Ricorrenze

Settant’anni di sacerdozio per il cardinale De Giorgi

Già nostro arcivescovo, mercoledì 28 ha festeggiato l’anniversario ricevendo gli auguri di papa Francesco

foto Sir/Marco Calvarese
29 Giu 2023

di Angelo Diofano

Settant’anni di sacerdozio (oltre che cinquanta da vescovo e venticinque da cardinale) per il card. Salvatore De Giorgi, già nostro arcivescovo, che mercoledì 28 ha festeggiato l’anniversario ricevendo gli auguri di papa Francesco. “Noi sacerdoti, vescovi e cardinali possiamo essere pastori santi e santificatori”: così De Giorgi, 93 anni a settembre (tuttora il cardinale italiano più anziano) ha dichiarato in tale circostanza a Tv2000.

Entrato nel seminario diocesano di Lecce nel 1941 a 11 anni, egli fu ordinato sacerdote il 28 giugno 1953 nella chiesa madre di Vernole, suo paese natale, dal vescovo mons. Francesco Minerva (“Un vescovo veramente santo” – ha ricordato), divenendo poi suo segretario particolare fino al 1958. Fu poi primo parroco alla Santa Rosa a Lecce e ricevette l’ordinazione episcopale il 27 dicembre 1974 proprio da mons. Minerva. Dopo essere stato alla guida della diocesi di Oria e poi di quella di Foggia-Bovino-Troia, il 10 ottobre del 1987 divenne nostro arcivescovo: nel corso del suo episcopato nel 1989 la diocesi jonica ricevette la storica visita di due giorni di Giovanni Paolo II, il quale celebrò la santa messa al centro siderurgico, proprio come il suo predecessore, Paolo VI. Nel 1990 De Giorgi ricevette la nomina di assistente generale di Azione Cattolica e il 25 maggio 1996 fece il suo ingresso da arcivescovo a Palermo, dove rimase fino al 2006. Ricevette la berretta cardinalizia il 21 febbraio 1998, partecipando nel 2005 al conclave che elesse papa Benedetto XVI.

Il 24 aprile 2012, insieme ai cardinali Julián Herranz Casado e Jozef Tomko, fece parte della commissione, notoriamente chiamata “Vatileaks”, per indagare sulla fuoriuscita di documenti e lettere riservati dal Vaticano.

Tra l’altro il 25 maggio 2013 il card. De Giorgi presiedette, come delegato papale, la cerimonia di beatificazione di don Pino Puglisi, ucciso dalla mafia il 15 settembre 1993 per il suo costante impegno evangelico e sociale del quale avviò il processo di beatificazione, “in odium fidei”, durante il suo episcopato palermitano.

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Sport

Trofeo città di Mottola, Quero-Chiloiro e Pugilistica Castellano si passano i guantoni

29 Giu 2023

di Paolo Arrivo

Correva l’anno 2015 quanto i fratelli Francesco e Giandomenico Castellano presero ad allenare gli atleti mottolesi. Non sono tanti gli anni, ma nemmeno pochi: la 14esima edizione dell’evento ideato da loro, il trofeo Città di Mottola, è un appuntamento importante che si rinnova. La manifestazione andrà in scena domani trenta giugno sulla terrazza dello Jonio. E lì, presso il Kuelle sports center di via Giuseppe Di Vagno, sport e spettacolo possono trovare sintesi e fusione.

Dalla città dei due mari a Mottola

A rinnovarsi è anche il sodalizio tra due realtà sportive. Anche quest’anno, infatti, al fianco della Pugilistica Castellano c’è la Quero-Chiloiro: la storica società ionica ha seguito Francesco in tutto il suo percorso pugilistico, da dilettante e da professionista – da pro ha collezionato 12 incontri come supermedio e mediomassimo. Le doti del pugile e l’esperienza possono essere messe al servizio dei più giovani. Dei talenti che non mancano sul territorio. Basti ricordare le sette medaglie conquistate recentemente nell’epilogo della fase regionale dello sparring-io a Matera.

Il 14° trofeo Città di Mottola

Ad aprire la manifestazione saranno le esibizioni di kick-boxing. Insieme all’allenamento funzionale e alle gare giovanili di sparring-io, a partire dalle ore 19.00. Un’ora dopo prenderanno avvio gli incontri di boxe dilettantistica AOB maschili e femminili. Al confronto regionale prenderanno parte la Habachi boxe Corato, la Uppercut boxing club Trani, la Team boxe Mesagne, la Boxe team Morrone e la Nuova evergreen San Donaci. Oltre naturalmente alla Pugilistica Castellano e alla Quero-Chiloiro.

I pugili

Questi gli atleti della Pugilistica Castellano che saranno schierati per le qualifiche élite: Giovanni Sarnacchiaro (80kg), Cosimo Putino e Giuseppe Galante (71 kg), Roberto Tagliente e Leonardo Acquaro (63,5 kg). Per la Quero-Chiloiro: Domenico Maffei (élite, 60 kg), Gaetano Barbati (youth, 71 kg), Ettore Pelonzi (junior, 70 kg), Nicola Cesarano e Giuseppe Del Giudice (junior, 60 kg) e Angelica Semeraro (élite, 60 kg).

