“La lezione di don Milani”: venerdì 22, incontro alla San Pasquale Baylon
“La lezione di don Milani: ‘La scuola siede tra il passato e il futuro e deve averli presenti entrambi’” è il tema della serata dedicata all’illustre educatore e uomo di Chiesa che si terrà venerdì 22 alle ore 18 nella chiesa di San Pasquale Baylon dei frati francescani minori, a Taranto. Organizzano le sedi tarantine dell’Associazione italiana maestri cattolici e della Società Dante Alighieri.
La relazione sarà affidata al prof. Roberto Imperiale, componente del Comitato nazionale per le celebrazioni del centenario della nascita di don Lorenzo Milani nonché fondatore e presidente onorario del Grimed, Gruppo di ricerca Matematica e Difficoltà.
La conferenza sarà aperta dai saluti del parroco della San Pasquale Baylon, fra Vincenzo Chirico, con gli interventi della prof.ssa Mariangela Tarantino, presidente dell’Associazione italiana maestri cattolici di Puglia, e della prof.ssa Josè Minervini, presidente della Società Dante Alighieri di Taranto.
La figura di don Lorenzo Milani (Firenze, 27 maggio 1923 – Firenze, 26 giugno 1967) è legata all’esperienza didattica rivolta ai bambini poveri nella disagiata e isolata scuola di Barbiana, annessa alla piccola chiesa di Sant’Andrea. Lo scopo era quello di costituire un’istituzione inclusiva, democratica, con il fine non di selezionare ma piuttosto di far arrivare – tramite un insegnamento personalizzato – tutti gli alunni a un livello minimo d’istruzione, garantendo l’eguaglianza con la rimozione di quelle differenze che derivano da censo e condizione sociale.
La scuola era alloggiata in un paio di stanze a Barbiana, un paese con un nucleo di poche case intorno alla chiesa e molti casolari sparsi sulle pendici del Monte Giovi: con il bel tempo si faceva lezione all’aperto sotto il pergolato. La scuola suscitò immediatamente molte critiche con attacchi sia dal mondo della chiesa sia da quello laico. Le risposte a queste critiche vennero date con “Lettera a una professoressa” (maggio 1967), in cui i ragazzi della scuola (insieme a don Milani) denunciavano il sistema scolastico e il metodo didattico che favoriva l’istruzione delle classi più ricche.