Dinamo Taranto, coach Orlando loda il gruppo: “Coeso, lavora tanto e con il sorriso”
Megan Mahoney, Michelle Greco, Giorgia Sottana: sono alcuni dei grandi nomi che hanno fatto grande il basket rosa ionico. Lì dove il pubblico più numeroso ha riempito gli spalti del PalaMazzola, si è avuta chiara ed immediata la percezione che al momento del tripudio massimo segue la discesa ripida, altrettanto rapida. Così è stato. Dopo anni di buio, una nuova realtà si è affacciata e guadagnata spazio, per riconquistare lo stesso pubblico appassionatosi al basket: la Nuovi Orizzonti Dinamo Taranto. Il timoniere è William Orlando. Quelle immagini che ha ben impresse nella sua mente, delle gesta vissute in prima persona sullo stesso parquet di gioco dove ora sta allenando, possono essere replicate, in un futuro non troppo lontano: l’allenatore sa, in cuor suo, di poter scrivere pagine importanti, in un ruolo primario rappresentando una società solida e ambiziosa e affamata, impegnata nella scalata alla pallacanestro che conta. La serie B nazionale è un ottimo punto di ripartenza dopo le battaglie delle ultime annate. Il campionato è lontano, dista sei settimane; la preparazione già entrata nel vivo, per le giovani ragazze, sotto l’egida di William Orlando, che di esperienza ne ha accumulata tanta.
È uscito il calendario: Taranto è collocata nel girone A. Quali indicazioni ci può dare sulle squadre e sul primo scoglio da affrontare?
“È un calendario abbastanza favorevole per noi. Il primo scontro diretto con una squadra importante lo abbiamo alla terza giornata col Campobasso, che è tra le squadre più forti insieme all’Ariano Irpino, da affrontare come penultima avversaria del girone di andata in casa. Il calendario, ripeto, per come sono state messe le partite, è positivo. Ma poi c’è da giocare con tutte le squadre, e quello che ti può sembrare sulla carta facile, può rivelarsi più complicato di quello che puoi pensare”.
Gli organici, peraltro, sono ancora da definire in questa fase…
“Infatti c’è Benevento, nostra prima avversaria (la Virtus Academy, una delle due squadre che rappresenteranno il capoluogo campano, ndr), che deve ancora allestire buona parte della squadra. Sulla carta, al momento, potrei dire che questa partita può risultare facile, ma da adesso al 29 ottobre le cose potrebbero cambiare”.
Siamo all’ottavo allenamento della nuova annata: che gruppo hai trovato?
“Ho trovato un gruppo prima di tutto coeso. Mi sembra che le ragazze stiano bene insieme. Stanno lavorando tanto, con impegno, ma soprattutto con il sorriso. È un gruppo che vuole fare bene e che ha il piacere di stare in palestra”.
La pausa deve aver inciso sullo stato di forma delle ragazze…
“Sicuramente sul piano fisico c’è da lavorare tanto. Tante di loro non hanno fatto granché questa estate, come purtroppo spesso accade, ma il calendario ci dice che il campionato comincia il 29 ottobre: il tempo per prendere una buona condizione fisica c’è tutto”.
L’allenatore parla sempre del gruppo più che del singolo. E ancor meno di se stesso; ma quali sono le ambizioni personali di William Orlando? Se ti dico 7 maggio 2012 cosa ti viene in mente?
“Lo scudetto vinto in casa dal Cras. Gara 3 con Schio, la finale che vincemmo 3-0, se non ricordo male. Un 7-0 complessivo. Perché vincemmo anche in Coppa Italia, entrambe le partite di campionato, e anche in Supercoppa, se non sbaglio. In tanti ancora ricordano quel risultato”.
Che ricordi hai delle tre stagioni vissute da allenatore in seconda del grande Cras?
“Sono state tre stagioni diverse. Tutte molto belle ma, anche se non vincemmo lo scudetto quell’anno, quella che ricordo con maggior piacere è stata la prima, perché mi ha portato a fare la prima esperienza in Eurolega. Ricordo che abbiamo fatto i quarti di finale arrivando alla fine quinti, per la classifica avulsa. Quel risultato, fare quell’esperienza in giro per l’Europa contro squadre che a livello europeo avevano un grande blasone, per me è stato molto importante”.
Ricordi lontani…
“Abbastanza. Alla fine, però, quando ci ricordiamo quelle annate, ci sembrano molto vicine, perché sono state molto importanti: hanno segnato la storia del basket tarantino. Tante situazioni quindi non ti sembrano affatto lontane, nonostante gli anni passati”.
In serie A ci vorresti tornare?
“In questo momento, in considerazione anche della riforma sportiva, è complicato pensare alla serie A: dal punto di vista economico ci vuole una disponibilità importante. Quello che dico io è di fare un passo alla volta. Adesso siamo in serie B: cerchiamo di farla bene, e di mettere fondamenta importanti, sia dal punto di vista delle giocatrici, anche del posto facendo crescere alcune delle nostre, e poi anche dal punto di vista societario. Dirigenti, organizzazione, staff. Una volta messe queste basi possiamo pensare di fare un passo dopo l’altro. E poi, perché no, sognare non costa niente”.