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Ricorrenze

Don Luigi Trivisano: il grande impegno per il nuovo quartiere, Tramontone

29 Giu 2023

di Angelo Diofano

Cinquant’anni di sacerdozio per don Luigi Trivisano, di cui trent’anni trascorsi alla guida della parrocchia di Sant’Egidio a Tramontone dove ha lasciato il cuore. Nato a Montemesola il primo dicembre del 1949 da Francesco (contadino poi passato a lavorare in una ditta dell’appalto del centro siderurgico) e da Angela (casalinga), all’età di cinque anni cominciò a servire messa all’allora parroco della chiesa madre don Antonio Piccinni.
Da giovanissimo iniziò il cammino verso il sacerdozio con il suo ingresso dapprima al pre-seminario di Martina Franca e poi a quello in Taranto. Infine, l’ingresso nel Pontificio seminario di Molfetta. Terminati gli studi fu ordinato presbitero in Concattedrale il 30 giugno del 1973. Primo incarico fu quello di vice parroco a Sant’Antonio in Martina Franca, con don Dino Lepraro.

Importanti furono gli anni dal 1974 al 1986, sempre come vicario, trascorsi alla San Pio X, nel rione Italia-Montegranaro. “Fu un periodo importantissimo per la mia formazione sacerdotale con la guida di don Dario Palmisano, cui devo tanto: era un uomo tutto d’un pezzo che sapeva il fatto suo, dalla grande cultura e sensibilità. Con lui realizzammo un sacco di attività, in perfetta armonia: don Dario era la mente e io il braccio”.

Nel 1986, l’arcivescovo mons. Guglielmo Motolese lo nominò, a Tramontone, parroco della nascente “Beato Egidio”, ora “Sant’Egidio”, profetizzandogli che sarebbe stata la più grande parrocchia della diocesi, come lo è in effetti con gli attuali 17 mila abitanti. Grande fu lo sforzo di riunire in un’unica famiglia tutti i residenti nel territorio confinante tra Lama e Talsano. In questo nuovo incarico don Luigi non si limitò alla cura delle anime ma seppe estendere i proprio orizzonti al territorio, collaborando con gli enti competenti per tutte le opere necessarie alla buona qualità della vita degli abitanti. Memorabili furono le sue tirate d’orecchie agli amministratori poco sensibili alle problematiche della sua gente e che si facevano vedere in giro, ricchi solo di promesse, in occasione delle consultazioni elettorali

Sin dall’inizio don Luigi Trivisano ha mostrato amore per la sua gente, visitando le famiglie man mano che arrivavano nei nuovi edifici e rassicurandole che avrebbero sempre potuto contare sul suo aiuto, come in effetti è sempre avvenuto. Soprattutto si è sempre attivato affinché il Tramontone non diventasse un quartiere-dormitorio, promuovendo e sollecitando gli abitanti ad attivare iniziative di socializzazione di qualsiasi genere.

Gli inizi della storia della parrocchia furono pregnanti di significato, pur vissuti all’insegna della precarietà. Come dimenticare le celebrazioni eucaristiche svoltesi nei cortili scolastici nei mesi estivi? E le sante messe di Natale e di Pasqua nella palestra della vicina scuola elementare del XXIV circolo didattico? Ancora si ricordano le prime feste settembrine in onore di Sant’Egidio, allestite con tanti sacrifici e immenso entusiasmo, con le processioni per le nuove strade, fra una pioggia di fiori e volantini colorati.

“La parrocchia è tua: devi amarla e sostenerla, la parrocchia sei anche tu” – amava ripetere don Luigi alla sua gente per stimolarla all’impegno. Rifuggendo dai ringraziamenti per l’opera compiuta, il sacerdote attribuiva il merito di questa opera a sant’Egidio, ricordando che gli avrebbe fatto piacere che il rione portasse il nome del santo: un sogno che stava per essere realizzato e che poi fu abbandonato a causa di innumerevoli quanto inspiegabili contrasti.

Tante soddisfazioni giunsero a don Luigi in questi anni di parrocato, dimostrategli dall’affetto della gente, unitamente a tanti problemi, sacrifici e dolori che gli hanno messo a dura prova il sistema cardiocircolatorio. Ma è così che vanno le cose. Davanti a tante sofferenze quotidiane il cuore di un sacerdote talvolta non regge. E si spezza. Ma il palpito d’amore che ne deriva non finisce mai.

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Eventi cittadini

Mons. Santoro: “La buona notizia sia di prima mano e costruttiva”

L’intervento dell’arcivescovo nell’incontro organizzato da Ucsi Puglia e dall’arcidiocesi, svoltosi nella Cattedrale di Taranto

28 Giu 2023

“Giornalismo costruttivo – le proposte dell’Unione cattolica della Stampa italiana” è stato il tema dell’incontro che si è svolto martedì pomeriggio 27 giugno, nella Cattedrale di San Cataldo, organizzato da Ucsi Puglia e dall’arcidiocesi di Taranto.

