall’allora arcivescovo monsignor Benigno Luigi Papa alla guida della comunità di San Vito, dove per 32 anni aveva esercitato il parrocato don Cataldo Vergine, improvvisamente deceduto e provvisoriamente sostituito dall’amministratore parrocchiale don Cosimo Spagnulo.
Il 4 ottobre del 1992 ci fu la cerimonia d’immissione canonica di don Nicola Frascella, con calorosa accoglienza dei fedeli di San Vito.
Attualmente la parrocchia conta circa 7.000 abitanti, che praticamente raddoppiano nel periodo estivo. Negli anni passati si è attivato don Nicola con varie iniziative per la cura delle anime a lui affidate, realizzando anche, negli spazi attigui alla chiesa, campi sportivi per l’oratorio e una struttura per la casa canonica, le aule per il catechismo e gli incontri dei vari gruppi.
Un consuntivo di questo lungo cammino sacerdotale? Risponde don Nicola: “Mi sento arricchito spiritualmente e umanamente della conoscenza della comunità, nella sua complessità e specificità, mai rifuggendo dal contatto con i singoli, per comprenderne i bisogni e venire opportunamente in aiuto come meglio ho potuto. Per tutto questo non posso che reputarmi soddisfatto, seppure ancora bisognoso di preghiere e di aiuto fraterno, rendendo continuamente gloria a Dio per quello che ha compiuto nella mia vita e in particolare i miei cinquant’anni di sacerdozio”.