Ennesimo rimpasto in giunta, Melucci fa fuori Francesca Viggiano. Perché?
Ennesimo rimpasto nella giunta comunale guidata da Rinaldo Melucci, che, dopo sei anni, toglie l’incarico assessorile a Francesca Viggiano. Una notizia giunta in redazione nel pomeriggio recita testualmente: “In data odierna il sindaco Rinaldo Melucci ha revocato dall’incarico assessorile l’Avv. Francesca Viggiano, ininterrottamente nell’amministrazione comunale dal 2017. La motivazione è strettamente connessa al venir meno dei necessari elementi fiduciari, in molteplici occasioni, tipici del ruolo da interpretarsi all’interno della giunta comunale, specie in una fase così strategica per la città. Dalla prospettiva dell’amministrazione comunale, dunque, non vi sono valutazioni di carattere politico o di relazione con il Partito Democratico alla base della decisione. Il sindaco ringrazia l’Avv. Viggiano per il lavoro svolto e le augura i migliori risultati personali”.
“In ultimo,- conclude la nota – il sindaco comunica di aver contestualmente assegnato pro tempore la delega all’Ambiente e alla Qualità della Vita alla consigliera comunale Angelica Lussoso. Mentre, nella veste di nuovo vicesindaco è stato individuato l’assessore Gianni Azzaro”.
Ma tutto lascia prevedere che il nuovo rimpasto non si fermi qui perché, come si legge ancora nella nota: “Il sindaco si riserverà nei prossimi giorni, altresì, una valutazione più approfondita delle deleghe attuali in seno alla giunta comunale”.
Ma cos’è accaduto di così grave da giustificare la revoca dell’incarico a un’assessora che è sempre stata un punto di riferimento nella giunta e che tra l’altro ha un ruolo autorevole nel PD, del quale ricopre l’incarico di vicepresidente regionale? Che ruolo ha avuto, nella decisione del sindaco, la sua rottura con Pd, anche se il comunicato stampa sembra escluderlo?
Lo abbiamo chiesto alla stessa Francesca Viggiano che così ci spiega l’accaduto: “Venerdì scorso era in discussione la delibera sulla costituzione del nuovo comitato per i Giochi del Mediterraneo. Data la delicatezza politica della questione, ho chiesto di leggere il contenuto preventivamente. Ma ho atteso inutilmente dalle 8 alle 12,30. Quando ho capito che l’atto non si sarebbe discusso e che il sindaco non si sarebbe neppure collegato via web, sono uscita per andare a prendere le bambine. Lui ha giudicato il mio come un gesto di avversione degna di far venir meno “elementi fiduciari” e questa è la conseguenza”.
Ma quanto ha pesato la rottura di Melucci con Pd?
“Credo che abbia pesato in maniera determinante, nonostante ciò che dice il suo comunicato. Del resto è da tempo che mostrava atteggiamenti gravemente ostili nei confronti del partito e anche contro coloro che avevano scelto una mozione congressuale diversa dalla sua”.
Ma il Pd reagirà in qualche modo a questa decisione del sindaco?
“Credo di sì. Per lunedì è già in programma una riunione del partito”.
Il Pd, però, non ha reagito molto alla fuoriuscita del sindaco. Eppure si dice che da mesi la giunta e il consiglio vivano una situazione difficile.
“La situazione difficile, nella giunta e nel consiglio, la vivono soltanto quelli che hanno il coraggio di parlare”.
E come mai Azzaro è promosso vicesindaco?
“Possiamo considerarla la contropartita per il modo di rapportarsi tra i due?”
Fin qui il colloquio con l’ormai ex assessora. La “motilità” delle giunte guidate da Melucci trova, quindi, un’ennesima conferma che riscontra, poi, il decisionismo di un sindaco che è molto attivo ma anche molto autoritario. E questo ci rinnova la convinzione che la riforma Bassanini ha qualche lato positivo ma molti più lati negativi, dati dalla inutilità del consiglio comunale, dal potere assoluto di un sindaco molto simile a un podestà, che può cancellare un consigliere semplicemente nominandolo assessore per brevissimo periodo. Se la figura attuale del sindaco viene presa ad esempio per il presidenzialismo… ci auguriamo fermamente che non passi.