La serata, coordinata dal collega Salvatore Catapano, ha visto gli interventi del presidente nazionale Ucsi, Vincenzo Varagona e di Assunta Corbo, giornalista di Constructive network.
I saluti iniziali sono stati di Michela Di Trani, presidente dell’Ucsi Puglia, a cui sono seguiti quelli dell’arcivescovo di Taranto, mons. Filippo Santoro, che portando i saluti personali e dell’intera arcidiocesi si è soffermato sul ruolo del giornalista che “deve portare avanti il proprio compito: essere veicolo di comunicazione nella verità, con una posizione costruttiva, positiva rispetto alla realtà.

foto G. Leva

Nella nostra situazione tarantina, abbiamo curato con l’ufficio stampa una presenza della Chiesa sul territorio: il principio fondamentale è stato che noi siamo testimoni dell’esperienza del Vangelo in un territorio come il nostro con grandi problematiche ma non agonizzante, come ho spesso ripetuto.
La posizione più deleteria è quella di presentare la situazione tarantina come se non ci fosse più nulla da fare. Ci sono tante circostanze favorevoli anche rispetto ad altre istituzioni: abbiamo avuto un ruolo di supplenza rispetto ad altre istituzioni, rispetto alla politica; ci siamo messi al servizio.
Io ho fatto due assemblee nei saloni dell’arcivescovado con la comunità della città vecchia, perché prima di tutto era fondamentale ascoltare la gente che vive in prima persona le difficoltà.
Attraverso l’ascolto della realtà, s
iamo stati portatori di speranza.
La presenza delle suore, in città vecchia, vicinissime alla gente, così come della parrocchia: basti pensare che gli aiuti alle famiglie meno abbienti si sono decuplicati nel periodo del Covid. Un momento in cui la testimonianza della fede si è manifestata come annuncio.
A proposito di una ‘Chiesa in uscita’ io ho riproposto il motto ‘Consumare la suola delle scarpe’ che vi appartiene come giornalisti. Sento come molto importante il vostro compito: la buona notizia deve essere di prima mano e che sia costruttiva. Sono desideroso che l’Ucsi possa crescere sempre più qui a Taranto e nell’intera regione”.

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Festeggiamenti patronali

San Marzano, festa al santuario rupestre della Madonna delle Grazie

28 Giu 2023

di Angelo Diofano

Sabato 1 e domenica 2 luglio San Marzano festeggia la compatrona, Maria SS.ma delle Grazie, nell’omonimo santuario a circa tre chilometri dal paese.

La festa sarà preceduta venerdì 30 giugno dalla “Notte bianca” che avrà luogo nella zona del santuario con il gruppo di pizzica “Pizzikatundy”, esibizioni di musica live, reggae e dj set.

Sabato 1° luglio alle ore 18.30 processione con il simulacro della Beata Vergine per le vie del paese con una sosta in piazza Maria Santissima delle Grazie per la celebrazione della santa messa e la consegna delle chiavi alla celeste compatrona; alle ore 21, in zona santuario, spettacolo con Pino Campagna e il gruppo musicale dei Nitrophoska, con dj set.

Domenica  2 luglio, giorno della festa, dalle ore 5 si terrà il tradizionale pellegrinaggio dal paese al santuario con le autorità civili e religiose e la partecipazione di molti fedeli, provenienti anche dai centri vicini; all’arrivo, alle ore 6.30 santa messa celebrata dal parroco don Cosimo Rodia; altre celebrazioni eucaristiche alle ore 10 in parrocchia e alle ore 19 al santuario; alle ore 21, in zona santuario, concerto della grande orchestra “Tarant Simphonic Band” diretta dal m. Giuseppe Gregucci. Il tutto alle ore 22.30 sarà coronato dai fuochi pirotecnici della ditta Itria Fireworks di Martina Franca. L’artistica illuminazione sarà curata dalla ditta Perrotta di Squinzano mentre il servizio bandistico alle processioni sarà effettuato dall’associazione “Armonia” di San Marzano.

La chiesa della Madonna delle Grazie si affaccia su una lama del territorio, in uno splendido scenario di gravine; la lama profonda circa cinque metri nel punto più alto, suggestiva e particolare, è caratterizzata dalla presenza di molte grotte di varie dimensioni che si aprono sui costoni. La chiesa ipogea pare sia stata caratterizzata da diversi periodi di costruzione: il primo fino al secolo XV con la dedicazione a San Giorgio, il secondo dal XVI ai nostri giorni dedicato alla Madonna delle Grazie, anche se la chiesa viene ufficialmente citata in un documento del 1709. L’ipogeo ha forma approssimativamente quadrangolare, dalle mura caratterizzate dalla presenza di segni che inducono a un mutevole scenario spaziale e liturgico. Infatti ci sono tre accessi diversi (oggi ristrutturati): due si affacciano sulla lama e uno collega l’ipogeo con la chiesa soprastante. L’elemento principale è l’affresco della Vergine con Bambino al quale fu attribuito un significato miracoloso, inizialmente limitato al volto di Maria e del Bambino mentre più recentemente si è risaliti alla raffigurazione completa. La chiesa sovrastante è di recente costruzione e custodisce il simulacro della Madonna delle Grazie, risalente probabilmente al 1800.

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Eventi cittadini

“Giornalismo costruttivo”, nella Cattedrale di Taranto un incontro organizzato da Ucsi Puglia e dall’arcidiocesi

L’intervento dell’arcivescovo nell’incontro organizzato da Ucsi Puglia e dall’arcidiocesi, svoltosi nella Cattedrale di Taranto

28 Giu 2023

“Giornalismo costruttivo – le proposte dell’Unione cattolica della Stampa italiana” è stato il tema dell’incontro che si è svolto martedì pomeriggio 27 giugno, nella Cattedrale di San Cataldo, organizzato da Ucsi Puglia e dall’arcidiocesi di Taranto.

