Diritti umani

Manuela De Marco (Caritas): “Nella conversione del Decreto Immigrazione, si tenga conto della sentenza Cedu che condanna l’Italia”

foto Ansa/Sir
30 Nov 2023

di Patrizia Caiffa

La sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu) che nei giorni scorsi ha condannato l’Italia per detenzione illegale di minori stranieri nell’hotspot di Taranto: “è importante perché interviene in un quadro in cui il governo italiano sta cambiando in peggio quelle che erano già norme non osservate. L’Italia è stata condannata perché la legge italiana non è stata rispettata. Eppure in questo momento il governo pensa di andare nello stesso senso che la Cedu invece stronca. Speriamo che nella conversione attuale del decreto legge Immigrazione si consideri l’impatto di questa sentenza, che non è in linea con i principi stabiliti dalla Corte europea dei diritti dell’uomo”. Lo afferma Manuela De Marco, dell’Ufficio immigrazione di Caritas italiana. La Cedu ha condannato l’Italia per avere detenuto illegalmente nell’ hotspot di Taranto diversi minori stranieri non accompagnati (art. 5, parr. 1, 2 e 4 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo), per avere utilizzato trattamenti inumani e degradanti nel predisporre le loro misure di accoglienza (art. 3 della Convenzione), per non avere nominato un tutore né avere fornito loro alcuna informazione sulla possibilità di contrastare in giudizio tale condizione (art. 13 della Convenzione, in relazione all’art. 3). Il Governo italiano sarà tenuto, altresì, a risarcire i ricorrenti per il danno loro causato. Dopo una sentenza di questo tipo l’Italia viene messa sotto osservazione da parte di un organismo fatto dai governi degli Stati membri per adeguarsi alle sentenze, “è un monitoraggio politico”, spiega De Marco.
“La Cedu ha condannato l’Italia per avere trattenuto minori nell’hotspot laddove non possono essere trattenuti ma accolti – ricorda -. L’hotspot è un luogo chiuso dove i minori non possono uscire, vanno invece collocati in centri di prima accoglienza o nelle strutture regionali accreditate”. Purtroppo i centri di prima accoglienza gestiti dal ministero dell’interno “sono sempre sottostimati come posti a disposizione, quindi si cercano soluzioni che non sono rispettose dei diritti dei minori e non seguono i percorsi specifici di presa in carico. Chi vince gli appalti è vincolato dal rispetto della normativa ma spesso ci si giustifica dicendo che in condizioni di eccezionali flussi tutto è lecito”.
Le associazioni presenti nel Tavolo per i minori stranieri coordinato da Save the Children, compresa la Caritas, sono state molto critiche sul Decreto Immigrazione in discussione in Parlamento, che prevede, tra l’altro la promiscuità tra i minori sopra i 16 anni e procedure sull’accertamento dell’età che possono ridurre le garanzie in loro favore: “Abbiamo fatto diverse audizioni invitando il governo ad essere rispettoso di quanto previsto dalla stessa Cedu, che vieta la detenzione dei minori nell’hotspot, a cercare soluzioni che siano rispettose dei diritti dei minori e a non arretrare su questo perché è già intervenuta una condanna. Figurarsi se si va in senso contrario”. De Marco conferma che “c’è il rischio che le sentenze non vengano ascoltate” anche se in passato “raramente l’Italia non ha cercato di adeguarsi, perché sono indicazioni politiche serie che vengono dall’Europa”. Le sentenze Cedu “valgono anche ai fini dell’impugnativa dei provvedimenti successivi ma non hanno la stessa efficacia delle sentenze della Corte di Cassazione o soprattutto della Corte Costituzionale, che eliminano dall’ordinamento giuridico una norma se incostituzionalmente illegittima”.
“C’è una preoccupante tendenza all’arretramento dei diritti dei minori, nonostante la legge Zampa e nonostante il fatto che le risorse europee potrebbero essere spese per potenziare questi centri e realizzarli secondo i crismi della legge – conclude De Marco –. È anche un problema di allocazione di risorse, che segue una volontà politica che però non tutela i diritti”.

 

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Eventi internazionali

La pittrice pulsanese Mariolina Morciano, in arte MaMo, alla Biennale d’arte di Milano

30 Nov 2023

Duecentoottantasette artisti, di questi 50 provenienti da tutti i Paesi del mondo. Pittura, poesia, scultura, fotografia in mostra. Si è appena conclusa l’edizione 2023 della Biennale di Milano – International Art Meeting, il prestigioso evento che riunisce artisti di talento, italiani e stranieri, all’insegna dell’amore per l’arte.  Riconosciuta a livello internazionale, propone mostre d’arte, design, architettura e moda, insieme a spettacoli teatrali, performance, concerti, talk e incontri. Tutti gli artisti ambiscono a parteciparvi, ma non tutti possono. Bisogna essere selezionati.

