Terzo appuntamento del corso di formazione dell’ufficio diocesano Cultura

“Il nuovo umanesimo europeo di Francesco” è stato il tema trattato martedì 20 febbraio

22 Feb 2024

L’ufficio diocesano Cultura ha proposto il terzo incontro del corso di formazione intitolato: “L’umanesimo europeo per la fraternità dei popoli”.

Nella foto G. Leva, il prof. Lino Prenna

L’appuntamento, che ha sviluppato il tema “Il nuovo umanesimo europeo di Francesco”, si è svolto martedì 20 febbraio nella parrocchia S. Roberto Bellarmino. Gli incontri sono curati da don Antonio Rubino, vicario episcopale per la Cultura, e sono guidati dal prof. Lino Prenna, docente universitario.

Papa Francesco al Parlamento europeo

Il prof. Prenna ha esordito introducendo il discorso di papa Francesco al Parlamento europeo, tenuto il 25 novembre 2014, a Strasburgo. Il professore ha così sintetizzato: “Il papa ricorda che all’origine dell’Unione europea vi era un progetto ambizioso: i padri fondatori hanno concepito l’Europa centrata sull’uomo, le sue radici sono nella centralità dell’uomo, non inteso come cittadino né come soggetto economico, ma come persona dotata di «dignità trascendente»”.

Dignità

Il relatore ha spiegato, in primo luogo, il significato del termine “dignità”: “La parola dignità è strettamente connessa con il contesto di ripresa sociale del secondo dopoguerra in cui è cresciuta la rivendicazione dei diritti umani e si è affermata l’irripetibilità della singola persona umana. Ogni persona umana è un unicum irripetibile, di singolare natura. La dignità nasce dal fatto che non ci sono copie tra le persone, tutti sono degli originali irripetibili. Ciò che non facciamo noi non lo farà più nessuno. Quindi la dignità è legata al fatto che la persona è unica e irripetibile”. A questo, il prof. Prenna ha aggiunto che la dignità umana porta alla consapevolezza di essere titolari di diritti, i quali preesistono allo Stato perché sono nella persona stessa: “Nelle democrazie, lo Stato è successivo ai diritti e si costituisce in funzione della persona; il primo atto che compie (lo Stato) è riconoscere la dignità della persona umana e il fatto che ciascuno è titolare di diritti totali”.

Trascendenza

 Passando, in secondo luogo, alla parola “trascendenza”, il prof. Prenna ha aggiunto: “Il termine trascendenza fa appello alla natura spirituale dell’uomo e alla coscienza che permette di distinguere il bene dal male. La trascendenza richiama il fatto che l’uomo non è un assoluto ma un essere relazionale. Ma perché trascendenza vuol dire che l’uomo è un essere relazionale? La tradizione del personalismo afferma che la persona è principio di relazione. Tutto il contrario indica il termine individuo, dal latino individuus e indivisum, cioè non separabile, divisibile, condivisibile: l’individuo è principio di esclusione”. Riprendendo il commento del papa rispetto all’affresco “La Scuola di Atene” di Raffaello Sanzio, il relatore ha riportato l’interpretazione del pontefice: “Platone ha il dito verso l’alto e verso il cielo; Aristotele ha la mano protesa verso il basso e verso la terra. Il papa dice che il cielo è l’apertura trascendente dell’umanesimo, che si apre a Dio, e che la terra è l’aspetto immanente dell’umanesimo, la sua concretezza pratica, che si riferisce all’uomo”.

Discorso per il conferimento del premio Carlo Magno

Entrando nel vivo dell’argomento, il prof. Prenna si è dedicato al discorso di papa Francesco per il conferimento del premio Carlo Magno. È in questo discorso che il pontefice parla del “nuovo umanesimo europeo”. Si è spiegato che “Il papa fa un accorato appello all’Europa stanca e invecchiata, perché ritrovi le sue origini e si riconosca nell’umanesimo che ha qualificato la sua storia, e chiede di aggiornare l’idea di Europa, dando vita a un nuovo umanesimo basato su tre capacità:  integrare, dialogare e generare”.

Le tre capacità

Rispetto alla capacità di integrare, “Il papa ricorda che l’Europa ha una identità plurale e multiculturale, frutto della combinazione di culture diverse; al cristianesimo si deve riconoscere il ruolo di mediatore tra tali culture: la grecitas, la latinitas e la germanitas. L’Europa deve riscoprire la capacità di integrare tutti quei nuovi popoli che bussano alle sue porte. Il criterio per fare ciò è la solidarietà. Siamo invitati a promuovere un’integrazione che trova nella solidarietà il modo in cui fare le cose, il modo in cui costruire la storia”. Altrettanto importante è la capacità di dialogare: “L’importanza del dialogo va ripetuta con costanza, senza mai stancarsi, perché ci permette di riconoscere l’altro. Il papa dice di armare la nostra gente con la cultura del dialogo e dell’incontro”. Infine, in riferimento alla capacità di generare: “Tutti, dal più piccolo al più grande, sono parte attiva nella costruzione di una società integrata e riconciliata. Questa cultura è possibile se tutti partecipiamo alla sua elaborazione e costruzione. Ecco che allora il papa afferma: Con la mente e con il cuore, con speranza e senza vane nostalgie, come un figlio che ritrova nella madre Europa le sue radici di vita e di fede, sogno un nuovo umanesimo europeo, «un costante cammino di umanizzazione», cui servono «memoria, coraggio, sana e umana utopia». Da qui l’importanza di umanizzare la democrazia”.

Il prossimo incontro

Il prossimo incontro del corso di formazione tratterà il tema: Amicizia sociale e fraternità universale. L’appuntamento è per il 14 marzo, con inizio alle ore 18 e ingresso da via San Roberto Bellarmino.
Per qualunque informazione si rimanda al sito dell’ufficio di pastorale della Cultura: http://cultura.diocesi.taranto.it/

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