La serata, coordinata dal collega Salvatore Catapano, ha visto gli interventi del presidente nazionale Ucsi, Vincenzo Varagona e di Assunta Corbo, giornalista di Constructive network.
I saluti iniziali sono stati di Michela Di Trani, presidente dell’Ucsi Puglia, a cui sono seguiti quelli dell’arcivescovo di Taranto, mons. Filippo Santoro, che portando i saluti personali e dell’intera arcidiocesi si è soffermato sul ruolo del giornalista che “deve portare avanti il proprio compito: essere veicolo di comunicazione nella verità, con una posizione costruttiva, positiva rispetto alla realtà.

foto G. Leva

Nella nostra situazione tarantina, abbiamo curato con don Emanuele Ferro, Elena Modio e l’ufficio stampa una presenza della Chiesa sul territorio: il principio fondamentale è stato che noi siamo testimoni dell’esperienza del Vangelo in un territorio come il nostro con grandi problematiche ma non agonizzante, come ho spesso ripetuto.
La posizione più deleteria è quella di presentare la situazione tarantina come se non ci fosse più nulla da fare. Ci sono tante circostanze favorevoli anche rispetto ad altre istituzioni: abbiamo avuto un ruolo di supplenza rispetto ad altre istituzioni, rispetto alla politica; ci siamo messi al servizio.
Io ho fatto due assemblee nei saloni dell’arcivescovado con la comunità della città vecchia, perché prima di tutto era fondamentale ascoltare la gente che vive in prima persona le difficoltà.
Attraverso l’ascolto della realtà, s
iamo stati portatori di speranza.
La presenza delle suore, in città vecchia, vicinissime alla gente, così come della parrocchia: basti pensare che i quaranta pacchi di aiuto alle famiglie meno abbienti sono diventati quattrocento nel periodo del Covid. Un momento in cui la testimonianza della fede si è manifestata come annuncio.
A proposito di una ‘Chiesa in uscita’ io ho riproposto il motto ‘Consumare la suola delle scarpe’ che vi appartiene come giornalisti. Sento come molto importante il vostro compito: la buona notizia deve essere di prima mano e che sia costruttiva. Sono desideroso che l’Ucsi possa crescere sempre più qui a Taranto e nell’intera regione”.

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Guerra in Ucraina

Politi (Nato): “Putin sa che per ‘chiudere’ la crepa ci vuole la pace. Il card. Zuppi capita al momento giusto”

Nulla di architettato ad arte dal Cremlino ma una vera azione per attentare al potere di Vladimir Putin. Per rafforzare il bisogno del cessate il fuoco,appare quantomai opportuna la missione del presidente della Cei

foto Ansa/Sir
28 Giu 2023

di Elisabetta Gramolini

Nulla di architettato ad arte dal Cremlino ma una vera azione per attentare al potere di Vladimir Putin che ha certamente creato una crepa. Il mancato colpo di Stato ad opera di Evgenij Prigozhin, capo della milizia mercenaria Wagner, sedato in 24 ore, potrebbe avere un risvolto inaspettato. Al Sir, Alessandro Politi, direttore della Nato Defense College Foundation, spiega come il “golpe non golpe” possa essere un incentivo in più per il presidente Putin a volere la pace in Ucraina. Per rafforzare il bisogno del cessate il fuoco, inoltre, appare giungere al momento giusto la missione del cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Cei, che in queste ora è in viaggio verso Mosca.

Direttore, è sorpreso dal tentato colpo di Stato?
Sì. Nessuno avrebbe pensato che il capo della Wagner avrebbe compiuto quest’azione. Evgenij Prigozhin è una creatura di Putin ed ha morso la mano a chi ha un grosso bastone.

Qual è il significato del tentato golpe?
Come in America Latina,un “golpe non golpe”, detto in gergo, “intentona”, serve a mandare un segnale. In Italia è avvenuto con il tentativo di golpe Borghese (nel 1970, ndr) o il piano Solo (nel 1964, ndr). Con il tentativo, si fa sentire che c’è una agitazione armata da cui la controparte deve trarre le conseguenze politiche.

Il Cremlino però non ha arginato l’avanzata che è giunta a 200 km da Mosca.
Sì, ma occorre considerare quanti fossero dietro Prigozhin, non certo i 25mila che lui dichiarava. Forse erano 2mila uomini con lui. È vero, glielo hanno lasciato fare, e sui social ci sono ipotesi non confermate riguardo alla responsabilità di un gruppo di ufficiali anti-Putin, ma non sappiamo se sia disinformazione; lo scopriremo se ci saranno degli arresti, sempre se verranno resi noti. Putin non vuole creare una frattura. Sparare sui ribelli della Wagner avrebbe significato renderli eroiche vittime.

Ufficialmente non è noto dove sia Prigozhin oggi.
Se fosse morto si sarebbe saputo subito. Ha ricevuto delle assicurazioni giudiziarie, per cui Putin sta adottando la clemenza di Cesare, ma per le assicurazioni extra giudiziarie, come una vendetta per mano di altri, vicini al presidente russo, non possiamo sapere.

