Vincenzo Di Maggio eletto presidente dell’ordine degli avvocati di Taranto

VISITA IL MENÙ DEL GIUBILEO


È stato inaugurato martedì 28 novembre il laboratorio di pasticceria attivo nella casa circondariale al quale ha impartito la benedizione l’arcivescovo mons. Ciro Miniero: “Auspico che quest’attività – ha detto – possa aprire sempre di più il cuore e la mente dei detenuti che vi operano offrendo loro ogni possibilità per sentirsi anzitutto parte di una comunità e nello stesso tempo che continua a lavorare per la comunità. L’augurio mio è che questa bella esperienza possa aiutare tutti coloro che vi lavorano a guardare con speranza verso il proprio futuro”.
Molti le autorità presenti, accolte dal direttore della struttura penitenziaria, Luciano Mellone. “Puntiamo molto su questa iniziativa – ha puntualizzato Mellone – che permetterà ai detenuti di acquisire una professionalità tale da poter essere spesa anche all’esterno, una volta scontata la pena”.
L’assessore ai servizi sociali Angelica Lussoso ha rappresentato il sindaco Rinaldo Melucci alla cerimonia: “Si tratta di un progetto sperimentale finanziato con le risorse del “Piano di rigenerazione sociale per l’area di crisi di Taranto”, percorso partecipato e condiviso dai commissari straordinari di “Ilva spa in amministrazione straordinaria”, dal comune capoluogo e da quelli di Crispiano, Massafra, Montemesola e Statte. Il tutto nasce da uno specifico protocollo d’intesa firmato tra l’ente civico e l’amministrazione della casa circondariale nel maggio del 2021, che stabilì di destinare all’iniziativa 200mila euro dei fondi previsti per progetti a sostegno delle categorie più fragili. Questo laboratorio mira a inserire, già nel periodo di detenzione, la popolazione carceraria in una realtà lavorativa con sicuri sbocchi futuri. Il progetto continua nella direzione di individuare e consolidare un mercato per questi prodotti con idee che potrebbero evolvere verso la creazione di un vero e proprio marchio».
“All’interno di questo laboratorio – ha spiegato Antonio Erbante, presidente della cooperativa Noi e Voi che gestisce l’attività – lavorano tre ragazzi che hanno un contratto fino a dicembre 2024, dopo aver effettuato un periodo formativo di sei mesi. Se tutto andrà per il verso giusto, contiamo di far lavorare in laboratorio fino a una decina di detenuti. Attualmente ci stiamo impegnando nella produzione di panettoni artigianali (classico, cioccolato, cioccolato e pera) che venderemo anche con ordinativi telefonici al 393.22.29991”.
Infine, così ha riferito il cappellano penitenziario don Francesco Mitidieri: “Spero che questa iniziativa del laboratorio di pasticceria possa anche incrementarsi per permettere agli operatori di mantenere economicamente se stessi e le rispettive famiglie. Il panettone prodotto in carcere costituisca anche opportunità di condivisione da parte dei tarantini con quanti vivono l’esperienza del penale, soprattutto in un periodo così doloroso per chi vive dietro le sbarre come il prossimo Natale”.
La scomparsa di Angelo Caputo ha lasciato in tutti una profonda tristezza.
La redazione di Nuovo Dialogo, per tanti anni la ‘sua’ redazione, esprime a Raffaella e ai suoi figli la vicinanza fraterna in questo momento di dolore. Per molti di noi è stato un privilegio condividere, gomito a gomito, le tante ore di impaginazione nella sede storica di via Maturi, poi di via Emilia e all’interno dell’istituto Sant’Antonio.
Il direttore, don Emanuele Ferro, e il consiglio di amministrazione si uniscono al cordoglio per la perdita, prima che del collega, dell’amico Angelo.
La salma sarà traslata oggi, mercoledì 29, alle ore 15 nella Chiesa del Carmine dove, alle ore 18.30, mons. Marco Gerardo, padre spirituale dell’omonima confraternita, celebrerà le esequie.
La sua è stata una voce autorevole e pacata che ha raccontato la città. La sua misura e la sobria eleganza con la quale si porgeva e che davano al suo lavoro credibilità e attenzione, sono segni che resteranno nel tempo. Alla città mancherà, perciò, una voce autorevole, ai suoi colleghi un professionista serio e disponibile, che ai suoi cari si rivolgono per ricordarlo insieme. Stiamo parlando di Angelo Caputo, giornalista a tutti noto, che è scomparso oggi pomeriggio, all’età di 65 anni, dopo una malattia letale e impietosa nell’ospedale di Mottola, dove era stato ricoverato nei giorni scorsi dopo segni di aggravamento. E li si è spento con l’assistenza dei suoi cari, Raffaella, la moglie che, nonostante una separazione, lo ha voluto accogliere quando ha appreso della sua malattia, e gli amatissimi figli Giordana e Nicola, dei quali andava molto orgoglioso. Così come orgoglioso di lui era stato suo padre Nicola, altro punto di riferimento per noi giovani che ci affacciavamo alla professione giornalistica.
