La lezione di Benigno Papa sul sinodo: la Chiesa è chiamata a essere sempre attuale
La lezione sulla sinodalità di monsignor Benigno Papa, arcivescovo di Taranto scomparso nel marzo scorso, è stata al centro di un intenso incontro svoltosi ieri sera nella Biblioteca Marco Motolese, al quartiere Tamburi. L’occasione è stata offerta dalla presentazione del libro “A scuola di sinodalità negli Atti degli Apostoli”, libro scritto da Papa per le edizioni Vivere In, e che doveva essere presentato proprio nei giorni della sua scomparsa, che reca l’esplicito sottotitolo: “Per acquisire uno stile cristiano di missionarietà”. Un’occasione colta dall’arcivescovo Ciro Miniero per precisare, con parole chiare, come l’insegnamento della Chiesa, nella sua costante attualità, e nella sua dimensione sinodale, non possa essere soggetto a tensioni conservatrici o “negazioniste”, ma deve guardare al presente, ricavando dalle scritture le indicazioni per essere attuale oggi.
A organizzare l’incontro di studio, che ha visto tra le altre le presenze degli arcivescovi di Taranto e di Otranto, Ciro Miniero e Francesco Neri, è stata Carmen Galluzzo Motolese presidente della Marco Motolese e del Club per l’Unesco di Taranto, che ha introdotto e coordinato i lavori. Una sorta di debito di riconoscenza lega, infatti, l’Associazione da lei presieduta al pastore che aveva tanto in conto la cultura e la formazione. Nel suo intervento iniziale, infatti, ha sottolineato il contributo che il compianto arcivescovo ha dato, in forma di sollecitazione ma anche di aiuto concreto, allo sviluppo della biblioteca, anche attraverso l’acquisto della libreria che ospita i tanti volumi che si sono andati accumulando nel corso degli anni.
Gli interventi
È toccato, quindi, a padre Massimiliano Carucci, cappuccino da sempre vicino a Benigno Papa, e curatore del libro, ricordare la genesi del volume destinato a raccogliere i suoi scritti riferiti al tema della sinodalità come scaturiti dal Nuovo Testamento. Con lucidità e chiarezza, ha detto padre Massimiliano, monsignor Papa ha dettato, nel luglio scorso, i testi da lui manoscritti, nelle sue visite alla comunità di Alessano, cui era molto legato. Il libro, che ha visto la luce in poco tempo, per la disponibilità dei confratelli cappuccini, sarebbe dovuto essere presentato il 23 marzo, ma monsignor Papa è scomparso i 6 marzo, lasciando intatto l’interesse per il suo lavoro e l’impegno a presentarlo adeguatamente, raccolto dalla Biblioteca Marco Motolese.
In un’ampia e approfondita relazione, il vicario generale monsignor Alessandro Greco, che dell’opera saggistica e pastorale di monsignor Papa si è ampiamente occupato, curando anche i cinque volumi antologici de “In nome di Cristo”, ha enucleato i temi della pubblicazione, legata al Sinodo “Per una Chiesa sinodale, Comunione, Partecipazione e Missione”, voluto da Papa Francesco. Il libro si divide in due parti, nella prima, “A scuola di sinodalità negli Atti degli apostoli”, l’autore analizza cinque pericopi, che evidenziano in maniera approfondita come il tema della sinodalità, la sua “strategia” potremmo dire, permei tutto l’insegnamento contenuto negli Atti, cui Papa si è già occupato in precedenti saggi e commenti pastorali. Dal discernimento di Pietro sul caso di Giuda, dalla preghiera comunitaria, dalla soluzione assembleare dei primi conflitti ecclesiali il libro desume un metodo, poi ripreso dal Concilio Vaticano II che, nel Decreto sulla formazione sacerdotale “Optata totius” che insegna che “non si parte dalla dottrina definita per verificare il fondamento nella sacra Scrittura, ma si parte da essa per far venir fuori le verità della fede che contiene, in modo esplicito o implicito, per giungere alla formulazione delle definizioni dogmatiche”.