Il capo della Wagner faceva sul serio?
Sì, voleva premere per far saltare il ministro della Difesa e il capo di Stato maggiore della Difesa. Putin non poteva permettere una cosa del genere. Oggi, se i mercenari firmano i contratti con la Difesa da nessuna parte verranno impiegati in unità organiche, ma verranno dispersi nell’esercito russo. È ciò che si fa con le milizie di solito, anche quando i garibaldini hanno conquistato il Regno delle due Sicilie, i piemontesi non li hanno incorporati nel Regio esercito. Pietro il Grande, stimato da Putin, aveva una sorta di guardia pretoriana, gli streltzy, che osarono ribellarsi e per questo li massacrò quasi tutti: perciò anche gli esempi storici ai quali guarda il presidente russo non sono per la clemenza.

È possibile che il tentativo di golpe sia stato architettato dallo stesso Putin per manifestare il suo potere?
No. Mi pare altamente improbabile. È molto simile al golpe di Erdogan (nel 2016, ndr), il quale sospettava che ci sarebbe stato. Anche Putin sapeva e, se lo ha lasciato fare, è stato per eliminare il capo della Wagner. Il decreto del ministero della Difesa con il quale si dice che i soldati di Prigozhin devono firmare un contratto con il ministero non è stato promulgato all’insaputa di Putin ma è stato l’atto che ha scatenato la reazione. Chi dice che Putin si sia indebolito sta gonfiando una mezza verità perché per Putin questa è una crepa nel sistema di potere; lui sa che è un segnale preoccupante perché significa che la guerra non può durare troppo a lungo.È una piccola crepa ma, se passa il tempo e non viene gestita in maniera esemplare, allora le cose potrebbero complicarsi. Alcuni hanno usato lo scenario della marcia su Roma del 1922, altri, lo scenario del tentativo del generale Kornilov nel 1917, ma in pochi hanno pensato allo scenario del 1905, quando ci fu una rivolta dei marinai a Kronstadt dopo la sconfitta di Tsushima. Quella rivolta fu repressa, ma come noto, dodici anni dopo, ci fu la Rivoluzione d’ottobre. Questo è probabilmente lo scenario a cui guarda Putin ma che non dice. È una crepa che prosegue il suo cammino, è per questo che non ha sparato contro i ribelli. Per curare la crepa, probabilmente ci vuole la pace.

Il cardinal Zuppi sta andando a Mosca, è provvidenziale il suo viaggio in un momento come questo?
Capita nel momento giusto. Il periodo può essere sfruttato per uscire dal conflitto. Lo scontro di potere ha evidenziato il malumore di alcuni strati sociali in Russia che vogliono la guerra a oltranza. Il cardinale non parlerà mai di questi temi, è molto accorto, ma il suo messaggio indirizzato alla pace arriverà comunque.

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Guerra in Ucraina

Card. Zuppi: mercoledì 28 e giovedì 29 a Mosca per “trovare vie per raggiungere la pace”

foto Sir/Marco Calvarese
28 Giu 2023

Mercoledì 28 e giovedì 29 giugno, il card. Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza episcopale italiana, accompagnato da un officiale della Segreteria di Stato, compirà una visita a Mosca, quale inviato di papa Francesco. Lo si legge in un comunicato della Santa Sede, precisando che “scopo principale dell’iniziativa è incoraggiare gesti di umanità, che possano contribuire a favorire una soluzione alla tragica situazione attuale e trovare vie per raggiungere una giusta pace”.

 

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Diocesi

Don Nino Borsci: L’impegno nel segno dei giovani e degli ultimi

Venerdì 30 giugno, in Concattedrale, alle ore 19 l’arcivescovo mons. Filippo Santoro presiederà la solenne concelebrazione eucaristica per i cinquant’anni di sacerdozio del parroco della San Francesco De Geronimo, di don Nicola Frascella, di don Luigi Trivisano e di padre Gianni Zampini

foto G. Leva
28 Giu 2023

di Angelo Diofano

Don Nino Borsci è nato a Monteparano il 29 luglio 1946 da Giuseppe (con esperienza sindacale nella Cisl) e Clorinda. Dopo le esperienze nella parrocchia monteparanese affidata a don Vincenzo Macripò e la guida di don Tommaso Rota, che vide in lui segni vocazionali, egli entrò nel seminario arcivescovile di Taranto, compiendo poi gli studi filosofici e teologici al seminario di Mondovì (Cuneo). Ricevette l’ordinazione sacerdotale il 30 giugno del 1973 con primo incarico quello di vicario parrocchiale alla San Francesco De Geronimo, allora guidata da mons. Cosimo Russo. A quest’ultimo (dopo quasi 60 anni da parroco) don Nino subentrò dal primo marzo 1981, continuando ad insegnare alla De Carolis e alla D’Aquino, le due scuole medie dei Tamburi: anche nell’insegnamento egli non ha mai voluto allontanarsi dal quartiere perché aveva la possibilità di vivere a stretto contatto con i ragazzi della parrocchia, accrescendo così il rapporto con i loro genitori.