Già direttore di Video Levante, poi prezioso collaboratore di Studio 100, Angelo collaborava, da qualche tempo, con la redazione di Radio Cittadella, ma io voglio ricordarlo come collaboratore di “Nuovo Dialogo”, nella cui redazione entrò nel 1982, per volontà di monsignor Guglielmo Motolese, sotto la direzione di don Pierino Fragnelli. Di quella redazione facevo già parte anche io e, per breve periodo, il collega Mino Ianne. Angelo vi rimase a collaborare per alcuni anni, ritagliandosi uno spazio autorevole e impegnandosi in modo particolare soprattutto negli eventi legati alla religiosità popolare, che saranno poi una suo campo di interesse specifico, del resto ereditato dal padre Nicola, ma nel quale ci metteva tutta la sua passione e la sua emotività. Le alterne vicende del giornalismo tarantino non consentirono grande stabilità a molti bravi giornalisti che dovevano fare i conti con la labilità delle strutture editoriali, così anche Angelo per un breve periodo provò una nuova professione, sempre mantenendo il suo stile e la sua eleganza. Ma la passione per il giornalismo era troppo forte e presto tornò a impugnare il microfono e a comparire davanti ai teleschermi. Ma forse non tutti sanno che, con suo spirito satirico e pungente, egli tenne per anni una seguitissima rubrichetta nella prima pagina del “Corriere del giorno”, con uno pseudonimo che non permetteva a nessuno di risalire a lui.
La notizia della sua malattia e ora della sua morte ci lasciano profondamente addolorati e tristemente consapevoli di aver perduto oltre che un amico sempre sincero e disponibile, un collega preparato e coscienzioso.
Le sue ultime parole sono state tutte dedicate alla sua famiglia. Quando, prima di perdere coscienza, ha chiesto ai suoi chi ci fosse fuori, con le ultime parole ha detto: “Mi bastate voi”. E questo atto d’amore resterà un segno indelebile per i suoi cari, e anche per tutti coloro che possono trarre esempio dalla sua umanità.
Parole di solidarietà sono state espresse, a nome della città, dal sindaco Rinaldo Melucci: “Questa scomparsa è una perdita per l’intera città, oltre che per il mondo dell’informazione, perché la famiglia Caputo ha sempre dato tanto alla cultura tarantina, nel senso più autentico del termine”.
I funerali di Angelo si svolgeranno nella Chiesa del Carmine, alla quale era molto legato per la sua devozione ai Misteri della Passione di Cristo. La salma giungerà alle 15 e vi resterà fino alla chiusura serale, mentre alle 18,30 si svolgerà il rito funebre.
“La nostra preoccupazione non deve essere che i giovani vengano in Chiesa ma piuttosto che incontrino Cristo. Dopo eventi come la Gmg, l’ultima a Lisbona lo scorso agosto, dove si fa esperienza di grande comunione e di unità, dove ci si sente ‘tanti’, la sfida più grande è quella di rinsaldare il proprio ‘sì’ e riportare nella propria dimensione umana, sociale ed ecclesiale la bellezza dell’incontro con il Signore per assaporarne il gusto”.
A ridosso della XXXVIII Gmg, che si è celebrata a livello diocesano domenica 26 novembre, Solennità di Cristo Re, a parlare è don Riccardo Pincerato, 33 anni, vicentino, da fine settembre nuovo responsabile del Servizio nazionale per la pastorale giovanile (Snpg).
La sua riflessione parte dal tema della Gmg, “Lieti nella speranza”, che è anche il titolo del messaggio di papa Francesco diffuso per l’occasione. “Sperare oggi” vivendo in un tempo come quello attuale “sembra davvero arduo”. Guerre, tensioni, conflitti e disagi sociali, fragilità diffuse e senso di precarietà che sempre più pervadono il mondo giovanile, per il responsabile Snpg, “rischiano, come afferma il pontefice, di prendere il sopravvento sulla speranza rendendo inutile fare il bene, perché non sarebbe apprezzato e riconosciuto da nessuno”. Guardare al mondo “con occhi di speranza” è la risposta che suggerisce papa Francesco ai giovani: “sperare perché abbiamo incontrato Cristo” ribadisce il responsabile Snpg che cita ancora il pontefice, ‘la speranza cristiana non è facile ottimismo e non è un placebo per i creduloni: è la certezza, radicata nell’amore e nella fede, che Dio non ci lascia mai soli’. E i giovani non sono soli in questo incontro. Non possiamo tenercelo dentro. Questa è la bellezza della Chiesa: condividere il cammino di fede, la ricerca, il dono, con altri giovani, educatori, adulti, famiglie e con i nostri anziani”.
