Mar Piccolo, la “Città che vogliamo” lancia la sfida. Il Comune, a suo modo, risponde
Ma il Parco del Mar Piccolo diventerà mai realtà? L’interrogativo riecheggiava già all’indomani dell’approvazione della legge istitutiva regionale. Appare subito chiaro che ci sono delle resistenze importanti. La prima è quella del sindaco Rinaldo Melucci che pretende la riperimetrazione dell’area individuata dalla legge costitutiva. I motivi sono facilmente intuibili: ogni volta che si mette mano al territorio e al suo assetto, emergono interessi e paure. Gli interessi sono quelli legati soprattutto alla manomissione del suolo, questione nella quale Taranto vanta un primato assoluto: lottizzatori e investitori pubblici e privati hanno sfigurato da tempo la città e le sue proverbiali bellezze. Un piano regolatore che negli anni Settanta sbagliò completamente le previsioni di crescita ha fatto il resto. Ora si attende un nuovo piano mentre si apprende che il Tar ha dato nuova linfa all’ipotesi di cementificazione del comparto 32, anche perché il Comune non si è presentato all’udienza.
Il Parco
Proprio per tutelare quello che resta, a partire dall’elemento naturalistico fondamentale, come il Mar Piccolo, l’allora consigliere regionale Gianni Liviano si mise a capo di un movimento d’opinione e politico che, dopo una lunga battaglia e una petizione popolare ricca di 25.000 firme, portò al varo della legge istitutiva. Non che il Mar Piccolo sia immune da manomissioni, passate e recenti, come l’assedio dell’Italsider e ancor più quello dell’Arsenale, prima fonte inquinante, ma è ancora possibile grazie anche alle risorse “proprie” della natura, che com’è noto fa versare nello specchio d’acqua numerosi rigagnoli e citri, si può ancora salvare e, se se vuole, valorizzare al meglio il Mar Piccolo.
Proprio di questo si è parlato nella tavola rotonda organizzata da “La città che vogliamo”, nella sede di via Fiume, che ha visto un ricco e variegato tavolo di relatori: il sindaco di San Giorgio Jonico, Nino Fabbiano, i docenti dell’Università di Bari, Vito Santamato e Rino Montalbano, i responsabili del Wwf e di Legambiente Gianni De Vincentis e Valentino Traversa, il presidente dell’associazione delle cooperative Agci-Pesca Emilio Palumbo e il rappresentante di Confcooperative Carlo Martello.
La tavola rotonda
A introdurre e moderare il dibattito, naturalmente: Gianni Liviano, che ha ricordato come le 25.000 firme raccolte avessero l’obiettivo di convincere il Comune di Taranto a non ostacolare il progetto del parco. Due gli anni impiegati per costruire la proposta di legge assieme a tutte le organizzazioni e associazioni interessate, quattro quelli trascorsi dall’approvazione della legge. Nel frattempo non è successo assolutamente niente. Obiettivi del parco sono la conservazione di un patrimonio rilevantissimo e valorizzare ai fini economici un territorio che potrebbe diventare uno degli attrattori turistico culturali della città. Assieme a Museo e Castello che però non sono sufficienti a garantire presenze stabili di turisti nel territorio cittadino.
“L’incontro di oggi – ha detto Liviano – vuole essere da stimolo all’amministrazione per tentare di giungere alla costituzione di un consorzio che possa dal via al parco. Riperimetrare come vorrebbe il sindaco significherebbe cominciare da capo, impiegando ancora tanto tempo, con rischio di vanificare tutto”.
Un covegno del Comune
In un certo senso, la risposta del Comune non si è fatta attendere. Apprendiamo, infatti, che il Comune ha organizzato l’evento “Progetti del Parco naturale regionale Mar Piccolo”, che si terrà il 5 marzo nel salone degli specchi di palazzo di città. Dopo i saluti istituzionali da parte del sindaco Rinaldo Melucci, Anna Grazia Maraschio (assessore all’Ambiente della Regione) e Caterina Dibitonto (dirigente dell’Ufficio parchi della Regione), seguiranno diversi interventi tecnici e specialistici durante i quali verranno presentate le best practices e le strategie adottate per la gestione sostenibile del parco del Mar Piccolo.