Laureato in psicologia clinica all’Università di Riga in Lettonia, il sacerdote è stato cappellano del lavoro allo stabilimento per oltre dieci anni, assistente diocesano del Mlac, consulente ecclesiastico provinciale del Centro sportivo italiano e del Centro turistico giovanile.

Ben presto don Nino iniziò la sua opera in favore dei più fragili del quartiere, ricordando come negli anni Ottanta per le strade del quartiere imperversava una spietata guerra di mala con omicidi pressoché quotidiani. Il giovane parroco volle così aiutare i ragazzi che subivano il fascino della delinquenza, attratti anche dai regali consistenti offerti loro (moto, macchine e perfino appartamenti) per entrare nelle fila dei clan. Numerose furono le iniziative per toglierli dalla strada: tornei di calcio, di pallavolo, spettacoli, gare canore, campeggi estivi ecc. Non pochi di quei ragazzi furono coinvolti nelle attività parrocchiali. In questo clima di cantiere aperto, non mancavano gli incontri di preghiera e di ritiri spirituali al “Cenacolo” di Ceglie Messapica, al santuario della Madonna della Scala di Noci, nei trulli di Martina, sulle spiagge e in qualsiasi altro posto idoneo per offrire loro l’opportunità di constatare l’opportunità di uno stile di vita più sano. Potendo contare solo sui contributi di privati egli realizzò la palazzina-oratorio con annessa, la scuola materna, le stanze per l’Acr e la sede per gli scout dell’Agesci.

Don Nino Borsci è soprattutto il “padre” di migliaia di giovani e di “non più giovani” liberati dalla tossicodipendenza attraverso i sette centri della Comunità Airone (di cui uno riservato alle donne): Martina Franca, Palagiano, Castellaneta, San Vito, Crispiano, Manduria e Trepuzzi. Il tutto ebbe inizio nella seconda metà degli anni Ottanta quando don Nino organizzò in parrocchia un incontro dal titolo “Dalla droga si può uscire” al quale parteciparono tante famiglie con figli tossicodipendenti. In seguito alle pressanti richieste dei genitori, fu organizzato un centro d’ascolto che provvedeva anche a smistare i ragazzi nelle comunità di recupero esistenti in tutto il Paese. Ma i tempi di attesa erano lunghissimi e, potendo disporre di una villa a Martina Franca, venne organizzato un centro di recupero, denominata “Airone” con il sostegno delle famiglie (che procurarono suppellettili e quanto necessario per la cucina) e quello della Caritas che offriva i pasti: nasceva così il primo nucleo della Comunità Airone.

Così egli racconta nel blog della comunità: «In tanti anni avremo tenuto migliaia di colloqui conoscitivi con persone con dipendenze patologiche, principalmente tossicodipendenti e alcolisti, Di questi, molti hanno portato a termine il percorso di riabilitazione». La sua attività è resa possibile grazie a una qualificante presenza di volontari ed operatori che lo affiancano pazientemente nei suoi compiti molteplici. Attualmente l’”Airone” si occupa anche del recupero di quanti non riescono a uscirne dal vizio del gioco e, più recentemente, di coloro che trascorrono troppe ore della giornata sul web. Per offrire una risposta di reinserimento sociale ancora più concreta ai giovani che hanno concluso l’iter terapeutico, è nata una cooperativa per l’accesso al mondo del lavoro.

Inoltre in questi anni di parrocato don Nino Borsci ha avuto modo di coinvolgere la parrocchia in una rete di collaborazione con altre realtà impegnate nella formazione giovanile, con ottimi risultati: il Centro educativo Murialdo, il Centro per i servizi del volontariato, Programma Sviluppo, Progetto Policoro. Molte energie sono state da lui profuse nell’incarico di direttore della Caritas diocesana, portando aiuto a centinaia di famiglie nelle loro esigenze di sostentamento quotidiano e con il pagamento delle bollette, fino alla gestione del centro di accoglienza notturno per i senza fissa dimora “San Cataldo vescovo”, fiore all’occhiello nell’ambito della solidarietà della nostra diocesi. Alla Caritas diocesana si deve anche il premio “Taras pax”, in collaborazione con l’Associazione di Promozione Sociale “Rinnovamento & Partecipazione” e l’associazione Amici della Musica “Arcangelo Speranza”, per far conoscere chi si impegna nell’accoglienza ai migranti e ai rifugiati.

“Facendo il bilancio di questi cinquant’anni di sacerdozio – conclude – posso dire che, pur con tutte le mie limitatezze, di aver dato il massimo nel servizio al Signore e ai miei fratelli, specialmente i più poveri”.

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Sport

Trofeo città di Taranto, il ritorno del ciclismo su strada nel capoluogo ionico

La scorsa edizione nel 2021
27 Giu 2023

di Paolo Arrivo

Una giornata particolare. Quella in programma domenica prossima due luglio sarà vissuta all’insegna dell’agonismo multidisciplinare in riva allo Jonio: dal campionato italiano di Aquathlon al nuovo appuntamento firmato Fics (Federazione italiana canottaggio sedile fisso), al ciclismo su strada. Protagonista della corsa ciclistica è la Upj Taranto. Che è riuscita ad organizzare e riprogrammare la gara nella città dei due mari. La seconda edizione del “Trofeo città di Taranto” si sarebbe dovuta tenere, infatti, il mese scorso.

