Amministrazione straordinaria; questa la scelta del governo per il futuro dell’Ilva
É quella dell’amministrazione straordinaria la scelta del governo per il futuro dell’Ilva. Come già ipotizzato nell’incontro svoltosi la settimana scorsa, la delegazione governativa ha illustrato alle organizzazioni sindacali, convocate ieri a Palazzo Chigi, la propria decisione. Una decisione che il governo ha preso, per la verità, già due giorni. Assodata l’indisponibilità di Mittal a raggiungere un accordo consensuale con Invitalia, infatti, non ha potuto fare altro per neutralizzare possibili ritorsioni. Il decreto relativo sarà pubblicato immediatamente nella Gazzetta Ufficiale, e sancirà i termini per l’avvio dell’amministrazione straordinaria, che dovrebbe partire entro due settimane. Entro quella data, il governo si è impegnato a riconvocare i sindacati per verificare e affrontare i non pochi questa decisione comporterà, sia per l’attività dell’azienda e soprattutto dello stabilimento di Taranto, sia soprattutto per la tenuta dell’occupazione. È questo il problema cui si guarda con maggiore apprensione, ed è quello che fa sperare sindacati e lavoratori in una ripresa, Ma nello stesso tempo è necessario garantire un cronoprogramma per l’avvio l’ambientalizzazione dello stabilimento, dando il via ai progetti interrotti per l’indisponibilità del socio di maggioranza. E per far questo, puntualizza da Davos il ministro Giorgetti, è indispensabile la disponibilità degli imprenditori italiani interessati a intervenire.
Nessun accordo con Mittal
I 320 milioni già stanziati, quindi, non saranno reinvestiti nella ricapitalizzaione, ma saranno messi, attraverso un prestito ponte, nelle mani dei commissari per garantire non il mantenimento degli impianti ma la piena continuità produttiva.
La soluzione era temuta alla vigilia perché è la più drastica e potrebbe far pagare ala fabbrica e all’indotto le scelte complicate, ma si è rivelata inevitabile per la posizione dei Mittal che intanto, abbandonando l’ex llva, sono tornati a investire in Francia.
“La fase di amministrazione straordinaria sarà temporanea e il governo – precisa una nota di Palazzo Chigi – è alla ricerca dei migliori partner privati con l’obiettivo di salvaguardare la continuità produttiva, tutelare l’occupazione e garantire la sicurezza dei lavoratori. Nei prossimi giorni sarà aperto al Mimit e al ministero del lavoro un tavolo che riunirà tutti i soggetti interessati: istituzioni locali, sindacati, associazioni datoriali. I ministri Urso e a Calderone, incontreranno nelle prossime ore i rappresentanti delle imprese fornitrici e dell’indotto, manifestando la disponibilità ad analoghi incontri con i rappresentanti dei lavoratori. Il momento che sta vivendo l’ex Ilva è “estremamente difficile” ed è necessario proseguire il confronto impegnandosi a fare ciascuno la propria parte. Questo per la tutela della produzione e dell’occupazione e la salvaguardia dell’ambiente e della sicurezza dei luoghi di lavoro”.
Così i sindacati
“Abbiamo fatto presente che la situazione è complessa – ha dichiarato al termine dell’incontro il segretario della Fiom Michele Di Palma – e che la prima questione è garantire risorse per i lavoratori e la tenuta in sicurezza e la manutenzione degli impianti. Il Governo ha risposto che ci sono già nelle disponibilità del decreto 320 milioni, che però non bastano per rilanciare la produzione. Il Governo ha risposto che ci sono le condizioni per intervenire con ulteriori risorse”.
Per Rocco Palombella, segretario della Uilm “dopo questo incontro riteniamo di avere la compiutezza che la strategia di Mittal ormai è finita. Loro hanno tentato di usare uno strumento per ricomporre la lite, per perdere tempo, il governo ha risposto con un decreto legge, domani verrà bollinato e ci sarà la firma del presidente della Repubblica e il decreto è legge”.
Il segretario della Fim Benaglia, infine, sottolinea la necessità che il governo individui, per la gestione commissariale, manager del settore capacità di garantire la qualità degli interventi. Cosa che, ha sostenuto, il governo a dichiarato di tener presente, perché si possa giungere finalmente al risanamento e al rilancio dell’azienda siderurgica italiana. La Usb da parte sua ha posto il tema della massima garanzia dei lavoratori di Ilva in A.S., tema ritenuto fondamentale e pregiudiziale
L’indotto
Le associazioni Aigi (a cui aderisce l’80 per cento delle imprese dell’indotto ex Ilva), Casartigiani e Confapi Industria avevano annunciato, intanto, “la sospensione ad oltranza di tutte le attività lavorative svolte dalle proprie associate all’interno dello stabilimento siderurgico di Taranto”. Questo non avendo avuto rassicurazioni sulla tutela dei crediti vantati nei confronti di Acciaierie d’Italia. Precisano che “per senso di responsabilità verso i lavoratori, la cittadinanza ed il territorio”, saranno garantite “esclusivamente le prestazioni attinenti la sicurezza degli impianti”.
All’incontro erano presenti, per il governo, i ministri per gli affari europei Raffaele Fitto (in videocollegamento), delle imprese e del made in Italy Adolfo Urso, del lavoro e delle politiche sociali Marina Calderone, Giancarlo Giorgetti (in videocollegamento) e il sottosegretario alla presidenza del consiglio Alfredo Mantovano. Per i sindacati presenti i rappresentanti di Fiom Cgil Michele De Palma, Fim-Cisl Roberto Benaglia, Uilm-Uil Rocco Palombella, Ugl metalmeccanici Giovanni Antonio Spera e Usb Sasha Colautti (in videocollegamento) e Francesco Rizzo.
Il ministro Giorgetti
Dell’ex Ilva ha parlato al Forum di Davos il ministro dell’economia, Giancarlo Giorgetti: “Sull’ex Ilva noi ci stiamo impegnando al massimo per fare chiarezza perché per fare l’acciaio green servono tanti investimenti e quindi abbiamo bisogno di partner che li facciano insieme a noi questo è il momento della chiarezza”. Giorgetti ha spiegato che “in questo momento c’è un partner che ancora non ha chiarito la sua posizione”, ma “ci sono molti interessati a produrre a Taranto, il più grande insediamento produttivo di acciaio europeo”. “Noi vogliamo partner che condividano questa grande ambizione di produrre acciaio in Italia però in modo ambientalmente compatibile”.
Il sindaco Melucci
Delle aziende dell’indotto si occupa, in una nota, il sindaco Melucci: “In seguito al commissariamento di Acciaierie d’Italia, che “cancellerebbe” i crediti avanzati dalle imprese dell’indotto, diventa vitale stabilire un dialogo aperto e costruttivo con l’Esecutivo proprio allo scopo di tutelare gli interessi della nostra comunità. Come istituzioni locali siamo disponibili a collaborare attivamente con le Autorità nazionali per trovare soluzioni che possano garantire al territorio continuità alla sua economia e che siano capaci di affrontare le problematiche legate alle fonti inquinanti garantendo la chiusura delle stesse per tutelare la salute dei cittadini e dell’ambiente.”