Nuovi Orizzonti, la ricetta di Mari Panteva: “Unirci, giocare bene e divertirci”

Un palazzetto non proprio accogliente. Lo sarà a partire dalle prossime ore, quando il clima rovente di questa estate lascerà il posto a temperature più sopportabili: quanto respirato ieri mattina al Palamazzola, in occasione del primo allenamento della Nuovi Orizzonti basket Taranto, lascia presagire proprio partite “di fuoco”. Quelle che si disputeranno nel prossimo campionato nazionale di serie B femminile, e non soltanto. Tra le guerriere, Mari Panteva darà il suo contributo importante. Centottantacinque centimetri, che non incutono alcun imbarazzo o timore, se non nell’avversario, sul campo di basket; occhi che attraggono; una parlantina fluida, un italiano corretto, l’accento dell’est la rende già simpatica: se l’ala bulgara, classe 2000, gioca come si esprime parlando, i tifosi ionici possono stare tranquilli sull’andamento del campionato. Le premesse sono rassicuranti – l’atleta vista all’opera nel primo allenamento al Palamazzola di Taranto si muove, fa stretching prima delle sue compagne. In questa intervista concessa da Mari Panteva a Nuovo Dialogo tralasciamo l’aspetto agonistico – sportivo per far emergere le prime impressioni della giovane donna, qui appena sbarcata.
Hai già dichiarato di essere molto contenta del tuo arrivo a Taranto. Ma non sei anche dispiaciuta di aver lasciato Sant’Antimo? Ovvero la stessa società che, di fatto, ha consentito il salto di categoria della Nuovi Orizzonti basket Taranto?
“Io sono felice di aver trovato questa nuova realtà. Una società che ha una grande storia. Sono molto contenta di far parte di questo gruppo. Anche a Sant’Antimo ho trovato una bella società, molto ben organizzata: peccato che poi hanno preferito unirsi con Casalnuovo in un progetto di gemellaggio. Hanno fatto questa scelta puntando sul settore giovanile, per farlo crescere. Nella scorsa stagione non abbiamo raggiunto tutti gli obiettivi che ci eravamo prefissati. Il primo era arrivare ai playoff, poi vincerli. Li abbiamo raggiunti ma ci è mancato qualcosa. Qui a Taranto adesso cerchiamo di fare un bel campionato, di crescere come gruppo: unirci, giocare bene, divertirci, dare il meglio di noi. E poi vediamo”.
Sei da poche ore a Taranto: cosa te ne pare di questa città?
“L’ho vista per poco. È una bella città di mare. In passato l’ho conosciuta solo giocandoci contro. È una città che sente tanto il supporto del pubblico, e spero che non mancherà neanche quest’anno. Noi come squadra ne abbiamo tanto bisogno. Giocare in un palazzetto pieno è tutt’altra cosa, un grande stimolo per i praticanti di tutti gli sport (dalla pallavolo alla pallacanestro, al basket in carrozzina, quest’anno il Palamazzola sarà felicemente affollato, ndr). Col pubblico ti senti seguito e supportato”.
Un pensiero alla tua terra natale. Hai notizie di quanto sta succedendo lungo il confine con la Turchia? Dove si denunciano violazioni di diritti umani, sul fronte migranti: persone respinte e fatte oggetto di violenze, lasciate senza soccorsi, anche, riferisce il Collettivo rotte balcaniche Alto vicentino. Questa è una questione importante di cui si parla poco in Italia…
“La mia città sta lontano dal confine. Quello che posso dire è che, almeno da noi, è tutto tranquillo. So che stanno facendo controlli. Certo, la questione è importante, ma anche lì non se ne parla tanto”.
Cosa fa Mari Panteva, quando non gioca a basket?
“Faccio l’università. Studio Lingue a Napoli. Il mio tempo, quindi, è diviso tra lo studio e il basket. Vorrei fare anche altro. Adesso che sono a Taranto, ad esempio, mi piacerebbe andare in giro per conoscere la città”.
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