Per don Pincerato “la speranza nasce anche dal fatto che l’incontro con Gesù non ci tiene ‘al caldo’ ma ci spinge a fare delle scelte per il bene e per gli altri. La speranza nasce dalla consapevolezza del fatto che – nonostante ci troviamo in un momento storico di tensione e denso di fatiche – ci sentiamo figli amati. In virtù di questa consapevolezza scegliere di essere ‘per’ gli altri genera speranza. Puntiamo, insieme ai giovani, lo sguardo sul bene che esiste e che c’è, sul ‘di più’ di bello e ‘di vita’ per gli altri, senza lasciarci sopraffare da notizie che ci sgretolano. Così possiamo essere testimoni di speranza anche dove questa pare non esistere”.
A tale riguardo c’è una sfida che, secondo il responsabile Snpg, riguarda in particolare il mondo degli adulti: “ridare coraggio ai ragazzi, dare loro uno spazio di qualità all’interno delle nostre comunità nel quale ‘stare con loro’, costruirlo e viverlo insieme. Non parlo di relazioni intese come un prodotto da consumare, ma di un giardino da coltivare in cui non mi servo dell’altro ma mi metto al suo servizio. I giovani cercano questi spazi, hanno voglia di starci ma hanno bisogno di adulti motivati e liberi, capaci di aiutarli in questa opera”.
E ciò vale anche per quei giovani cosiddetti ‘lontani’ ai quali la Chiesa, afferma don Pincerato, “deve poter raccontare il suo tesoro più grande, Cristo. La giovinezza non è altro dalla Chiesa, nelle nostre comunità ci sono i giovani, nel Regno ci sono i giovani. La Chiesa, attraverso l’annuncio di Cristo, può proporre loro la possibilità di una vita bella, piena e responsabile. La gioventù diventa ‘un anticipo di simpatia’, un tempo privilegiato nel quale costruire legami forti, per assumere responsabilità sfidanti, con l’aiuto di adulti che hanno fatto le loro scelte. La Chiesa diventa così un luogo da abitare e non distante”.
Ma c’è un’altra dimensione nella quale si costruisce e rafforza l’incontro con Cristo, conclude don Pincerato, “è la preghiera. È un tempo da gustare. Una volta assaporato non lo si lascia più. A testimoniarlo sono gli stessi giovani che, dopo la Gmg di Lisbona, hanno rivelato che le cose più apprezzate di quei giorni erano state l’adorazione del sabato sera, la Via Crucis del venerdì e le confessioni. Sta a noi educatori rilanciare queste proposte ma – ammette il responsabile del Snpg – a volte siamo proprio noi educatori, noi adulti i più timorosi. Abbiamo paura di proporre qualcosa di grande ma forse questo è il tempo di osare”.
Ha portato in scena “Uomo e Galantuomo”, opera prima in tre atti del grande Eduardo de Filippo
Si è concluso, domenica 26 novembre, il secondo appuntamento della Stagione di prosa del comune di Taranto.
Al Teatro Fusco, che ha registrato l’ennesimo sold out di pubblico, è stata messa in scena la rappresentazione di “Uomo e Galantuomo”, opera prima in tre atti del grande Eduardo de Filippo, magistralmente interpretata dal maestro Geppy Gleijeses e la sua compagnia ‘Gitiesse Artisti Riuniti’ composta da Lorenzo Gleijeses, Ernesto Mahieux, Ciro Capano, Gino Curcione, Patrizia Spinosi, Gregorio Maria De Paola, Irene Grasso, Demi Licata, Roberta Lucca e Salvatore Felaco, con la regia di Armando Pugliese.
Oggi, martedì 28 novembre alle ore 18 nella biblioteca “Marco Motolese”, in via Lisippo 8 (quartiere Tamburi), sarà presentato il libro dell’indimenticato mons. Benigno Luigi Papa “A scuola di sinodalità negli Atti degli apostoli-Per acquisire uno stile cristiano di missionarietà”.
Introduce e coordina la serata, Carmen Galluzzo Motolese, presidente dell’associazione Marco Motolese – Club per l’Unesco di Taranto; relatori saranno l’arcivescovo mons. Ciro Miniero e il vicario generale mons. Alessandro Greco. Gli interventi sono a cura dell’arcivescovo di Otranto mons. Francesco Neri, del provinciale dei frati minori cappuccini di Puglia fra Gianpaolo Lacerenza e del curatore del libro fra Massimiliano Carucci.