Nella seconda parte, ha poi spiegato Monsignor Greco, confluiscono le riflessioni consequenziali sulla spiritualità della comunione, sulla spiritualità della missione, sulle modalità di comunicazione del Vangelo. Che vede nella parrocchia “luogo di formazione per l’acquisizione di una cultura sinodale. Lo stile che caratterizza una comunità cristiana sinodale, quale la parrocchia, è dato dalla comunione e dalla missione. La parrocchia è in perenne stato di missione, è luogo di apprendimento di una cultura sinodale come un cenacolo di fraternità e diventa il quartier generale della missione”.
L’arcivescovo di Otranto, monsignor Francesco Neri, cappuccino, ha ricordato la sua ordinazione diaconale ricevuta a San Lorenzo da Brindisi da monsignor Papa che ha lasciato un grande insegnamento sia da studioso e docente sia da vescovo. Ha voluto poi indicare in alcuni punti quelli che a suo parere sono i tratti caratterizzanti della sua visione pastorale: la modernità, scaturita dalla costante attenzione alle testi conciliari, l’attualità, la sinodalità, il modo indicato dalla Chiesa per superare i conflitti, la carità che, secondo l’insegnamento evangelico, è ciò che resterò alla fine dei tempi, e l’umanità, alla cui dimensione egli sempre ha prestato la massima attenzione.
Una testimonianza è stata portata anche da padre Giampaolo Lacerenza, ministro provinciale dei cappuccini di Puglia, che ha definito monsignor Papa “un gigante con un cuore da bambino”, sempre legato all’ordine e all’obbedienza, nonostante il suo ruolo di pastore. Nel suo intervento ha ricordato la ricorrenza dei 40 anni di episcopato di monsignor Papa, coincidenti con l’ottavo centenario dell’approvazione della regola di san Francesco.
Le conclusioni sono state tratte dall’arcivescovo di Taranto, Ciro Miniero, che ha ricordato come le parole di monsignor Papa gli rivolse nel suo primo incontro fossero improntate allo “stare insieme”, che, ha detto “è il dono che il Signore ci ha fatto dell’appartenenza a sé, della comunione. Questo si evince nel testo in maniera preponderante”. “
Non può non essere così La Chiesa – ha aggiunto – una fraternità, una comunità e quando meglio la viviamo nella dimensione umana, nella dimensione divina, noi non facciamo altro che amare Gesù e amare l’umanità che Gesù ha amato, della quale noi pure facciamo parte. È enorme questo patrimonio di grazia che ci è stato donato, quando troviamo persone come monsignor Papa, che ci trasmettono questo. Non a caso a 87 anni ha voluto scrivere un testo così profondo e così attuale. Nell’assemblea diocesana parlavamo proprio di questo ed è bello scoprire la coincidenza delle idee, ecco l’attualità che è incarnata da Cristo che ci apre sempre al mondo attuale”. Ha fotto poi espicito riferimento al paragrafo 33 della “Evangeli Gaudium” dove il papa dice espressamente: “non si deve dire abbiamo sempre fatto così”, perché non è questa la Chiesa cattolica. “La Chiesa non è la comunità ‘che ha sempre fatto così’. Se guardiamo ai tempi più bui della Chiesa è lì che nasce san Francesco. Chi si arrocca nel principio del ‘abbiamo sempre fatto così’ è un negazionista nella vita della Chiesa, a tutti i livelli, anche all’interno delle logiche ecclesiali, perché il Signore rende nuove tutte le cose. Grazie, perciò, per questo momento perché ci fa riprendere il cammino con una fiducia nuova. Se, infatti, un uomo, un vescovo, cappuccino di 87 anni ci chiede di leggere in una dimensione nuova la vita della comunità alla luce degli Atti, noi non possiamo ascoltare senzari prendere quota e camminare come lui che dal cielo ci guida”.
Il convegno, al quale sono intervenute autorità civili e militari, oltre che a una nutritissima rappresentanza del clero tarantino e delle comunità dei cappuccini, è stato allietato da alcuni interventi musicali, particolarmente apprezzati, nei quali la nota cantante lirica Angela Massafra, accompagnata al pianoforte dal maestro Alessandra Corbelli, hanno proposto alcuni brani lirici.