‘Volare’ di Margherita Buy tra le novità al cinema
Periodo d’oro per l’attrice Margherita Buy. Nelle ultime stagioni ha messo a segno interpretazioni intense, con sfumature inedite e mature: su tutti i ruoli di Dora in “Tre Piani” (2021) ed Eleonora Moro in “Esterno notte” (2022). All’inizio del 2024 è nei cinema con ben tre titoli: è la psichiatra Brabanti in “Dieci Minuti”, una diva del palcoscenico nella commedia “Romeo è Giulietta”, ma soprattutto è regista, sceneggiatrice e protagonista del suo debutto dietro alla macchina da presa con “Volare”. Presentato alla 18a Festa del Cinema di Roma, “Volare” (Fandango) racconta le sfide tragicomiche di un’attrice, AnnaBì, che riceve una proposta di lavoro da un importante autore internazionale; è l’occasione della vita, ma lei ha un problema: ha paura dell’aereo. Nel cast Anna Bonaiuto, Elena Sofia Ricci, Giulia Michelini, Francesco Colella, Caterina De Angelis e Euridice Axen.
Distribuito da Eagle Pictures, nei cinema c’è il biopic “Bob Marley. One Love” sul cantautore e attivista giamaicano; alla regia Reinaldo Marcus Green – suo è “Una famiglia vincente. King Richard” (2021) –, protagonisti Kingsley Ben-Adir (“Barbie”, la serie “Secret Invasion”), Lashana Lynch e James Norton. Dal respiro familiare è il film francese “Emma e il giaguaro nero” (01 Distribution e Leone Film) di Gilles de Maistre, con Emily Bett Rickards, Lumi Pollack e Wayne Baker: una storia di amicizia e solidarietà tra bambini e animali dopo il fortunato “Mia e il leone bianco”, firmato dal regista insieme alla moglie sceneggiatrice Prune de Maistre.
Esce finalmente “La zona d’interesse” (I Wonder), folgorante ritorno dietro alla macchina da presa del britannico Jonathan Glazer. Passato in Concorso a Cannes76, Grand Prix speciale della giuria, il film corre agli Oscar 2024 con 5 candidature tra cui miglior film, regia e film internazionale. Prendendo le mosse dal romanzo di Martin Amis del 2014, Glazer racconta il dramma della Shoah con una cifra narrativa “originale”, del tutto spiazzante: affronta uno dei simboli dell’orrore, il campo di concentramento di Auschwitz, non accedendovi mai. Decide di amplificare quanto sta accadendo lì osservando scrupolosamente il quotidiano della famiglia Höss, ovvero Rudolf, Hedwig e i loro cinque figli. Non una famiglia qualsiasi, bensì quella del comandante del lager. Glazer firma un film duro e sorprendente; colpisce lo spettatore con un racconto cinico e tagliente: mostra la miseria umana di una famiglia, in apparenza perbene, che però si rivela essere totalmente amorale e avaloriale. Con “La zona d’interesse” Glazer svela con lucidità non solo la “banalità del male”, ma anche il suo cinismo sconfortante e tossico; mostra il punto più basso, anzi più fosco, dove l’uomo si è saputo spingere, accecato da arroganza, egoismo e follia. Un film acuto, magnifico per regia, stile narrativo come pure per gli attori, gli ottimi Sandra Hüller e Christian Friedel. “La zona d’interesse” è da vedere, rivedere, condividere anche come proposta educativa per la custodia della memoria.