Inaugurato l’anno associativo dell’Azione Cattolica
Venerdì 20 ottobre al seminario arcivescovile, alla presenza dell’arcivescovo mons. Ciro Miniero e dell’assistente unitario diocesano mons. Carmine Agresta, in un momento bello di gioia e semplicità, è stato inaugurato l’anno associativo dell’Azione Cattolica diocesana.
La presidente dell’associazione, Letizia Cristiano, ha presentato inizialmente il tema dell’anno incentrato sulla responsabilità e cura verso gli altri e il creato, e ha ricordato le prossime assemblee elettive parrocchiali e diocesane.
Mons. Carmine Agresta, poi, ha illustrato l’icona biblica dell’anno “Chi ha toccato le mie vesti? ” (Mc 5,21-43), il brano che ha come protagoniste principali due figure femminili: una donna affetta da perdite di sangue e una ragazza morente. “Ci troviamo di fronte a due racconti intrecciati – ha detto – Il tema di fondo è l’esperienza della fede capace di donare pienezza di vita in un contesto difficile (l’emorroissa) se non impossibile (la figlia di Giairo). È l’incontro vivo con Gesù che si lascia toccare dall’emorroissa, o che prende per mano la fanciulla morta e che quindi si lascia contaminare dal limite e dalla sofferenza umana che dona la salvezza e la vita a entrambe. L’atteggiamento e lo stile di Gesù diventa così modello di vita per il credente chiamato ad una fede capace di osare e pronta ad accogliere il desiderio di incontro, il bisogno di ridurre le distanze, e la necessità di recupero della gioia di vivere”.
Ha concluso l’incontro mons. Miniero invitando tutti ad essere protagonisti fiduciosi, a rischiare ad osare nella fede proprio come la donna del Vangelo. Il mondo ha bisogno di toccare e lasciarsi toccare dall’Amore. Questo l’auspicio e il compito di ciascuno. Ecco alcune parole dell’arcivescovo: “Dobbiamo guardare sfidando il tempo, anzi vivendo il tempo…Sia la donna che il capo della sinagoga sfidano il tempo e anche Gesù lo fa perché si lascia toccare, sfida la legge del tempo… Non dobbiamo vegliare un morto. Dobbiamo sforzarci, dobbiamo osare. Osare vuol dire non chiuderci in noi stessi, nel nostro essere tesserati, perché non è finito il tempo della ricerca dell’altro. Bisogna ricercare in altri modi… Dall’Azione Cattolica mi aspetto in questo camminare insieme questo ‘osare’ affinché ogni realtà possa vivere la dimensione missionaria per il bene di tutti”.
*testimonianza di una iscritta