MaMo con Katia Ricciarelli

Alla Biennale del 2023 ha partecipato la pittrice Mariolina Morciano, nota al pubblico come MaMo, che vive e lavora a Pulsano. A Milano ha portato tre sue opere che rappresentano il suo sguardo sul mondo ed il legame con l’ambiente cittadino. L’edizione appena conclusa è stata dedicata alla donna, con una serie di opere che la rappresentano in tutte le declinazioni e le forme artistiche. Nei 4 giorni di durata molte le visite di personaggi famosi ed Istituzioni: da Katia Ricciarelli a Vittorio Sgarbi, Paolo Liguori e Massimo Giletti, solo per citarne alcuni. Curatore d’arte: Salvo Nugnes.

“Solo rientrata a casa – afferma MaMo –, ho realizzato pienamente l’importanza della mia partecipazione. Nei 4 giorni di eventi tutti noi artisti eravamo impegnati a promuovere la nostra arte, ma soprattutto a conoscere culture, lingue, studi, forme artistiche diverse. Nulla era precluso, a parte la qualità artistica dell’opera.” La Morciano, che nel corso dell’anno ha partecipato ad altre mostre, ha raccontato la sua arte materica, i paesaggi cittadini, i territori astratti, i palazzi, le case. Tele ultracolorate o monocolore, attraversate da pennellate decise o da lavorazioni con il gesso. Un modo che si apre agli occhi di chi guarda con l’animo disposto ad incontrare l’altro e l’anima pronta ad accogliere l’immortalità.

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Solidarietà

Gesto di solidarietà di due associazioni in favore dell’Advi “Bruno Lodeserto”

30 Nov 2023

In occasione delle festività natalizie il Movimento Shalom Sezione Puglia e l’Associazione italiana persone down – sezione di Taranto hanno pensato di aiutare l’Advi (Associazione donne volontarie italiane) intitolata a Bruno Lodeserto che si occupa del sostegno a ragazzi e famiglie con diversabilità. All’Advi saranno donate 20 sedie pieghevoli. Si tratta di un piccolo gesto che permetterà ai ragazzi dell’Advi di avere una sede associativa più comoda, accogliente e pronta ad ospitare un maggior numero di persone durante le sue iniziative. La cerimonia di consegna delle sedie, alla presenza dei responsabili delle tre associazioni – Lucia Parente per il movimento Shalom, Eustachio Leone per l’Aipd di Taranto, Wanda Lodeserto per l’Advi – si è svolta mercoledì 29 novembre nella sede dell’Advi in via Lago d’Albano 19 alla Salinella. Ciò dimostra l’attenzione del movimento Shalom anche ai bisogni dell’ambiente in cui opera, con uno sguardo rivolto al prossimo a 360°, pur restando costante e primario l’impegno a sostegno dei bambini e del popolo del Burkina Faso in Africa con le adozioni a distanza e i vari progetti di cooperazione internazionale.
Per Natale, grazie alla donazione di un benefattore, socio di Roma del movimento Shalom di Taranto, un bimbo burkinabé di cinque anni con problematiche di salute e denutrizione è stato operato ad un braccio e, a breve, sarà sottoposto ad un intervento per un’ernia ombelicale.

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Eventi di sensibilizzazione

Alla Gesù Divin Lavoratore celebrata la giornata contro la violenza sulle donne

30 Nov 2023

di Angelo Diofano

A cura del Polo culturale della parrocchia Gesù Divin Lavoratore dei padri giuseppini del Murialdo, con la collaborazione del Corpo forestale volontario, sabato scorso, 25 novembre, si è celebrata al quartiere Tamburi la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.

Incentrata sui temi della libertà, del rispetto, del saper vivere, comunicare e relazionarsi, l’iniziativa, intitolata “Nemmeno con un dito”, si è svolta nel salone parrocchiale con il supporto del Corpo forestale volontario Taranto.

Momento centrale è stato il dibattito che ha visto la partecipazione di note professioniste come la psicologa Francesca Pignatale, la sociologa Maria Vittoria Colapietro, Rosaria Leserri, esponente dell’associazionismo, l’amministratore parrocchiale padre Eugenio Beni, il direttore dell’Opera Gesù Divin Lavoratore, padre Angelo Bissoni. Molti e vivaci gli interventi da parte del pubblico, in particolare degli scout del gruppo Agesci Ta-18 della Concattedrale, che hanno contribuito con le loro profonde riflessioni.

