Settimana della fede

Missione come stile di vita: padre Gianni Zampini alla Settimana della Fede

foto G. Leva
01 Mar 2024

di Elena Falcone

“Missione è vivere lo stile di vita come servizio. Oggi Gesù ci propone di condividere il sogno di Dio nella costruzione di un mondo nuovo, caratterizzato da relazioni personali, sociali, nazionali, internazionali che si fondano sulla disponibilità a mettersi a servizio”.

Così ha riferito padre Gianni Zampini, saveriano, giovedì 29 febbraio, nel quarto incontro della Settimana della fede, affrontando il tema “Missione”.

Il relatore ha ricordato che quanto chiede il Signore è una semplice esortazione a ‘fare un po’ di bene’, ma un invito a giocarsi a fondo la vita nella libertà che nasce dal servizio, evidenziando che servire non è dare qualcosa ma fare della propria esistenza un dono continuo e quotidiano. Quindi, condivisione e servizio, dono di sé e prossimità sono i pilastri fondanti il nostro percorso quotidiano”. Padre Gianni ha ancora evidenziato come Gesù chieda collaboratori capaci di annunciare la novità del Regno, di denunciare e opporsi a tutto ciò che ferisce e lede la vita di ciascuno, di opporre al potere il servizio, all’avere la condivisione, all’apparire l’autenticità. Tutto ciò, in una comunità di persone dove la diversità dei compiti e dei ruoli non siano sorgenti di esclusione, ma che diventi spazio accogliente per ognuno, ove il Dio-con-noi possa manifestarsi nelle azioni e nelle parole di tutti.

foto G. Leva

“Come  missionari avvertiamo una crisi della missione ad gentes connessa con l’idea errata di conversione dell’altro a Gesù – ha continuato -. Così la Chiesa rischia di concentrare la sua preoccupazione sui propri problemi interni. Ci si occupa di pastorale, di nuova evangelizzazione, ma rischia l’oblio il mandato missionario di annunciare Cristo a chi non lo conosce. Chi si prende cura della Cina, del Giappone, Indonesia dell’Indonesia? Nella Evangelii gaudium  papa Francesco afferma che i cristiani hanno il dovere di annunciare Gesù, Verbo fatto carne che ha assunto le fragilità dell’uomo. Ma non come un obbligo, bensì come chi condivide una gioia, segnala un orizzonte bello. Da qui nasce la missione, che è incontro con la gente là dove si trova: nei grattacieli, nei supermercati, nelle case abusive o occupate, sotto i ponti nelle bidonvilles, tra ristagni putridi e case di cartone che si disfano. Missione è stare con la gente, ovunque, sviluppando accoglienza, inclusione, partecipazione, comunione”.

Padre Gianni Zampini ha parlato anche delle urgenze dei nostri tempi, che il cristiano è tenuto a denunciare e a opporsi, soprattutto della popolazione mondiale che si sta impoverendo a un ritmo senza precedenti, mentre la ricchezza rimane nelle mani di un’élite molto ristretta. “Questo disequilibrio – ha commentato – è in atto da un po’ di tempo ma ora sta accelerando pericolosamente. Su questo dobbiamo riflettere e trovare un cambiamento. Il papa ci ha indicato le strade da intraprendere nella ‘Laudato si’’ e in ‘Fratelli tutti’ ma il messaggio non è passato. Si può contrastare tutto ciò attraverso piccole realtà: gruppi o comunità che formano quello che papa Francesco chiama grandi movimenti popolari, in grado di scuotere questi sistemi di governo”.

Il relatore ha toccato anche il tema della migrazione, purtroppo valutata ancora come una minaccia e non come un’importante occasione. “C’è la paura dell’altro, sia esso musulmano o in generale di colore – ha denunciato – Ma siamo ad un bivio: o il mondo diventerà un’umanità al plurale o siamo destinati a sbranarci vicendevolmente”. Egli si è soffermato sull’accordo tra Italia e Albania che fa tornare tutto indietro secondo una logica che intende il fenomeno migratorio sempre secondo le regole della dell’emergenza. “Per la Cei ha commentato – quelli impiegati dal governo per tale accordo sono soldi «buttati a mare» che forse sarebbe stato meglio impiegare per progetti di cooperazioni internazionale più efficaci e per i corridoi umanitari, perché nessuno può fermare le migrazioni”.

Dopo aver affrontato la situazione dell’Italia agli ultimi posti per la distribuzione dei redditi, con l’enorme sofferenza di chi non ce la fa più economicamente e la tensione crescente che può portare allo scoppio di disordini, il relatore ha così concluso: “Dio ci insegna ad essere responsabili nella missione, a non fuggire davanti alle prime difficoltà e a impegnarci fino in fondo. Viene chiesto anche a noi di sfidare le nostre paure, di fidarci di Dio e di compiere la sua volontà. Se questo spaventa, si può pensare al profeta Giona, uomo normalissimo che, pur con le sue insicurezze e con i suoi limiti, alla fine riuscì ad affidarsi a Dio e a compiere un’impresa rocambolesca, arrivando addirittura a “mimare” la risurrezione di Cristo ben 900 anni prima. Fece della sua vita un capolavoro! Perché non provarci anche tu?” 

Durante la serata i canti sono stati eseguiti dal coro “Decor Carmeli” della parrocchia “Maria Ss. del Monte Carmelo” di Grottaglie (direttore: Ciro Masciullo, organista: Alessandro Amendola).

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