“Guariti per servire”, il tema della 36a convocazione regionale del Rinnovamento nello Spirito santo
“Gesù si avvicinò… La febbre la lasciò ed ella li serviva” (Mc 1,31): questo passo biblico ha ispirato il tema della convocazione regionale del Rinnovamento nello Spirito Santo, “Guariti per servire”, giunta domenica 19 novembre alla tentaseiesima edizione, con tantissimi fedeli accorsi da ogni parte della Puglia, accolti all’ interno del Palasport di Andria. Una giornata che ha segnato una sorta di ritorno al passato in termini di presenze e voglia di partecipare “in presenza”, spalti quasi gremiti e sul parquet tutto esaurito, con il desiderio appunto di essere “curati” e “guariti”.
Quella guarigione spirituale che parte dalla ricercara di sé, in una dimensione di preghiera, partecipazione viva ai sacramenti, per provare ad essere cristiani autentici, che implica inesorabilmente e sopratutto amare il prossimo come se stessi. “Se non resuscitiamo dall’ idea di Dio che abbiamo nella nostra testa, e non sappiamo perdonare non possima guarire”. “La nostra fede non deve essere convenzionale, ma dobbiamo accogliere Dio nel nostro cuore” le parole di monsignor Antonio Stagliano’, presidente della pontificia accademia teologica, il quale invita i fedeli a sentire il Signore come padre amorevole, misericordioso, più che giudice od entità superiore che dall’alto controlla la nostra partecipazione accademica alla messa oppure ad una preghiera. Poi uno sguardo all’ attualità: “Quanto odio è presente nel conflitto tra israeliani e palestinesi, ma le guerre di religione sono sempre dettate da interessi internazionali” . A conferma di come odio, rabbia, intolleranza, desiderio di vendetta che nascono da una interpretazione errata della fede dei popoli, possono generare logiche di interessi economici, e gli squilibri sociali in alcune terre possono avvantaggiare il potere delle grandi nazioni. Poi monsignor Stagliano’, imbracciando la sua chitarra, ha intonato un brano da lui composto sull’amore, ed un dolce invito all’appartenenza a Dio come suoi figli e figlie, alla speranza, in un cammino di amore e semplicità. Infine un appello a chi ha perso un parente, per esempio il proprio padre, il cui vuoto monsignor Stagliano’ l’ha colmato con una canzone ed un motto: ” il dolore che si sente nella carne è il segno corporeo che lui è vivo”; un altro aspetto dell’essere cristiani: la consapevolezza della esistenza di una vita nuova.
Ma il desiderio di guarire dal peccato e dai sentimenti negativi che pervadono l’ uomo è strettamente legato alla sua sensibilità, ad esempio alla povertà: “viviamo un momento storico che non favorisce l’attenzione verso i più poveri” …. In sintesi si trascurano i poveri in nome della modernità e delle attenzioni al progresso. “La parabola del buon samaritano è sempre attuale. È necessario coinvolgersi in prima persona perché è la vocazione di ogni cristiano”. Le parole di monsignor Luigi Mansi, vescovo di Andria, che in precedenza ha aperto la giornata, riportando le parole di papa Francesco, pronunciate venerdì scorso 17 novembre, durante la giornata mondiale sulla povertà.
Momenti di grande intensità spirituale sono stati vissuti da tutti i fedeli durante la preghiera comunitaria, con la partecipazione preziosa e come sempre emozionante della corale regionale di musica, canto e danza che ha animato ogni momento con canzoni e balli, aggraziati dalle voci del coro e dal suono degli sttrumenti, accompagnando anche la celebrazione eucaristica, presieduta da monsignor Antonio Stagliano’.
Nel pomeriggio spazio alle testimonianze dei giovani del Rinnovamento nello Spirito Santo. L’esperienza vissuta a Lisbona durante la Giornata mondiale della gioventù della scorsa estate ha trasmesso loro, anche per chi l’ha vissuta da remoto, voglia di percorrere un cammino di fede a livello comunitario e mettersi in gioco, scoprendo se stessi in una duplice dimensione sociale e spirituale, facendosi plasmare dalla volontà di Dio. Gioele Galeone ha sperimentato proprio questo incontro autentico, appena quattordicenne è delegato dei giovani RnS per la diocesi di Taranto, la sua famiglia cattolica gli ha trasmesso la fede un po’ alla volta, grazie ai pellegrininaggi, agli incontri di preghiera, alle attività di evangelizzazione ed alla partecipazione ai sacramenti. Come lui tanti altri ragazzi stanno compiendo questo viaggio: essi vivono “controcorrente” rispetto ad una società che impone altri stili di vita, fatti di consumismo, individualismo, mondo virtuale, in contrasto con una vita alla sequela del Signore.
A fine giornata l’esposizione dell’ostensorio e l’adorazione al Santissimo ha coronato una domenica dove ciascun fedele, attraverso la preghiera, ha ricevuto il perdono di Gesù, pregando ed imponendo le mani gli uni per gli altri, con la cosapevolezza che ogni malessere dettato dal peccato può essere cancellato se si è consapevoli di poter diventare cristiani autentici, che oltre all’assidua partecipazione ai sacramenti necessita di consapevolezza di come il Signore ci ha creati per amarci, vivere insieme, rispettare se stessi e gli altri, rendendosi disponibili ad aiutare i sofferenti, anche attraverso gesti semplici.
La convocazione, accompagnata dalla partecipazione di Massimo Partipilo, coordinatore regionale Rns, ha assunto anche una dimensione ecumenica: presenti Filippo D’Alessandro, delegato nazionale RnS per l’ecumenismo, Mirko Ronchi pastore della chiesa evangelica di Modugno e Gigi Sciascia pastore della chiesa pentecostale “Dio è amore” di Trani. Essi hanno pregato per l’unità dei cristiani, e per una forte consapevolezza che la fede va vissuta pienamente in ogni ambito della vita, coltivandola all’interno delle proprie comunità e famiglie rispettando e sostenendo i propri fratelli e le proprie sorelle famililari e sprirtuali, amando appunto il prossimo come se stessi.