L’evento è stato impreziosito dalle canzoni sul tema della serata, egregiamente eseguite dalla giovane Debora, allieva dell’Accademia ‘Apulia MusicArte’, diretta dalla dott.ssa Antonella Sgobio.

Al termine, con la proiezione di un video sono stati ricordati i nomi delle 107 donne che hanno perso la propria vita per mano d’uomo, dall’inizio di questo anno fino ad oggi, di cui ben tre negli ultimi giorni. “Speriamo che questa mattanza venga fermata grazie al cambiamento della mentalità umana e all’intervento della giustizia”, ha concluso padre Eugenio, che sabato 9 dicembre, alle ore 18, durante la celebrazione dell’arcivescovo mons. Ciro Miniero sarà presentato ufficialmente alla comunità quale amministratore parrocchiale.

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Incidente mortale

Venerdì in Concattedrale i funerali dei tre militari tarantini morti nell’incidente stradale vicino Mottola

foto Ansa/Sir
30 Nov 2023

di Angelo Diofano

Venerdì 1 dicembre alle ore 11 nella concattedrale “Gran Madre di Dio” saranno celebrati i funerali di Mimmo Aloia (originario di Montemesola), Alberto Battafarano (Taranto) e Domenico Ruggiero (Statte), i tre militari dell’Esercito deceduti lunedì scorso in uno scontro della Fiat Multipla in cui viaggiavano con un minivan.

Il rito funebre sarà presieduto dall’ordinario militare, mons. Santo Marcianò, e concelebrato dall’arcivescovo mons. Ciro Miniero.

L’incidente, ricordiamo, è avvenuto sulla statale 100 nei pressi dello svincolo per Mottola in direzione Taranto e ha provocato altre due vittime.

I tre giovani appartenevano alla Brigata Pinerolo 7° reggimento bersaglieri, di stanza ad Altamura. 

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Diocesi

L’icona della Madonna della Salute itinerante per le case

foto G. Leva
30 Nov 2023

di Angelo Diofano

Come accade dal 2019, ogni giovedì sera, nel santuario mariano di piazza Monteoliveto (in città vecchia) termine della santa messa delle ore 18.30, la confraternita dell’Immacolata consegnerà due piccole icone della Madonna della salute ad altrettante famiglie che ne hanno fatto richiesta. I quadretti resteranno nelle loro case per una settimana per momenti di preghiera e di venerazione. Quindi, il giovedì successivo le immagini saranno riportate al santuario per proseguire l’itineranza.

 La consuetudine si è ormai consolidata e in tutti questi anni (salvo il periodo della pandemia) numerose sono state le famiglie che hanno avuto in casa l’icona.

Molte sono le prenotazioni già pervenute alla segreteria della confraternita, tanto che si parla di disponibilità di date solo per l’anno nuovo; per consentire a un maggior numero di famiglie di usufruire di tale possibilità si starebbe però valutando di realizzare altre icone della Madonna della salute.

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Cammino sinodale

La lezione di Benigno Papa sul sinodo: la Chiesa è chiamata a essere sempre attuale

29 Nov 2023

di Silvano Trevisani

La lezione sulla sinodalità di monsignor Benigno Papa, arcivescovo di Taranto scomparso nel marzo scorso, è stata al centro di un intenso incontro svoltosi ieri sera nella Biblioteca Marco Motolese, al quartiere Tamburi. L’occasione è stata offerta dalla presentazione del libro “A scuola di sinodalità negli Atti degli Apostoli”, libro scritto da Papa per le edizioni Vivere In, e che doveva essere presentato proprio nei giorni della sua scomparsa, che reca l’esplicito sottotitolo: “Per acquisire uno stile cristiano di missionarietà”. Un’occasione colta dall’arcivescovo Ciro Miniero per precisare, con parole chiare, come l’insegnamento della Chiesa, nella sua costante attualità, e nella sua dimensione sinodale, non possa essere soggetto a tensioni conservatrici o “negazioniste”, ma deve guardare al presente, ricavando dalle scritture le indicazioni per essere attuale oggi.

