Ripartire da produzione e ambiente: questi gli impegni per la siderurgia
Ripartire da zero: questo l’assunto dell’incontro svoltosi in mattinata in direzione Ilva tra il commissario di Acciaierie d’Italia, Giancarlo Quaranta, e le segreterie nazionali e provinciali dei sindacati metalmeccanici Fim Fiom Uilm e Usb. Ma verrebbe da dire: da “sottozero”, dal momento che la situazione in cui versa l’azienda siderurgica è certamente peggiore da quella che si registrava quando ci fu la cessione al gruppo ArcelorMittal. Che aveva chiaramente l’obiettivo di affossarla. Quello che conta, però, è la disponibilità a rimettere l’acciaio pubblico al centro dell’interesse nazionale, ma ripartendo dal processo di ambientalizzazione, di recupero dei rapporti con la comunità e le realtà sociali, che di fatto si sono fermati alle belle intenzioni.
Salute e sicurezza, investimenti e rilancio sono i nodi che nel corso degli anni si sono acuiti. “Bisognerà impegnarsi tutti verso una unica strada che porti il gruppo ex Ilva al suo rilancio in materia di sostenibilità e produzione. Questo – dichiarato il segretario nazionale della Fim Cisl Valerio D’Alò – farà tornare lavoro e fornirà le basi per ricucire i rapporti sociali lacerati con la comunità”.
Per Ferdinando Uliano della segreteria nazionale, è chiaro che si è cercato di affossare l’azienda. “Noi dobbiamo occuparci del rilancio. Oggi non ci sono le condizioni impiantistiche di reggere una ripartenza e uno sviluppo. Il commissario ci ha detto chiaramente che bisogna fare una fotografia della situazione e capire come intervenire sugli impianti per la manutenzione, garantire le materie prime e i prodotti finiti”.
Si sta lavorando su diversi piani: le garanzie finanziarie, i rapporti con l’indotto, che sono limitati dall’amministrazione straordinaria ma si stanno fornendo delle garanzie, la cassa integrazione, la formazione e così via.
Importante la produzione siderurgica è anche per la ripartenza dell’industria automobilistica italiana. Lo stesso Quaranta ha dichiarato che la ripartenza di AdI serve anche da volano per le altre produzione industriali: automotive ed elettrodomestici. Ma non solo, anche per la riconversione ambientale la necessità è sostenuta, oltre che dalle responsabilità sociali nei confronti della città, anche dalle esigenze imposte dai vincoli europei e dagli stessi vincoli che gravano sull’industria automobilistica: c’è la necessità di conoscere quanto CO2 si produce nella realizzazione dell’acciaio.