Porgerà i saluti il sindaco e presidente della Provincia, Rinaldo Melucci.
La Stella Maris-Apostolato del mare organizza l‘annuale ‘Pettolata del porto’ per i marittimi e le varie realtà portuali che si terrà oggi, martedì 28 novembre, nella sede della Stella Maris “La casa lontano da casa” dalle ore 11 alle ore 12.30. L’iniziativa sarà preceduta da un momento di preghiera per profughi, migranti e marittimi deceduti in mare.
“Invocheremo Maria, Stella del mare – riferiscono i cappellani don Ezio Succa e don Massimo Caramia – per tutte le intenzioni dei lavoratori portuali e per le loro famiglie e chiederemo la pace in tutto il mondo, in Medio Oriente, in Ucraina e in tutti i Paesi in guerra”.
I volontari della Stella Maris porteranno vassoi di pettole agli equipaggi delle navi ancorate ai vari sporgenti.
Visti i giorni di freddo intenso, l’amministrazione comunale ha attivato le misure di sostegno nei confronti dei più fragili e dei senza fissa dimora attraverso i servizi appaltati e le squadre delle associazioni di volontariato.
«La macchina amministrativa – ha detto l’assessore ai servizi sociali Angelica Lussoso – è pronta per affrontare i giorni più freddi. Anche quest’anno saremo accanto ai più fragili con atti concreti, grazie a un’organizzazione collaudata».
Il “Pronto intervento sociale” e l’alloggio sociale gestiti dalle cooperative Nuova Airone e La Mimosa, forniscono interventi su segnalazione dei servizi sociali, polizia locale e delle forze dell’ordine per offrire assistenza e aiuto ai senza fissa dimora e far fronte alle situazioni di emergenza dovute al freddo di questi giorni;
Il “Centro Bassa soglia” gestito dalla Comunità Emmanuel in via Pupino 1, aperto tutti i giorni dalle 8.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19.30 (il sabato dalle 8.30 alle 14), fornisce indumenti, coperte, colazione, doccia, colloqui di conoscenza per eventuali altre richieste ed opportunità;
Le mense per i bisognosi e dormitorio della Caritas forniscono pasti caldi e ristoro ai più bisognosi;
I volontari di Protezione civile, Croce rossa italiana, Abfo, “Noi e Voi”, cooperativa Isola e altre associazioni sono impegnati in città nella distribuzione di coperte, pasti e bevande calde, oltre ogni altro aiuto a coloro che preferiscono dormire all’aperto, invece di usufruire dei centri di accoglienza;
Il servizio “Long term care”, attivo h24 al numero verde 800 078 670 e rivolto ad anziani e disabili soli e non autosufficienti.
Martedì 28 novembre alle ore 18.30 al plesso di via Polibio dell’istituto comprensivo San Giovanni Bosco avrà luogo l’inaugurazione dell’aula immersiva – una delle prime nel territorio jonico -, dove tre proiettori consentiranno attraverso altrettanti schermi viaggi in 3d nei più diversi ambiti: paesaggi, città, corpo umano, musei ecc. Il tutto è stato possibile grazie ai fondi europei destinati alla scuola dell’infanzia, che hanno consentito anche l’acquisto di arredi e giochi.
Il programma prevede il canto di benvenuto degli alunni della scuola dell’infanzia; il saluto della dirigente scolastica dott.ssa Floriana Bottiglia; la rappresentazione musicale degli alunni delle quarte classi guidati dall’insegnante Roberto Ceci, accompagnati al pianoforte dal prof. Vincenzo Lentini. Dopo il taglio del nastro inaugurale, ci saranno dimostrazioni di attività didattiche nell’aula immersiva curate dall’animatore digitale prof. Gianpiero Regino con gli alunni della scuola dell’infanzia e gli alunni delle quinte classi della primaria.
“Confermo che la tac ha escluso una polmonite, ma mostrava una infiammazione polmonare che causava alcune difficoltà respiratorie. Per una maggiore efficacia della terapia si è proceduto a posizionare un ago cannula per infusione di terapia antibiotica per via endovenosa”. Così il direttore della sala stampa della Santa sede, Matteo Bruni, rispondendo alle domande dei giornalisti: “Le condizioni del papa sono buone e stazionarie, non presenta febbre e la situazione respiratoria è in netto miglioramento. Per facilitare il recupero del papa, alcuni importanti impegni previsti per questi giorni sono stati rimandati perché possa dedicarvi il tempo e le energie desiderate. Altri, di carattere istituzionale o più facili da sostenere date le attuali condizioni di salute, sono stati mantenuti”.