A organizzare l’incontro di studio, che ha visto tra le altre le presenze degli arcivescovi di Taranto e di Otranto, Ciro Miniero e Francesco Neri, è stata Carmen Galluzzo Motolese presidente della Marco Motolese e del Club per l’Unesco di Taranto, che ha introdotto e coordinato i lavori. Una sorta di debito di riconoscenza lega, infatti, l’Associazione da lei presieduta al pastore che aveva tanto in conto la cultura e la formazione. Nel suo intervento iniziale, infatti, ha sottolineato il contributo che il compianto arcivescovo ha dato, in forma di sollecitazione ma anche di aiuto concreto, allo sviluppo della biblioteca, anche attraverso l’acquisto della libreria che ospita i tanti volumi che si sono andati accumulando nel corso degli anni.

Gli interventi

È toccato, quindi, a padre Massimiliano Carucci, cappuccino da sempre vicino a Benigno Papa, e curatore del libro, ricordare la genesi del volume destinato a raccogliere i suoi scritti riferiti al tema della sinodalità come scaturiti dal Nuovo Testamento. Con lucidità e chiarezza, ha detto padre Massimiliano, monsignor Papa ha dettato, nel luglio scorso, i testi da lui manoscritti, nelle sue visite alla comunità di Alessano, cui era molto legato. Il libro, che ha visto la luce in poco tempo, per la disponibilità dei confratelli cappuccini, sarebbe dovuto essere presentato il 23 marzo, ma monsignor Papa è scomparso i 6 marzo, lasciando intatto l’interesse per il suo lavoro e l’impegno a presentarlo adeguatamente, raccolto dalla Biblioteca Marco Motolese.

In un’ampia e approfondita relazione, il vicario generale monsignor Alessandro Greco, che dell’opera saggistica e pastorale di monsignor Papa si è ampiamente occupato, curando anche i cinque volumi antologici de “In nome di Cristo”, ha enucleato i temi della pubblicazione, legata al Sinodo “Per una Chiesa sinodale, Comunione, Partecipazione e Missione”, voluto da Papa Francesco. Il libro si divide in due parti, nella prima, “A scuola di sinodalità negli Atti degli apostoli”, l’autore analizza cinque pericopi, che evidenziano in maniera approfondita come il tema della sinodalità, la sua “strategia” potremmo dire, permei tutto l’insegnamento contenuto negli Atti, cui Papa si è già occupato in precedenti saggi e commenti pastorali. Dal discernimento di Pietro sul caso di Giuda, dalla preghiera comunitaria, dalla soluzione assembleare dei primi conflitti ecclesiali il libro desume un metodo, poi ripreso dal Concilio Vaticano II che, nel Decreto sulla formazione sacerdotale “Optata totius” che insegna che “non si parte dalla dottrina definita per verificare il fondamento nella sacra Scrittura, ma si parte da essa per far venir fuori le verità della fede che contiene, in modo esplicito o implicito, per giungere alla formulazione delle definizioni dogmatiche”.

Nella seconda parte, ha poi spiegato Monsignor Greco, confluiscono le riflessioni consequenziali sulla spiritualità della comunione, sulla spiritualità della missione, sulle modalità di comunicazione del Vangelo. Che vede nella parrocchia “luogo di formazione per l’acquisizione di una cultura sinodale. Lo stile che caratterizza una comunità cristiana sinodale, quale la parrocchia, è dato dalla comunione e dalla missione. La parrocchia è in perenne stato di missione, è luogo di apprendimento di una cultura sinodale come un cenacolo di fraternità e diventa il quartier generale della missione”.

L’arcivescovo di Otranto, monsignor Francesco Neri, cappuccino, ha ricordato la sua ordinazione diaconale ricevuta a San Lorenzo da Brindisi da monsignor Papa che ha lasciato un grande insegnamento sia da studioso e docente sia da vescovo. Ha voluto poi indicare in alcuni punti quelli che a suo parere sono i tratti caratterizzanti della sua visione pastorale: la modernità, scaturita dalla costante attenzione alle testi conciliari, l’attualità, la sinodalità, il modo indicato dalla Chiesa per superare i conflitti, la carità che, secondo l’insegnamento evangelico, è ciò che resterò alla fine dei tempi, e l’umanità, alla cui dimensione egli sempre ha prestato la massima attenzione.

Una testimonianza è stata portata anche da padre Giampaolo Lacerenza, ministro provinciale dei cappuccini di Puglia, che ha definito monsignor Papa “un gigante con un cuore da bambino”, sempre legato all’ordine e all’obbedienza, nonostante il suo ruolo di pastore. Nel suo intervento ha ricordato la ricorrenza dei 40 anni di episcopato di monsignor Papa, coincidenti con l’ottavo centenario dell’approvazione della regola di san Francesco.

