L’omelia dell’arcivescovo Miniero ai funerali di Antonio Bellanova, operaio morto al porto di Taranto
Si sono svolti oggi, martedì 1 agosto, nella chiesa ‘Santa Famiglia’ al quartiere Salinella, i funerali di Antonio Bellanova il giovane lavoratore somministrato con un contratto Multiservizi, schiacciato martedì 25 luglio da una ecoballa nel porto di Taranto.
Riportiamo alcuni passaggi dell’omelia che l’arcivescovo Ciro Miniero ha pronunciato durante le esequie.
Il trentunenne lascia una moglie di 24 anni e tre figli piccoli.
“Non vorremmo mai piangere un fratello o una sorella che muore sul lavoro – ha esordito il presule di Taranto –; noi sappiamo che la vita ci riserva di tutto e, nonostante le continue e dolorose esperienze, non si riesce ancora a tutelare chi lavora per il bene della famiglia, per il bene proprio, da queste tragedie.
Nel Vangelo che abbiamo ascoltato il Signore ci ha voluto indicare come lui è presente nelle nostre notti, fino al momento della conclusione della nostra vita. Ogni volta che noi facciamo esperienza della sofferenza e della morte sappiamo di trovare il Signore, sappiamo che lui non ci abbandona, che lui è presente, che ci apre una strada che va oltre la morte. il Signore ci dà la forza di continuare a sperare. In questa morte, il nostro fratello Antonio trova il Signore che lo accoglie con tutto il bene che lui ha fatto lavorando per la sua famiglia, per i suoi figli, impegnandosi nel bene e compiendo il proprio con un lavoro probabilmente non adeguato. Noi lo affidiamo al Signore con la nostra preghiera, non solo per la sua anima, ma anche per la sua famiglia e per i suoi figli, per il dolore per una vita stroncata nel pieno della sua giovinezza”.