La poesia di Lucilla Trapazzo: Il viaggio, metafora della vita, restituisce identità
Il viaggio è una classica metafora della vita. Viaggi mitici sono il tentativo di assolutizzare il senso di vite che dal mito assumono valore di assolutezza, quasi trascendente. Un viaggio in forma di poesia ci fa riandare con la mente ai primi, grandi poemi epici del passato, e ci stimola a guardare con gli occhi della mente. Ci guida alla scoperta di un mondo, che rivive descrittivamente nelle pagine del libro.
E proprio il viaggio, nella più ampia accezione di conoscenza del mondo, è il tema Paralleli e meridiani, titolo dell’ultima silloge di Lucilla Trapazzo, fresca di stampa per le edizioni Macabor, con la prefazione di Mara Venuto. Un titolo che già da solo ci apre orizzonti geografici concreti, che poi vengono dettagliatamente specificati per ogni poesia. Dal momento che l’autrice propone per ogni poesia, sotto il titolo, anche le coordinate Pgs del luogo cui la poesie è dedicata. Perché se ne abbia precisa contezza e persino l’immaginazione che è stimolata dai versi, possa trovarsi catapultata in un luogo preciso.
L’autrice
L’autrice, poeta, traduttrice, artista e performer italo-svizzera, dopo anni trascorsi all’estero, per studio e lavoro, nella DDR, a Bruxelles, a Washington DC e a New York City, ora vive a Zurigo, Svizzera. Collabora con riviste internazionali con le quali ha stretto contatti nei suoi numerosi, continui viaggi alla scoperta del mondo. E proprio le emozioni intime scaturite da questi viaggi, dall’esplorazione visiva di luoghi tra loro così diversi e lontani, danno sostanza al racconto descrittivo. Che è pieno di colori, di geometrie, di luoghi che diventano spirituali, coscienziali.
È una poesia descrittiva la sua che unisca i luoghi attraverso un racconto emozionale che è tutto intimo. Ma trasfuso in un atto memoriale, in ci l’esercizio descrittivo è la poetica che prende corpo narrativamente.
“Camminando – scrive l’autrice nella sua premessa – si apprende la vita, perché ogni partenza spoglia lentamente l’individuo delle sue abitudini, dei suoi luoghi comuni, delle sue maschere e lo lascia aperto, in senso puro. Le certezze vacillano e la mente si apre al confronto e alla pluralità, fino a trovare un punto nudo, l’essenza intima, la propria identità, che ci trasforma e ci rende umani. Viaggiare, quindi, nella mente e nello spazio, nell’intimo sentire, per osservare, comprendere, guarire i dolori, cercare la vita, trovarsi”.
La prefazione
Paralleli e Meridiani, scrive da parte sua nella sua prefazione Mara Venuto, “è un album di immagini tridimensionali e in movimento, una raccolta sonora e con una ricca tavolozza di colori. Lucilla Trapazzo regala al lettore i suoi occhi e ritrae i luoghi nitidamente; la poesia è visiva e visionaria allo stesso tempo, la realtà restituita è fedele. I luoghi si fanno verdi o arsi, ondosi o desertici. La lingua è, sì, fortemente icastica ma, allo stesso tempo, crea un ambiente emozionale onirico, una dimensione non raggiunta o perduta, vagheggiata…”