Le conclusioni sono state tratte dall’arcivescovo di Taranto, Ciro Miniero, che ha ricordato come le parole di monsignor Papa gli rivolse nel suo primo incontro fossero improntate allo “stare insieme”, che, ha detto “è il dono che il Signore ci ha fatto dell’appartenenza a sé, della comunione. Questo si evince nel testo in maniera preponderante”. “

Non può non essere così La Chiesa – ha aggiunto – una fraternità, una comunità e quando meglio la viviamo nella dimensione umana, nella dimensione divina, noi non facciamo altro che amare Gesù e amare l’umanità che Gesù ha amato, della quale noi pure facciamo parte. È enorme questo patrimonio di grazia che ci è stato donato, quando troviamo persone come monsignor Papa, che ci trasmettono questo. Non a caso a 87 anni ha voluto scrivere un testo così profondo e così attuale. Nell’assemblea diocesana parlavamo proprio di questo ed è bello scoprire la coincidenza delle idee, ecco l’attualità che è incarnata da Cristo che ci apre sempre al mondo attuale”. Ha fotto poi espicito riferimento al paragrafo 33 della “Evangeli Gaudium” dove il papa dice espressamente: “non si deve dire abbiamo sempre fatto così”, perché non è questa la Chiesa cattolica. “La Chiesa non è la comunità ‘che ha sempre fatto così’. Se guardiamo ai tempi più bui della Chiesa è lì che nasce san Francesco. Chi si arrocca nel principio del ‘abbiamo sempre fatto così’ è un negazionista nella vita della Chiesa, a tutti i livelli, anche all’interno delle logiche ecclesiali, perché il Signore rende nuove tutte le cose. Grazie, perciò, per questo momento perché ci fa riprendere il cammino con una fiducia nuova. Se, infatti, un uomo, un vescovo, cappuccino di 87 anni ci chiede di leggere in una dimensione nuova la vita della comunità alla luce degli Atti, noi non possiamo ascoltare senzari prendere quota e camminare come lui che dal cielo ci guida”.

Il convegno, al quale sono intervenute autorità civili e militari, oltre che a una nutritissima rappresentanza del clero tarantino e delle comunità dei cappuccini, è stato allietato da alcuni interventi musicali, particolarmente apprezzati, nei quali la nota cantante lirica Angela Massafra, accompagnata al pianoforte dal maestro Alessandra Corbelli, hanno proposto alcuni brani lirici.

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Migrantes

“Liberi di scegliere se restare o migrare”: il resoconto del convegno di Migrantes

29 Nov 2023

di Angelo Diofano

Svoltosi giovedì 23 novembre nell’aula magna dell’università in via Duomo e organizzato dall’ufficio diocesano Migrantes, il 20.mo convegno diocesano di Migrantes è stato intitolato “Liberi di scegliere se restare o migrare”, secondo il messaggio di papa Francesco per  la 109^ Giornata mondiale dell’immigrato e profugo.

Si è parlato dei flussi migratori contemporanei che costituiscono – ha detto la direttrice di Migrantes, Marisa Metrangolo – il più vasto movimento di persone, se non di popoli, di tutti i popoli. Infatti sono quasi 300 milioni i migranti, di cui 110 milioni solo i profughi, rifugiati e sfollati a causa di conflitti, violenze e catastrofi naturali. Non sono solo l’Italia e l’Europa ad esserne interessati, ma tutto il pianeta. Di fronte a questi dati, sembra che oggi l’unica modalità di governare le migrazioni sia quella di creare muri e barriere ai confini. Il Papa invece ci sollecita giustamente ad alzare lo sguardo da noi e guardare il mondo intero”.

“È evidente – ha continuato – che si parla d’invasione arbitrariamente e ci si dimentica di aggiungere che le migrazioni in Italia da più anni registrano una stabilità, se non addirittura una fase calante per la carenza occupazionale, la maggiore insicurezza dei migranti, soprattutto sul lavoro ma anche nella vita sociale. Questo sta costringendo alla partenza dall’Italia gli immigrati albanesi, cinesi, polacchi e anche gli ucraini. Inoltre il numero degli italiani che hanno lasciato l’Italia per vivere all’estero ha superato quello degli immigrati in Italia. Infatti sono circa 6 milioni gli italiani nel mondo, cifra in costante aumento. Di questo però i mass media parlano raramente”.

Marisa Metrangolo ha sottolineato a tal proposito che il diritto di migrare e quello di vivere nella propria terra sono fondamentali, da sempre affermati nel Magistero sociale della Chiesa e che si fondano sui principi della libertà e della destinazione universale dei beni che il Signore ha creato e destinato a tutta l’umanità.

