Intervista esclusiva

Tagli del “reddito”: una gestione assurda. Ficocelli: i Servizi sociali presi d’assalto

31 Lug 2023

di Silvano Trevisani

Com’era da immaginarsi, gli effetti del tagli del reddito di cittadinanza si stanno riversando in maniera drammatica sul Comuni. Soprattutto a causa dei messaggi giunti ai percettori via sms, i quali avvisavano della sospensione e della presa in carico da parte dei Servizi sociali. Una notizia che ha scatenato una vera e propria bagarre da parte dei percettori che si sono rivolti in massa ai servizi sociali dei Comuni che, non avendo invece responsabilità diretta e immediata, non hanno potuto fornire alcun supporto se non l’invito a pazientare.

Il reddito di cittadinanza è stato e continua a essere divisivo nel nostro paese. La sua cancellazione ha impegnato una parte politica che lo riteneva sbagliato, nonostante sia presente in tutti i paesi civili, perché così è stato inteso da quella parte dell’imprenditoria abituata a uno sfruttamento dei lavoratori a costi infimi non superiori proprio al reddito. Ma anche il delicato passaggio ai nuovi strumenti di sostegno, molto riduttivi e che cancellano il diritto di ricezione di oltre 150.000 famiglie, è stato gestito molto male.

L’intervista

Ne parliamo con l’assessore comunale ai Servizi sociali, Gabriella Ficocelli. Che esprime profonda preoccupazione perché, se nei primi giorni il lavoro paziente di assistenti sociali e impiegati è riuscito a fornire spiegazioni, non è escluso che la tensione sociale si trasformi in atti aggressivi.

Che cosa sta accadendo? Perché questa reazione?

Sta accadendo che dal giorno del ricevimento del messaggio telefonico, mal costruito e inesatto, centinaia di ricettori hanno preso d’assalto i Servizi sociali del Comune, semplicemente perché vi era preannunciata la presa in carico dal parte dei Servizi sociali.

Invece così non è.

Assolutamente no. Si è trattato di uno scaricabarile. Infatti, chi ha perso il RdC ed è ritenuto occupabile, cioè ha tra i 18 e i 59 anni di età, non ha persone disabili a carico e non ha minori a carico, potrà ricevere 350 euro al mese come supporto alla formazione al lavoro attraverso gli sportelli dei “Centri per l’Impiego” e dell’Inps.

Insomma, gli impiegati sei Servizi e gli assistenti sociali non possono far nulla.

No. Perché anche gli aventi diritto, individuati tra coloro che hanno a carico dei minori, agli ultrasessantenni e a coloro che hanno disabili nel nucleo familiare e che continueranno a ricevere 480, solo da gennaio saranno presi in carico da una piattaforma che metterà in collegamento queste strutture e i Servizi sociali.

Il governo sta reagendo alle critiche, sostenendo che la cosa era risaputa da tempo.

Ma l’attuazione è mal gestita e si scaricando sui Comuni. Su tutti i Comuni, naturalmente. Il governo deve intervenire interrompendo questo corto circuito, cambiando decisamente strada.

La Carta risparmio a Taranto

Anche la concessione della Carta risparmio spesa ha creato dei problemi. Come sono stati scelti i fruitori e quanti sono a Taranto?

Siamo stati contattati dall’Inps che ci ha inviato un elenco chiedendoci una verifica anagrafica, da cui è scaturita una sorta di graduatoria. Gli aventi diritto a Taranto sono poco più di 5.000. I nostri servizi sono stati impegnati, la sera del 18 luglio, in una mole di lavoro per inviare avvisi a tutte le famiglie per l’acquisizione della carta, salvo apprendere che gli aventi diritto potevano recarsi direttamente alle Poste per ritirare la post-pay.

Ma anche il Comune eroga sussidi alimentari a molte famiglie. Non sono alternativi ad altri strumenti.

No perché, come per la Carta risparmio, di tratta di un limitato contributo annuale.

Il reddito di cittadinanza sembra diventato elemento di scontro politico strumentale.

Proprio così. Mettere in relazione un sostegno di sopravvivenza con il lavoro è un grande sbaglio. Se venisse proposto un “vero” lavoro nessun percettore in grado di lavorare lo rifiuterebbe. Chi vuole abolire un contributo di 500 euro lo vuole sostituire con stipendi di uguale entità, cioè con la licenza di sfruttare. Andava ripensato, non abolito.

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