Industria: emergenza continua, ora si “agitano” anche i lavoratori Arpa Puglia
Quando si sente parlare di crescita dell’occupazione, ci si chiede per prima cosa a quale pianeta si faccia riferimento. Non certo al pianeta Taranto, che continua a subire i contraccolpi di una crisi interminabile che parte dall’industria, ma coinvolge fortemente altri settori.
In questi giorni, la città sta risentendo delle protese giustificate delle circa 70 aziende dell’indotto Ilva, i cui 2.400 dipendenti non ricevono gli arretrati e la cassa integrazione. Dopo l’occupazione del Ponte girevole, che martedì 13 ha di fatto bloccato la circolazione, continua il presidio sotto la prefettura, in attesa di ricevere risposte dal governo. Ma la partita è complicata e i risvolti tecnici relativi alle modalità con le quali il governo sta cercando di garantire i crediti delle aziende, restano complessi. Il tentativo di garantire risorse attraverso la società di garanzia Sace, sono resi complicati anche dal cattivo atteggiamento di Acciaierie d’Italia. A tale proposito, il governatore Michele Emiliano ha dichiarato la disponibilità della Regione a inserire la liquidità riveniente dalle economie di bilancio per sostenere economicamente l’indotto. Che è indispensabile per la continuità produttiva dello stabilimento.
Le incertezze sull’Ilva
Possiamo dire solo che la decisione dell’amministrazione straordinaria, decretata dal governo nei giorni scorsi, sta subendo rallentamenti per la posizione di Mittal, che esprime ancora la maggioranza dell’azienda. I prossimi giorni dovrebbero spiegare come si evolverà la faccenda, tenendo presente che lo Stato, per mezzo del ministro Urso, ha dichiarato l’indisponibilità a gestire direttamente l’azienda siderurgica: occorrerà la disponibilità di industriali privati. Però la situazione è ancora nebbiosa e per questo i sindacati si sono autoconvocati a Palazzo Chigi, mossa che è stata prevenuta dal governo, che li ha convocati il 19 febbraio alle 19,15.
“È inaccettabile – dichiarano Fim Fiom Uilm – che dopo due decreti voluti dal Governo per estromettere Mittal, attraverso l’attivazione dell’amministrazione straordinaria, la situazione e il futuro dell’ex Ilva rimangano nella totale incertezza. Fim Fiom Uilm denunciano ancora una volta la grave e preoccupante situazione in cui versano i siti produttivi dell’ex Ilva, con conseguenze drammatiche sull’indotto e sui 20mila lavoratori”.
Paradossalmente, infatti, l’amministratore delegato espresso da Mittal, Lucia Morselli, ha dichiarato in audizione parlamentare che tutto all’Ilva è perfetto, e che gli unici problemi sono di liquidità. Ma non spiega perché lo stesso Mittal si è detto indisponibile all’aumento di capitale.
Se il futuro dello stabilimento è tutto da definire, continua anche il pressing degli ambientalisti che trovano oggi una sponda importante nella cultura. Il film sulla Palazzina Laf è stato presentato polemicamente al Senato, per iniziativa del vicepresidente 5Stelle, Mario Turco, ma assenti i rappresentanti del governo.
Agitazione all’Arpa Puglia
Proprio sul fronte dell’Arpa Puglia, l’Agenzia regionale per la prevenzione e la protezione dell’ambiente, si registra la proclamazione dello stato di agitazione del personale. Con una lettera alla Regione e agli assessorati competenti, i sindacati chiedono un incontro urgente, a tre mesi di distanza dalla precedente richiesta. Scrivono i sindacati della Funzione pubblica: “Considerato che da circa 48 mesi in Arpa Puglia ci sono svariate decine di lavoratrici e lavoratori assunti sulla base di progetti specifici, tra cui il Piano Taranto, che a brevissimo rischiano la cessazione del rapporto di lavoro se non si assumono le determinazioni utili a stabilizzare il loro rapporto di lavoro, disperdendo di fatto importanti professionalità che nel corso di questi anni hanno maturato esperienze e competenze rilevanti, con la presente sollecitano la convocazione di un incontro urgente con quanti in indirizzo, entro e non oltre sette giorni dal ricevimento della presente, teso alla stabilizzazione dei precari, allo svincolo ed utilizzo dei fondi accantonati per il Piano Taranto e per tutti quei progetti utili al potenziamento di un’agenzia strategica per la salute e l’ambiente quale l’Arpa Puglia”.
Questo, senza dimenticare le altre delicate questioni ancora aperte, come il futuro di centinaia di lavoratori portuali dell’ex Tct e di Sanitaservice. Ma quello della sanità è un pianeta tutto avvolto dalle ombre.