“Ma entrambi questi diritti – ha ribadito – oggi sono a rischio. Il diritto di migrare viene fermato da muri che si alzano, da nazionalismi di ritorno, da legislazioni che indeboliscono il diritto di lasciare la propria terra di chi cerca un lavoro e un sostegno alla vita personale e familiare o fugge da guerre, disastri ambientali, dittature. Il diritto di rimanere nella propria terra è invece messo a rischio dalle numerose guerre e conflitti in atto, da forme nuove di colonialismo, dalla mancanza di pari opportunità di uomini e donne, dal grave sfruttamento”.

Si è fatto cenno al Rapporto Immigrazione Caritas Migrantes  da cui si evince che al 1° gennaio 2023 gli immigrati residenti in Italia sono 5.050.257(2.472.725 maschi e 2.577.532 femmine, quindi in maggioranza. In Puglia invece gli immigrati sono 138.698; nella provincia di Taranto ammontano a 15.412 di cui 7.807 maschi e 7.605 donne

Le nazionalità più presenti sono: Romania, Albania, Marocco, Cina e Senegal.

Relativamente all’appartenenza religiosa, nel complesso i cristiani sono in maggioranza (53,5%, soprattutto ortodossi) mentre i mussulmani rappresentano il 29,9%.

Nel resoconto dei lavori si è ribadito che relativamente all’immigrazione si devono avviare politiche che consentano alle persone di rimanere nella loro terra, con le loro famiglie. Per farlo occorre investire in maniera molto incisiva, ricordando che i Paesi in via di sviluppo continuano ad essere depauperati delle loro migliori risorse naturali e umane a beneficio di pochi mercati privilegiati.

“Le guerre – ha evidenziato Marisa Metrangolo – interessano solo alcune regioni del mondo, ma le armi vengono prodotte e vendute da altre regioni, le quali poi non vogliono farsi carico dei rifugiati. Auspichiamo che l’Europa organizzi dei costanti corridoi umanitari gestiti dall’Unione Europea  e s’impegni a  cambiare il trattato di Dublino”.

“Oggi più che mai – ha concluso – è importante soffermarsi anche sui motivi delle partenze, sulla forza di ciò che lega al Paese di origine, su ciò che spinge comunque a resistere nel Paese di adozione. E poi non dimentichiamo, la libertà di tornare, qualora i propri desideri e le condizioni lo richiedono. Oggi viviamo l’esperienza di molti di questi ritorni. Bisogna riflettere sui flussi migratori contemporanei, attraverso considerazioni che vadano oltre l’emergenza, nella consapevolezza che ci troviamo di fronte a un fenomeno poliedrico, articolato, globale e  a lungo termine. Per questo le risposte devono essere adeguate a questi aspetti. Il principio del primato della persona umana e della sua inviolabile dignità ci obbliga ad anteporre la sicurezza personale a quella nazionale, nel disegno delle politiche e programmi migratori.

Il convegno Migrantes ha visto la partecipazione dell’arcivescovo mons. Ciro Miniero, del direttore del Dipartimento jonico prof. Paolo Pardolesi, della dirigente scolastica del liceo “Aristosseno” prof.ssa Rita Frunzio, del vice prefetto dott.ssa Adriana Famà, del sindaco e presidente della Provincia dott. Rinaldo Melucci, del presidente Anvur e consigliere Avepro Agenzia Vaticana prof. Antonio Uricchio, del Comandante del Porto cap. Vasc Rosario Meo, del presidente del Tribunale ordinario di Taranto dott.ssa Rosa Anna Depalo, del direttore diocesano Ufficio Educazione Scuola e Università mons. Ciro Alabrese, dell’avv. Cosima Ilaria Buonocore, professoressa a contratto Dipartimento Jonico e consulente Migrantes, del prof. avv. Francesco Saverio Damiani professore associato Dipartimento jonico, del prof.avv. Paolo Stefanì professore associato Dipartimento Jonico, della dott.ssa Flavia Leopardo dell’associazione Noi e Voi e di rappresentanze degli studenti.

