Qualità della vita

Qualità della vita, va sempre peggio per la provincia di Taranto (tranne nei reati)

20 Nov 2023

di Silvano Trevisani

La qualità della vita nella provincia di Taranto continua a peggiorare. Non siamo tra coloro cui piace autodenigrarsi, magari con intenti moralistici, ma non scopriamo nulla di nuovo se sottolineiamo qui i risultati della declassifica della qualità della vita stilata da ItaliaOggi – Ital Communication, in collaborazione con l’Università Sapienza di Roma..

In questa classifica, giunta alla 25ª edizione, la nostra provincia, che nel 2022 era al 99° posto, ora scende di due posizioni e si colloca al 101°.

Non è una novità, poiché solo pochi mesi fa un’altra classifica, quella sulla qualità della vita dei giovani, aveva collocato Taranto all’ultimo posto in Italia. Segno che le cose non vanno assolutamente bene e che senza investimenti occupazionali, formativi, culturali, non si migliorerà. Non sono progetti effimeri, programmazioni estive o cartelloni teatrali, in una realtà come la nostra che non conosce alcuno sviluppo turistico, nonostante crociere ed eventi spot, a poter migliorare le cose. Se i giovani tarantini sono i primi e più numerosi a scappare via e a non tornare più è perché non trovano una adeguata formazione universitaria e occasioni di lavoro adeguate alla loro formazione. E anche quei giovani che, per vari motivi, soprattutto economici, restano a Taranto, non incontrano un’offerta paragonabile a quella delle altre città universitarie, anche pugliesi, come strutture culturali o per il tempo libero, luoghi di incontro, di studio, privilegiati, e così via.

Una ripresa l’Italia del post Covid l’ha conosciuta, ma sono le province e le città metropolitane del Centro-Nord le protagoniste indiscusse. Di riflesso, si fa più netta la separazione rispetto alle aree meno sviluppate quali Mezzogiorno e Isole, dove crescono aree di disagio sociale e personale. E sarà molto peggio ancora se davvero si realizzerà l’autonomia differenziata, che condannerà il Sud alla miseria. Quest’anno la qualità della vita è risultata buona o accettabile in 63 su 107 province. Tradotto in termini di popolazione, significa che 21 milioni 909mila residenti (pari al 37,2% della popolazione italiana) vivono in territori caratterizzati da una qualità della vita scarsa o insufficiente, contro i 21 milioni 789mila della passata edizione, pari al 36,9% della popolazione, registrando quindi un lieve arretramento rispetto al 2022.

La classifica della qualità della vita stilata da ItaliaOggi pone Foggia al penultimo tra le province pugliesi: Bari si posiziona all’82esimo posto su 107, seguita da Lecce e Barletta-Andria-Trani, rispettivamente all’84° e 85° posto, mentre Brindisi si posizionata 90esima. Peggio della Capitanata, solo la provincia di Taranto (101).

Il punteggio

Il punteggio è stato determinato da parametri quali affari e lavoro, ambiente, istruzione e formazione, popolazione, reati, reddito e ricchezza, sicurezza sociale, sistema salute e tempo libero. Settori nei quali Taranto non brilla, se non i reati, nella cui classifica è al 47° posto,seguita da Brindisi al 52°, Lecce (57) e Bat (76), con Bari al 78°, mentre Foggia si attesa al 99° posto, a causa della dimensione inquietante che hanno assunto le organizzazioni criminali nel su territorio. Ma va ancora peggio a Milano, che chiude questa speciale classifica all’ultimo posto, precludendosi così la scalata al primo posto nella classifica generale che gli viene soffiato da Bolzano.

Anche in materia di “Affari e Lavoro”, naturalmente la regione Puglia è fuori dalle prime dieci posizioni, a maggioranza occupate da province del nord Italia; ma qui rasenta la “salvezza” solo Bari, che si piazza al 77° posto.

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