Francesca Semeraro e Benedetta Pilato: la tempra dei Grandi

La premessa è che lasciare la terra natia è un’esperienza altamente formativa. Partire per poi tornare, quando i tempi sono maturi, sarebbe l’ideale. Così si può arricchire il bagaglio personale, tecnico e umano, da mettere al servizio della comunità. Laddove la bellezza dello sport sta proprio nella condivisione del risultato. Lasciare Taranto, però, più che una scelta di libertà è spesso una necessità per tanti ragazzi e ragazze che sanno eccellere in qualsiasi disciplina. Giovani da assurgere a modello virtuoso nel tentativo di coniugare sport e istruzione. Pratica sportiva e pratica intellettuale, utili a fare della persona un cittadino ideale. Tra i buoni esempi c’è Francesca Semeraro. Altra eccellenza dello sport nata nella città dei due mari (lo scorso 8 giugno, a Modena, al Challenge nazionale di qualificazione agli Assoluti, ha firmato un nuovo record nel salto con l’asta saltando la misura di 4,35 metri), l’atleta di venticinque anni tesserata per l’Alteratletica Locorotondo commenta al nostro giornale l’ultima prova in vasca lunga di Benedetta Pilato nei 50 rana, la finale dei campionati mondiali di nuoto andati in scena a Fukuoka in Giappone, e quanto nel breve termine la campionessa 18enne si deve aspettare. La sorella di Luca, il quale è tornato a vestire la canotta dell’Amico Cras Taranto, quest’anno (a proposito di ritorni), non può che augurare il meglio a Benny. Che domenica scorsa ci ha regalato un’altra gioia.
Hai visto la gara?
“Sì, l’ho vista, anche se sono stata impegnata. Che dire: Benedetta è stata bravissima, come sempre. È una conferma, ormai, nel nuoto mondiale, nel confronto con atlete di alto livello. Una grandissima veramente”.
Nel suo sguardo si poteva leggere un pizzico di rammarico, chiaramente…
“Anche se non è riuscita a rivincere l’oro, la medaglia di bronzo (nessuno la denigri, ndr), conquistata a distanza di un anno dal’ultimo successo più grande nei 100 metri rana, rappresenta un risultato importante: bisogna riconoscere i sacrifici che ci sono dietro gli stessi risultati, e non dare nulla per scontato. Sono davvero contenta per lei”.
Riguardo all’imminente trasferimento di Benny a Torino, cosa ne pensi?
“Dico che la capisco, purtroppo. Ho fatto lo stesso anch’io, anni fa, trasferendomi dapprima a Varese, poi a Foggia dove mi trovo tuttora (sempre allenata da Davide Colella, ndr). Diciamo che questa scelta ci sta, per motivi di studio e per gli allenamenti, per ovviare ai continui viaggi, alle infrastrutture che al momento mancano sul territorio in cui siamo nate: la piscina olimpionica per lei, il campo scuola atleta di Taranto nel mio caso. È il suo percorso e fa bene a fare questo cambiamento, secondo me. Sicuramente all’inizio sarà un po’ difficile, non mancheranno le difficoltà; ma per come siamo noi atleti, che subito ci sappiamo adattare, penso che si troverà molto bene a Torino, nel nord Italia”.
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