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Ecclesia

Il magistero di Giovanni Paolo I alla luce della sua biblioteca

Un convegno promosso dalla Fondazione Giovanni Paolo I per presentare il lavoro di ricostituzione, tutela e valorizzazione del fondo librario appartenuto a papa Luciani

29 Nov 2023

di Donatella Gianfrate

Si chiama ‘Illustrissimi’ ed è l’opera letteraria scritta da papa Giovanni Paolo I, al secolo Albino Luciani, nel corso del suo magistero da vescovo, nella forma dell’epistolario tanto cara alla letteratura classica e umanistica. Una raccolta di lettere immaginarie scritte da Luciani a quaranta destinatari, edita nel 1976 e presentata nella sua nuova edizione critica curata dalla giornalista vaticanista Stefania Falasca in occasione della giornata studio svoltasi lo scorso 24 novembre a Roma, nella Pontificia Università Gregoriana di Roma.

“Il magistero di Giovanni Paolo I alla luce della sua biblioteca”. Un titolo che racchiude in sé il macro obiettivo del convegno promosso dalla Fondazione Giovanni Paolo I: presentare il lavoro di ricostituzione, tutela e valorizzazione del fondo librario appartenuto a papa Luciani, la cui parte più consistente oggi è conservata presso la biblioteca diocesana ‘Benedetto XVI’ di Venezia. Al termine del convegno, il rettore p. Mark Lewis S.J., il cardinale Pietro Parolin, presidente della Fondazione, e la dottoressa Stefania Falasca, vicepresidente e rappresentante legale della stessa nonché promotrice della canonizzazione del beato Luciani, hanno siglato un protocollo triennale d’intesa, per regolamentare e promuovere la sinergia e la collaborazione tra le due realtà e per lanciare progetti di ricerca e valorizzazione della biblioteca di Giovanni Paolo I, dando forma così a un rapporto di collaborazione esistente già da tempo tra Fondazione e Università.

Albino Luciani ha portato la sua ricca biblioteca con sé in tutte le sedi nelle quali ha svolto il suo magistero; circa cinquemila volumi giunti in Vaticano l’indomani della sua elezione, molti dei quali andati purtroppo dispersi dopo la sua morte. Il lungo e delicato lavoro di catalogazione condotto dalla Fondazione intitolata a suo nome ha svelato non solo quali testi e carte siano appartenuti a Luciani, ma anche quali tra questi siano stati più “usati” dal papa e, molto probabilmente, anche più “amati”, fissando nelle annotazioni d’archivio tutti i segni di utilizzo e le personalizzazioni– sottolineature, chiose, appunti a margine – che raccontano, in modo non tanto indiretto, la persona di Luciani e i suoi interessi letterari. In particolare, ‘Illustrissimi’ è l’unica opera che Albino Luciani, considerato ai suoi tempi una delle penne più brillanti dell’episcopato italiano, ha voluto rivedere e dare alle stampe da pontefice nel suo breve mandato. Quaranta missive immaginarie scritte per personaggi realmente esistiti e non solo, nelle quali l’autore fa riecheggiare, dietro i versi e le parole, le grandi preoccupazioni che ha sul mondo della Chiesa, consapevole però di parlare attraverso l’opera a un uditorio più ampio del suo solito. ‘Illustrissimi’ è anche, per Luciani, ricerca e sperimentazione di nuove forme di comunicazione universale, tema assai innovativo nella Chiesa ai suoi tempi, precursore di quella che sarà una peculiarità del successivo e lunghissimo pontificato di Giovanni Paolo II, la comunicazione semplice, immediata e universale. Quella di Luciani in ‘Illustrissimi’ è una comunicazione lenta e chiara, tipica della forma epistolare che certamente oggi si è persa con il flusso continuo di messaggi whatsapp e mail con i quali ci si relaziona all’altro. L’autore non parla ‘facile’, ma usa comunque un linguaggio controllato, meditato, rinuncia al plurale maiestatis perché convinto del fatto che l’emergere dell’Io consenta il miglior collegamento empatico con il Tu. Luciani parlava infatti di “sermo humilis”, di linguaggio semplice che arriva direttamente al cuore. «Abbiamo partecipato a questa giornata studio su Giovanni Paolo I, le sue opere e la sua biblioteca perché vogliamo portare questa caratteristica del suo magistero nella nostra comunità parrocchiale attraverso una serie di iniziative religiose e culturali che caratterizzeranno il programma del nuovo anno in arrivo nella nostra comunità – dichiara don Martino Mastrovito, parroco di Regina Mundi a Martina Franca –. Per l’occasione, abbiamo invitato in parrocchia la dottoressa Stefania Falasca, fervida promotrice della fondazione e profonda conoscitrice della figura di Albino Luciani e delle sue azioni di santità nell’ambito della letteratura e della cultura, che ci offrirà il suo contributo e la sua prospettiva sul pontefice». È una figura, quella di papa Giovanni Paolo I, che oggi ha ancora molto da dire. Interessante anche l’approfondimento sulla sua figura e sul suo breve pontificato andato in onda martedì 28 novembre su Rai3 e su Rai Storia, a cura di Paolo Mieli.