Il percorso del Trofeo città di Taranto

I corridori affronteranno un circuito cittadino ed extraurbano di 8 chilometri. Andrà ripetuto 9 volte per complessivi 72 km – il primo giro sarà di prova, utile a provare il tracciato. Si tratta dello stesso percorso disegnato per la prima edizione del Trofeo città di Taranto, disputatosi due anni fa. Un circuito veloce dove è vietata alcuna distrazione. Ritrovo in viale Unicef, presso la pizzeria Nirvana, partenza alle ore 10.00 e arrivo in via Galilei, nelle adiacenze dell’Istituto tecnico Maria Pia. Previste due partenze intervallate da tre minuti. A partire per primi saranno gli atleti Elite Sport, M1, M2 e M3; le atre categorie, MC e donne a seguire.

I successi dei tarantini

Ai nastri di partenza saranno presenti gli atleti tesserati per la Upj Taranto, la società presieduta da Franco Scotti, i cui figli Stefano e Federico continuano a fare incetta di risultati oltre i confini della regione Puglia, nelle diverse gare del Centro-Sud. L’ultimo è la maglia tricolore granfondo conquistata da Stefano a Camerino nella competizione che assegnava i titoli italiani Gf sotto l’egida della Federazione ciclistica italiana. Un ulteriore motivo di soddisfazione per il tarantino e per la sua squadra, l’HG Cycling Team, nella quale milita anche il fratello Federico, salito sul secondo gradino del podio nella categoria di cui fa parte – master 2. Lo stesso ha concluso in seconda posizione la prestigiosa Granfondo dei Borghi, domenica scorsa, in terra laziale, a Castelnuovo di Farfa.

La maglia tricolore di Stefano Scotti

L’impegno della Upj Taranto

La gara ciclistica amatoriale di domenica prossima sarà la 126esima corsa organizzata dalla società a partire dal 1980. Valida come prova del Campionato regionale strada Csi, è aperta a tutti gli Enti, ai ciclisti tesserati che vogliano misurarsi con gli altri, nel confronto con loro stessi. L’auspicio della Upj Taranto è che la manifestazione si possa svolgere regolarmente grazie alla collaborazione di quanti devono garantire la sicurezza dei corridori. Per gli accompagnatori c’è la possibilità di usufruire di un bus navetta per raggiungere parco Cimino dal luogo del raduno: in alterativa al mare, in una mattinata estiva, il polmone verde della città che affaccia sul Mar Piccolo è sempre una meta attrattiva. Così, dal borgo alla periferia, Taranto pullula di presenze e di eventi utili ad incentivare il turismo sportivo.

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Musica

Medimex tornerà a Taranto dal 19 al 23 giugno 2024

27 Giu 2023

Un’edizione straordinaria per Medimex, l’International Festival & Music Conference promosso da Puglia Sounds, il programma della Regione Puglia per lo sviluppo del sistema musicale regionale attuato con il Teatro Pubblico Pugliese, che si è svolta a Taranto dal 13 al 18 giugno. E a Taranto è prevista anche l’edizione 2024 che si svolgerà da mercoledì 19 a domenica 24 giugno.

“Medimex vuole dire Taranto e l’appuntamento è rinnovato dal 19 al 23 giugno 2024 – annuncia il presidente Michele Emiliano – quella appena conclusa è stata un’edizione speciale che ha registrato riscontri positivi unanimi da parte di pubblico, operatori e artisti. Anche quest’anno abbiamo puntato i riflettori su una città straordinaria che merita la grande attenzione di questi giorni. E abbiamo messo al centro la musica pugliese che continua a crescere anche grazie al Medimex. Il mio plauso va alla grande squadra del Teatro Pubblico Pugliese/Puglia Sounds che ha saputo costruire una manifestazione importante di rilievo internazionale che, anno dopo anno, si conferma punto di riferimento della strategia culturale della Regione Puglia”.

“La città gremita ed entusiasta è il miglior risultato che potessimo aspettarci dal Medimex – il commento del sindaco Rinaldo Melucci – Taranto in questi giorni risplendeva di musica e passione, abbiamo raggiunto il cuore di ogni persona che ha scelto di vivere con noi questa settimana così significativa, arrivata a culminare una programmazione che ha già messo la città al centro degli interessi culturali del Sud Italia. Ringrazio la Regione Puglia, attraverso tutte le sue articolazioni, per lo sforzo organizzativo e la precisa volontà di portare qui questa manifestazione. Ma ringrazio anche ogni artista, ogni tecnico, ogni rappresentante delle forze dell’ordine e ogni persona che, a vario titolo, ha consentito a questa macchina delle meraviglie di funzionare a perfezione. Torneremo il prossimo anno e sarà ancora più bello”.

“È stata un’edizione straordinaria, forse la migliore che abbiamo organizzato a Taranto – il commento di Cesare Veronico, coordinatore artistico Medimex/Puglia Sounds –  Tutto ha funzionato alla perfezione, dai live degli headliner alle scuole di musica con una partecipazione ed un affetto da parte del pubblico che ci ha ripagato del lavoro frenetico di questi mesi. Tutti gli appuntamenti hanno registrato una grande partecipazione a partire dai concerti, che anche quest’anno ci hanno regalato emozioni indimenticabili. E penso anche alle lunghe file di spettatori davanti al Teatro Fusco per i racconti o alle sale gremite dell’Università per le attività professionali e di networking. Ringrazio tutta la squadra di Puglia Sounds che ancora una volta ha organizzato un festival impeccabile e Taranto che anche quest’anno ci ha accolti con grande affetto ed entusiasmo. Ci vediamo a Taranto per il prossimo Medimex”.

