Medici, infermieri, fisioterapisti lamentano il peggioramento della Sanità anche in Puglia
La Sanità, è risaputo, è il settore che più di ogni altro dà la misura della qualità della vita di una comunità, di una nazione. Per questo preoccupano i continui segnali di un peggioramento complessivo della qualità del Servizio sanitario italiano, che era un fiore all’occhiello per il nostro paese. Il taglio continuo alle risorse e la crescente insufficienza del personale, soprattutto medici e infermieri, stanno provocando un arretramento che ha i suoi effetti principali nel calo delle aspettative di vita, nelle lunghissime liste d’attesa, della rinuncia alle cure da parte soprattutto nei meno abbienti.
Anche la nostra regione, che ha saputo arginare negli anni scorsi alcuni dei fenomeni più inquietanti, sta conoscendo un peggioramento complessivo. Continue sono le sollecitazioni da parte di sindacati di categoria e ordini professionali, ultima in ordine di tempo quella dell’Ordine delle professioni infermieristiche di Taranto, che lamenta il silenzio sulle dotazioni organiche dell’Asl.
Gli infermieri
Il presidente Pierpaolo Volpe, contesta il Piano assunzionale dell’Asl di Taranto e le mancate risposte dell’assessore regionale Palese, la cui poltrona, per altro, sembra vacillare nella prospettiva di un rimpasto nella giunte regionale. Ma anche l’Ordine dei fisioterapisti è molto preoccupato per la diminuzione degli operatori, mentre i medici, giù provati da tagli e superlavoro, a livello nazionale minacciano di incrociare le braccia per i paventati tagli alle pensioni
Oltre allo stesso Volpe, abbiamo coinvolto, in un rapido giro d’orizzonte, il presidente dell’Ordine dei medici di Taranto, Cosimo Nume, e Gialia Berloco presidente dell’Ordine dei fisioterapisti per Bari-Bat-Taranto.
“Il nuovo Piano assunzionale della ASL Taranto approvato con la delibera di Giunta regionale n.1432 del 19 ottobre 2023 – afferma Volpe – ci consegna un quadro preoccupante per la sanità ionica. È rimasta purtroppo inascoltata la mia richiesta di conoscere lo stato delle dotazioni organiche di personale delle Aziende sanitarie pugliesi. Ritengo sia necessario che la Regione Puglia, in maniera trasparente, consenta una lettura della situazione del personale infermieristico e di supporto nelle singole aziende sanitarie, perché potremmo scoprire che la ASL Taranto è sottodimensionata rispetto ad altre province della Regione”.“È opportuno – conclude Volpe – che l’assessore Palese disegni un quadro chiaro della condizione in cui versa la sanità tarantina e pugliese, evitando tagli lineari che non fanno altro che penalizzare sempre di più le aziende sanitarie con una maggiore carenza di personale”.
I fisioterapisti
La scarsezza di fisioterapisti a fronte di una sempre crescente richiesta e il conseguente allungarsi delle liste di attesa, ci vengono segnalate da Gialia Berloco, che denuncia come per una cura fisioterapica, in media, un utente pugliese può aspettare fino a oltre un anno dalla richiesta. Le nuove assunzioni non compenseranno neppure i prossimi pensionamenti. “Da parte nostra c’è un impegno enorme, ma siamo pochi e non possiamo rispondere a tutte le esigenze. Inoltre, l’aumento dell’età media dei cittadini e le difficoltà nella sostenibilità economica del sistema sanitario nazionale e regionale obbligano a impetrare alla sanità pugliese l’aumento del numero di assunzioni previste, poiché il fisioterapista è a pieno titolo una figura di fondamentale importanza in tema di sanità pubblica”.
“Nella fase più critica della pandemia – aggiunge Berloco – eravamo in terapia intensiva e in rianimazione per aiutare i pazienti a respirare, a ritornare a muoversi dopo i lunghi giorni di degenza e nella riabilitazione post ricovero. Oggi sembra che questo sia stato dimenticato”.
I medici
Il dottor Nume, che abbiamo intervistato per altro alla vigilia del suo pensionamento, si fa interprete dell’inquietudine della categoria per il varo della revisione del calcolo delle pensioni: “La revisione dei rendimenti delle pensioni comporterà l’effetto di un ulteriore esodo dei lavoratori del settore sanitario, poiché in molti di coloro che hanno i requisiti potrebbero decidere di andare in pensione entro la fine dell’anno. Questo per evitare il nuovo meccanismo di calcolo che scatterà dal 2024, e che risulterà penalizzante”.
L’intervista col dottor Numero apparirà in un prossimo servizio.