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Viaggio apostolico

Annullato il viaggio di papa Francesco a Dubai, su richiesta dei medici

foto Vatican media/Sir
29 Nov 2023

“Pur essendo migliorato il quadro clinico generale del santo padre relativamente allo stato influenzale e all’infiammazione delle vie respiratorie, i medici hanno chiesto al papa di non effettuare il viaggio previsto per i prossimi giorni a Dubai, in occasione della 28ª Conferenza delle parti per la convenzione quadro delle Nazioni unite sui cambiamenti climatici”: lo ha comunicato ai giornalisti il direttore della sala stampa della Santa sede, Matteo Bruni. “Papa Francesco ha accolto con grande rammarico la richiesta dei medici e il viaggio è dunque annullato”, ha ufficializzato il portavoce vaticano.
“Permanendo la volontà del pontefice e della Santa sede di essere parte delle discussioni in atto nei prossimi giorni, saranno definite appena possibile le modalità con cui questa si potrà concretizzare”, ha infine dichiarato Bruni.

 

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Udienza generale

Papa Francesco all’udienza generale: “Continuiamo a pregare per la grave situazione in Terra santa”; “prosegua la tregua a Gaza”

foto Siciliani-Gennari/Sir
29 Nov 2023

“Per favore, continuiamo a pregare per la grave situazione in Terra Santa”. È l’appello del Papa, che, al termine dell’udienza generale di oggi, la cui catechesi è stata letta da mons. Filippo Ciampanelli della Segreteria di Stato, ha preso la parola per chiedere ancora una volta: “Pace, per favore, pace!”. “Auspico che prosegua la tregua in corso a Gaza, affinché siano rilasciati tutti gli ostaggi e sia ancora consentito l’accesso ai necessari aiuti umanitari”, ha detto Francesco, che poi ha proseguito: “Ho sentito la parrocchia lì: manca l’acqua, manca il pane, la gente soffre. È la gente semplice, la gente del popolo che soffre: non soffrono quelli che fanno la guerra. Chiediamo la pace”. “E non dimentichiamo, parlando di pace, il caro popolo ucraino, che soffre tanto”, l’invito del papa, che ha ribadito: “La guerra sempre è una sconfitta, tutti perdono. Tutti no, c’è un gruppo che guadagna tanto; i fabbricanti di armi, questi guadagnano bene sopra la morte degli altri”.

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Rigenerazione sociale

Rsa L’ulivo nella Cittadella della carità: le attività psicoemozionali degli ospiti con i cani

29 Nov 2023

Continua il percorso di attività psicoemozionali derivanti dall’incontro degli ospiti della rsa L’ulivo della fondazione Cittadella della Carità con due splendidi esemplari di labrador, grazie alle associazioni Arca aps ets e Simba odv ets. Il progetto ‘Pet me’ in rsa è a cura della dott.ssa Annamaria D’Urso, presidente di Arca – psicologa e psicoterapeuta, e prevede una serie di attività incentrate sulla sfera delle emozioni, che fanno interagire gli ospiti che hanno aderito agli incontri con i cani – Chanel e Nala. E, al termine del terzo incontro, c’è già un dato estremamente positivo: il numero dei partecipanti, inizialmente previsto per 10, si è allargato a 18. “Come si fa a dire di no ad un fragile che ha visto il percorso svolto nei precedenti appuntamenti e chiede di assistere o addirittura di partecipare? – afferma la dr.ssa D’Urso. “Ovviamente stiamo allargando perché la loro soddisfazione è la nostra soddisfazione”.

“La presenza dei cani nella nostra rsa porta benefici soprattutto per quanto riguarda lo stato dell’umore – afferma il presidente della Fondazione Cittadella della Carità, avv. Salvatore Sibilla -. Per il secondo anno viviamo questa bella esperienza”.

A farsi carico dei 4 incontri l’associazione Simba con in primis la sua presidente Deborah Cinquepalmi ed il suo direttivo. “Per l’ultimo incontro, che si svolgerà nel mese di dicembre – afferma – stiamo prevedendo una piccola festa, come si fa in famiglia, ed è questo che sentiamo quando incontriamo queste splendide persone segnate dalla vita. Per noi entrare in questa nuova realtà è stato molto importante ed arricchente”.

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