Ponte Italia-Albania: all’iniziativa della comunità L’incontro presenti i vescovi Massafra e Fragnelli
Un ponte di solidarietà tra Italia e Albania per celebrare l’amicizia e la speranza, un’iniziativa per unire culture, arte e professioni verso un futuro di pace e collaborazione.
Giovedì 29 febbraio a Castellaneta si terrà nell’aula sala convegni dell’istituto ‘Mauro Perrone’, alle ore 10, un evento destinato a segnare un momento significativo nella storia delle relazioni tra i due popoli dell’Italia e dell’Albania, organizzato dalla comunità L’incontro di Castellaneta che, con i suoi 55 anni di impegno e dedizione, di cui 33 al servizio del popolo albanese, celebra un momento di profonda riflessione e di speranza per il futuro.
In questa occasione verrà svelato il busto di Giorgio Castriota Scanderbeg, eroe albanese che ha giocato un ruolo cruciale nella difesa dell’Europa dagli ottomani, nella piazza a lui dedicata. All’evento partecipano mons. Angelo Massafra (originario di San Marzano, presidente della Conferenza episcopale albanese e arcivescovo di Scutari in Albania), mons. Pierino Fragnelli (originario di Crispiano, vescovo di Trapani e già vescovo di Castellaneta), Damiano Ottomanelli (presidente della comunità L’incontro), Gianbattista Di Pippa (sindaco di Castellaneta), Vita Surico (dirigente scolastico del ‘Mauro Perrone’), Anita Briti (ambasciatrice albanese a Roma), Lulieta Serbo (direttrice di Pneumologia infantile all’Università di Tirana), Deshnor Dervishi (già ambasciatore albanese a Roma e a Tel Aviv), Tritan Shehu (membro del Parlamento albanese, già ministro della salute e degli esteri in Albania), Paola Dessì (prefetto di Taranto), Gabriele Gravina (presidente Federazione italiana gioco calcio); moderatore è Giuseppe Romano (presidente Proloco ‘Domenica Terrusi’ di Castellaneta). Le autorità presenti si concentreranno sull’importanza degli aiuti materiali forniti nel corso degli anni, ma soprattutto quelli immateriali: empatìa e sostegno che hanno alimentato l’autostima e la fiducia nel futuro del popolo albanese. E ora, con la stessa determinazione e passione, si guarda avanti verso una nuova era di collaborazione e solidarietà.
«Se una famiglia di una piccola comunità è riuscita a costruire un legame così forte nella diversità, perché non possiamo estenderlo a due popoli interi? – ha dichiarato Ottomanelli – Possiamo creare un ponte empatico che unisca Italia e Albania attraverso la cultura, l’arte, le professioni, per costruire un futuro di pace e prosperità; i governi possono cambiare, ma il legame tra i popoli rimane».
Questo evento non è solo un momento di celebrazione, ma anche di riflessione e azione: è un’opportunità per seminare il seme dell’empatia tra i giovani studenti, affinché possano coltivare la cultura della pace e della collaborazione, come ha sottolineato il fondatore: «La guerra non si discute, si costruisce».
Con questo spirito si apre una nuova era di collaborazione tra Italia e Albania: un progetto ambizioso che mira a svilupparsi attraverso una collaborazione permanente, coinvolgendo le comunità, le istituzioni e gli individui di entrambi i Paesi; è un invito a tutti coloro che credono nel potere della solidarietà e della pace a unirsi a questa missione per un futuro migliore.
Questo convegno non è solo una celebrazione momentanea, ma il primo passo verso un cammino lungo e significativo: è un invito a tutti a guardare oltre le frontiere e a costruire ponti di solidarietà e speranza, perché insieme si può creare un mondo in cui la pace e la collaborazione sono la norma, non l’eccezione.