Gli scout festeggiano in concattedrale la Giornata del Pensiero
Milleduecento scout domenica 25 febbraio si sono ritrovati in concattedrale per festeggiare il Thinking day, la “Giornata del Pensiero”, che ricorda il compleanno del fondatore Robert Baden Powell e occasione per riflettere insieme sulle tematiche globali e locali più stringenti.
La santa messa celebrata dall’arcivescovo mons. Ciro Miniero è stata la festosa conclusione di una due giorni in cui tutti gli scout della Zona Taranto (che comprende, oltre al capoluogo, anche i comuni di Grottaglie, Martina Franca, Pulsano e Torricella) si sono riuniti per vivere insieme delle attività incentrate sulla felicità e sui percorsi (im)possibili per raggiungerla, ma anche su quel futuro rigoglioso che vogliamo lasciare alle giovani generazioni. Così, divisi nelle varie branche (Branco/Cerchio, per i bambini tra gli 8 e i 12 anni, Reparto, per i ragazzi dai 12 ai 16 anni, e Clan, per i giovani dai 16 ai 21 anni), gli scout tarantini, nella giornata di sabato, hanno potuto conoscersi e raccontarsi, giocare, fare strada e “incontrare” figure esemplari della storia più recente come Nelson Mandela, Sophie Scholl e Don Peppe Diana. Il tutto incanalato nel messaggio positivo delle Beatitudini, viste come tracce su cui camminare insieme.
«Sentiamo la responsabilità di formare le prossime generazioni di cittadini del mondo – hanno detto i responsabili di Zona, Monica Pignatelli e Antonello De Bartolo – ai quali poter consegnare un mondo sostenibile dal punto di vista ambientale, libero dalle povertà, dai pregiudizi e dalla violenza. Ci impegniamo quotidianamente nell’essere operatori di pace e auspichiamo un futuro in cui ragazze e ragazzi possano crescere senza il timore di esprimere le loro opinioni e i loro sogni. Lo scoutismo inoltre educa ai valori cristiani permettendo di fare esperienza concreta di Dio».
Sugli scalini davanti all’altare un grande arcobaleno, composto dai messaggi che gli scout tarantini hanno affidato a fogli di diversi colori: un simbolo di fratellanza per sentirsi ancora una volta promotori di dialogo e riconciliazione, proprio come recita il Vangelo. «Spesso ci immaginiamo Gesù con gli occhi azzurri o i capelli chiari – un passaggio dell’omelia dell’arcivescovo – In realtà aveva i tratti somatici tipici palestinesi. In ogni volto possiamo riconoscere il volto di Dio, non solo in quelli che ci sembrano più “giusti”».
E dallo stesso mons. Miniero arriva anche una “missione” affidata agli scout ionici: «Attraverso le buone azioni quotidiane – ha proseguito – possiamo mostrare agli altri che Dio è in noi. Se ogni buona azione è un raggio di luce, allora diffondiamola questa luce, diffondiamo il bene e l’amore a chiunque ci sta davanti».