Oggi, venerdì 8, arriva a Taranto il reliquiario della Madonna delle Lacrime di Siracusa
Tutto è pronto alla confraternita dell’Addolorata che stasera, venerdì 8 marzo, assieme a tutto il popolo di Dio, accoglierà il reliquiario della Madonna delle lacrime di Siracusa, che potrà essere venerato nella chiesa di San Domenico.
L’arrivo del reliquiario sarà alle ore 17 nella piazza d’armi del Castello aragonese (accesso libero) da dove muoverà il corteo per via Duomo con i confratelli e le consorelle in abito di rito fino a San Domenico, con tappa intermedia in cattedrale per la proiezione del documentario sull’evento prodigioso il saluto ai missionari siracusani che animeranno la peregrinatio. Particolarmente significativa sarà la collocazione del reliquiario accanto all’Addolorata, a rimarcare il dolore della Madre per i peccatori e, perché no, per la situazione occupazionale e ambientale della città, ancor più problematica in questi ultimi tempi. Alle ore 19 ci sarà la messa dell’arcivescovo mons. Ciro Miniero, alle ore 20.30 la catechesi penitenziale con possibilità di accostarsi al sacramento della Riconciliazione; la chiesa resterà aperta fino a mezzanotte.
L’indomani, sabato 9, nel pomeriggio è prevista la visita con il reliquiario alle case degli ammalati e, dopo la messa delle ore 18.30, si svolgerà la veglia mariana di preghiera con gruppi e confraternite.
Domenica 10, infine, sante messe alle ore 10 e alle ore 11; dopo quest’ultima, saluto alla reliquia sulle note di “Mamma!”, la marcia funebre di Rizzola, appropriata per l’evento, eseguita dalla Grande Orchestra di fiati “Santa Cecilia-Città di Taranto”, che presterà servizio anche durante la processione.
Il prodigioso evento della lacrimazione ebbe luogo a Siracusa nel ’53 nella casa di giovani sposi, la cui veridicità fu accertata da una commissione scientifica di cui a capo era un professionista ateo.
Realizzato in metallo dorato su idea di Biagio Poidimani, docente Accademia Belle Arti di Roma, il reliquiario poggia su un piede dalla base ottagonale. Al di sopra dell’impugnatura vi sono tre livelli sovrapposti. Nel primo sono custoditi: parte di un panno ricamato e utilizzato dalla signora Antonina Giusto per coprire e custodire il quadretto, spesso interamente bagnato dalle lacrime; la metà di un fazzoletto anch’esso impregnato dalle lacrime e donato dalla signora Lisetta Toscano Piccione; una provetta in cui fu riposto il liquido dagli occhi del quadretto, prelevato dalla commissione scientifica esaminatrice, con alcuni batuffoli di cotone. Nel secondo livello, quattro pannelli ricordano l’evento della lacrimazione. Nel terzo è visibile, in un’urna di vetro, la fialetta contenente le ultime lacrime sgorgate e prelevate dalla commissione scientifica.
Infine, spiegando che i miracoli sono segni, indicazioni di qualcosa di più grande, mons. Emanuele Ferro, padre spirituale della confraternita dell’Addolorata (priore, Giancarlo Roberti) ricorda che “…le lacrime della Vergine Maria sono un forte richiamo per ciascuno di noi alla conversione ma anche balsamo di consolazione”.