“Anche quest’anno Medimex è stato un grande successo – il commento di Paolo Ponzio, presidente Teatro Pubblico Pugliese – abbiamo realizzato un programma importante e variegato che ha riscosso un ottimo riscontro da parte del pubblico e degli operatori. Medimex, oltre ad esser uno straordinario festival musicale, è il risultato di un importante lavoro in sinergia tra enti e istituzioni che rappresenta un modello e garantisce il successo della manifestazione”.

“Questa edizione del Medimex a Taranto è stata davvero speciale. La città è vibrante, creativa, rivoluzionata e, per il nostro lavoro di brand del turismo a Taranto, è importante che tutti gli alberghi si siano riempiti” il commento di  Luca Scandale, direttore generale di Pugliapromozione.

Grance successo per l’edizione appena conclusa che ha registrato grande partecipazione a tutti gli appuntamenti, sold out delle strutture ricettive di Taranto, importante visibilità mediatica e una copertura globale di più di 1milione 300mila utenti raggiunti sui social. Dati importanti  che rivelano una lieve prevalenza di pubblico femminile e una fascia d’età mediamente compresa tra i 25 e 55 anni. Utenza social nazionale prevalentemente pugliese ma con alta interazione dalle regioni Lazio, Lombardia, Emilia-Romagna e Piemonte. Utenza social internazionale proveniente da (in ordine di copertura e interazione): Regno Unito, Spagna, Francia, Germania, Grecia, Stati Uniti, Portogallo, Svizzera, Belgio. Più di 400mila interazioni con i post e 300mila condivisioni. Circa 2mila stories condivise dagli utenti indicizzate tramite l’utilizzo dell’hashtag #Medimex2023. Oltre 300 gli operatori del settore che hanno partecipato alle attività professionali e di networking.

Indimenticabili ed emozionanti i live che hanno visto alternarsi sul palco della rotonda del lungomare  Echo & the Bunnymen, Diodato, The Murder Capital, Skunk Anansie, Tom Morello e The Cult. Molto partecipati gli showcase allo Spazioporto dei pugliesi Vienna, Meschino, Lauryyn, Trevor, Leea Clem, Rosanna De Pace, Freud’s Fraud, Salento All Stars e  Macro. Medimex quest’anno ha proposto anche appuntamenti dedicati al jazz e alla musica d’autore con Nuova Generazione Jazz, progetto promosso dall’Associazione I-Jazz con il sostegno del MiC, con i concerti dei jazzisti Aldo di Caterino, Satoyama, Simone Basile Quintet, Michele Bonifati Emong, Daykoda e  Il Tenco Ascolta – nuovi cantautori crescono promosso da Club Tenco e Puglia Sounds con le esibizioni di Piero Luccarelli, Checco Curci, Massimo Tormen Alessia Tondo. Grande partecipazione anche per Kiko Loiacono A Memorial, dj set allo Spazioporto per ricordare il tour manager e produttore barese scomparso a novembre 2022. Teatro Fusco gremito per i Racconti Lou Reed Underground di velluto con Ernesto Assante, Gino Castaldo e Steve Hunter, Burt Bacharach. Il grande cuore della canzone con Ernesto Assante, Gino Castaldo e Simona Molinari, Drum Summit con Ernesto Assante, Tullio De Piscopo e Valentina Magaletti, Lucio Battisti: il compleanno della grande canzone italiana con Ernesto Assante, Gino Castaldo e i Baustelle e le regine della Black Music: da Tina Turner ad Aretha Franklin a Beyoncé con Gino Castaldo e Serena Brancale.  Notevole la partecipazione alle mostre Perfect Day: Lou Reed e la New York di Andy Warhol, in programma sino al 9 luglio al MArTA, Museo Archeologico Nazionale di Taranto e Vintage Drum Show Medimex 2023, Antonio Di Lorenzo Drum Collection. Grande partecipazione anche per il Rito, l’Idea, il Mestiere ed il Sogno, opera originale di Roberto Santoro e Blending Pixels realizzata per il Medimex. Sale gremite per le attività professionali e di networking che hanno portato a Taranto una prestigiosa rappresentanza del mercato musicale italiano per discutere di Music Commission, sostegno alle nuove generazioni, mercato del live, industria discografica, canzone d’autore, tutele e diritti, finanziamenti per l’industria discografica e musica al tempo di TikTok. Importante anche la partecipazione Puglia Sounds Musicarium, la scuola dei mestieri della musica che quest’anno ha offerto lezioni su come Creare un podcast da zero,Registrazione & Missaggio, Fonica, Live Show Design, Video live per grandi eventi e Fotografia e per Medimex Music Factory, realizzato in collaborazione con Sony Music Publishing Italia che ha visto 23 giovani lavorare su produzione, topline, testi e, novità di questa edizione, colonne sonore per il cinema e le serie TV.

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