“Liberi di scegliere se restare o migrare”: il resoconto del convegno di Migrantes
Svoltosi giovedì 23 novembre nell’aula magna dell’università in via Duomo e organizzato dall’ufficio diocesano Migrantes, il 20.mo convegno diocesano di Migrantes è stato intitolato “Liberi di scegliere se restare o migrare”, secondo il messaggio di papa Francesco per la 109^ Giornata mondiale dell’immigrato e profugo.
Si è parlato dei flussi migratori contemporanei “che costituiscono – ha detto la direttrice di Migrantes, Marisa Metrangolo – il più vasto movimento di persone, se non di popoli, di tutti i popoli. Infatti sono quasi 300 milioni i migranti, di cui 110 milioni solo i profughi, rifugiati e sfollati a causa di conflitti, violenze e catastrofi naturali. Non sono solo l’Italia e l’Europa ad esserne interessati, ma tutto il pianeta. Di fronte a questi dati, sembra che oggi l’unica modalità di governare le migrazioni sia quella di creare muri e barriere ai confini. Il Papa invece ci sollecita giustamente ad alzare lo sguardo da noi e guardare il mondo intero”.
“È evidente – ha continuato – che si parla d’invasione arbitrariamente e ci si dimentica di aggiungere che le migrazioni in Italia da più anni registrano una stabilità, se non addirittura una fase calante per la carenza occupazionale, la maggiore insicurezza dei migranti, soprattutto sul lavoro ma anche nella vita sociale. Questo sta costringendo alla partenza dall’Italia gli immigrati albanesi, cinesi, polacchi e anche gli ucraini. Inoltre il numero degli italiani che hanno lasciato l’Italia per vivere all’estero ha superato quello degli immigrati in Italia. Infatti sono circa 6 milioni gli italiani nel mondo, cifra in costante aumento. Di questo però i mass media parlano raramente”.
Marisa Metrangolo ha sottolineato a tal proposito che il diritto di migrare e quello di vivere nella propria terra sono fondamentali, da sempre affermati nel Magistero sociale della Chiesa e che si fondano sui principi della libertà e della destinazione universale dei beni che il Signore ha creato e destinato a tutta l’umanità.
“Ma entrambi questi diritti – ha ribadito – oggi sono a rischio. Il diritto di migrare viene fermato da muri che si alzano, da nazionalismi di ritorno, da legislazioni che indeboliscono il diritto di lasciare la propria terra di chi cerca un lavoro e un sostegno alla vita personale e familiare o fugge da guerre, disastri ambientali, dittature. Il diritto di rimanere nella propria terra è invece messo a rischio dalle numerose guerre e conflitti in atto, da forme nuove di colonialismo, dalla mancanza di pari opportunità di uomini e donne, dal grave sfruttamento”.
Si è fatto cenno al Rapporto Immigrazione Caritas Migrantes da cui si evince che al 1° gennaio 2023 gli immigrati residenti in Italia sono 5.050.257(2.472.725 maschi e 2.577.532 femmine, quindi in maggioranza. In Puglia invece gli immigrati sono 138.698; nella provincia di Taranto ammontano a 15.412 di cui 7.807 maschi e 7.605 donne
Le nazionalità più presenti sono: Romania, Albania, Marocco, Cina e Senegal.
Relativamente all’appartenenza religiosa, nel complesso i cristiani sono in maggioranza (53,5%, soprattutto ortodossi) mentre i mussulmani rappresentano il 29,9%.
Nel resoconto dei lavori si è ribadito che relativamente all’immigrazione si devono avviare politiche che consentano alle persone di rimanere nella loro terra, con le loro famiglie. Per farlo occorre investire in maniera molto incisiva, ricordando che i Paesi in via di sviluppo continuano ad essere depauperati delle loro migliori risorse naturali e umane a beneficio di pochi mercati privilegiati.
“Le guerre – ha evidenziato Marisa Metrangolo – interessano solo alcune regioni del mondo, ma le armi vengono prodotte e vendute da altre regioni, le quali poi non vogliono farsi carico dei rifugiati. Auspichiamo che l’Europa organizzi dei costanti corridoi umanitari gestiti dall’Unione Europea e s’impegni a cambiare il trattato di Dublino”.
“Oggi più che mai – ha concluso – è importante soffermarsi anche sui motivi delle partenze, sulla forza di ciò che lega al Paese di origine, su ciò che spinge comunque a resistere nel Paese di adozione. E poi non dimentichiamo, la libertà di tornare, qualora i propri desideri e le condizioni lo richiedono. Oggi viviamo l’esperienza di molti di questi ritorni. Bisogna riflettere sui flussi migratori contemporanei, attraverso considerazioni che vadano oltre l’emergenza, nella consapevolezza che ci troviamo di fronte a un fenomeno poliedrico, articolato, globale e a lungo termine. Per questo le risposte devono essere adeguate a questi aspetti. Il principio del primato della persona umana e della sua inviolabile dignità ci obbliga ad anteporre la sicurezza personale a quella nazionale, nel disegno delle politiche e programmi migratori.
Il convegno Migrantes ha visto la partecipazione dell’arcivescovo mons. Ciro Miniero, del direttore del Dipartimento jonico prof. Paolo Pardolesi, della dirigente scolastica del liceo “Aristosseno” prof.ssa Rita Frunzio, del vice prefetto dott.ssa Adriana Famà, del sindaco e presidente della Provincia dott. Rinaldo Melucci, del presidente Anvur e consigliere Avepro Agenzia Vaticana prof. Antonio Uricchio, del Comandante del Porto cap. Vasc Rosario Meo, del presidente del Tribunale ordinario di Taranto dott.ssa Rosa Anna Depalo, del direttore diocesano Ufficio Educazione Scuola e Università mons. Ciro Alabrese, dell’avv. Cosima Ilaria Buonocore, professoressa a contratto Dipartimento Jonico e consulente Migrantes, del prof. avv. Francesco Saverio Damiani professore associato Dipartimento jonico, del prof.avv. Paolo Stefanì professore associato Dipartimento Jonico, della dott.ssa Flavia Leopardo dell’associazione Noi e Voi e di rappresentanze degli studenti.