Fede & cultura

Il quarto appuntamento del corso di formazione dell’ufficio Cultura

L’incontro di giovedì 14 marzo ha sviluppato il tema “Amicizia sociale e fraternità universale”

15 Mar 2024

di Lorenzo Musmeci

L’ufficio diocesano Cultura ha recentemente organizzato il quarto appuntamento del corso di formazione intitolato: “L’umanesimo europeo per la fraternità dei popoli”.

L’incontro, che ha sviluppato il tema “Amicizia sociale e fraternità universale”, si è svolto giovedì 14 marzo 2024, alle ore 18, nella parrocchia S. Roberto Bellarmino. Gli incontri sono curati da don Antonio Rubino, vicario episcopale per la Cultura, e sono guidati dal prof. Lino Prenna, docente universitario.

L’amicizia sociale

Dopo aver brevemente riepilogato i contenuti degli incontri precedenti, il prof. Prenna ha subito ricordato che “l’amicizia sociale si costruisce contestualmente alla vita della comunità”. Da questa premessa è iniziato il suo intervento, mirato a spiegare il significato dell’amicizia sociale, rispetto al pensiero del nostro pontefice. Ha continuato, dunque, affermando: “Papa Francesco è stato quello che ci ha esorati a riprendere la vita della comunità come luogo di costruzione dell’amicizia sociale”, in un lungo percorso che è maturato dai tempi in cui era semplicemente l’arcivescovo Bergoglio a quelli in cui è diventato papa Francesco.

Il popolo, un fiume in piena

Per far comprendere l’idea di amicizia sociale, il relatore ha richiamato il concetto di popolo e di popolarismo. “L’idea che Bergoglio ha del popolo presenta un’estrema mobilità semantica. Esso ha un ventaglio di accezioni che bisogna mettere insieme per coglierne completezza e intensità. Tra le varie definizioni c’è questa: popolo, più che una parola, è una chiamata, una con-vocazione a uscire dalla chiusura individualistica, dall’interesse personale, dal proprio laghetto privato per tuffarsi nell’ampio flusso di un fiume che avanza riunendo la vita e la storia del vasto territorio che attraversa e feconda”.

Con queste parole, e uscendo dalla metafora, si è spiegato che il popolo, avanzando, raccoglie le vicende, le storie, le gioie e le speranze di ciascun soggetto che incontra. Due elementi fondamentali sono lo spazio e il tempo: “Il territorio è il luogo in cui le vicende individuali creano vicinanza e spezzano l’egoismo, cioè la vita sul territorio di più soggetti rende inevitabilmente evidente la vicinanza con gli altri”. Lo stesso vale per la storia “cioè il fattore temporale, il tempo che si fa storia, il passaggio di generazione in generazione”.

Legami e carità politica

Il prof. Prenna ha analizzato, allora, l’importanza dei legami: “In questa concezione di storia che si muove in uno spazio e attraversa le generazioni in un tempo definito, l’idea di popolo ci permette di acquisire un altro aspetto: il legame, il collegamento. La storia, proprio perché comune, inevitabilmente è una rete di più soggettività, anzi può essere un’identità pluriculturale, pur essendo dello stesso popolo. I vincoli sociali, i legami che caratterizzano l’identità di un popolo prendono il nome di amicizia sociale”.

Come ha spiegato egregiamente il relatore: “L’amicizia sociale è la dimensione politica dell’amore che crea concorde comunione e la volontà di camminare insieme verso un destino comune”. Ritorna, in questo contesto, l’espressione cara a papa Pio XI di “carità politica”, un campo della politica che riguarda gli interessi di tutte le società.

Il dialogo, uno strumento fondamentale

L’incontro è proseguito con la lettura di alcuni numeri dell’enciclica “Fratelli tutti” e, in particolare, della sezione intitolata “Dialogo e amicizia sociale”. Il dialogo è emerso come strumento di costruzione di quell’amicizia sociale, auspicata dal pontefice. A questo proposito è utile il riferimento al paragrafo 203 dell’enciclica: L’autentico dialogo sociale presuppone la capacità di rispettare il punto di vista dell’altro. È chiaro: è fondamentale cogliere l’alterità e considerarla un’opportunità.

Tra consenso e verità

All’analisi del termine dialogo, si è accostata quella della parola consenso. Come ha ricordato il relatore nel suo intervento: “Consentire vuol dire sentire insieme la stessa cosa. L’utilizzo di questo termine dà al papa l’occasione per dire che, a furia di voler ottenere consenso, si finisce per relativizzare la verità”. E ancora: “L’amicizia sociale non può non essere fondata sulla verità delle cose. Il consenso non coincide con la verità. Può essere ottenuto su varie cose, su una verosimiglianza con la realtà, su una riduzione della verità oggettiva”.

Le riflessioni finali hanno preso spunto dal numero 218 dell’enciclica: Dietro al rifiuto di certe forme visibili di violenza, spesso si nasconde un’altra violenza più subdola: quella di coloro che disprezzano il diverso.
Concludendo, il relatore ha ribadito che “l’amicizia sociale non è l’uniformità dei soggetti ma la convivenza delle diversità, delle alterità, delle identità”.

Il prossimo incontro

Il prof. Prenna ha concluso annunciando che il prossimo incontro del corso di formazione tratterà il tema: “La fraternità per umanizzare la democrazia”. L’appuntamento è per il 5 aprile, con inizio alle ore 18 e ingresso da via San Roberto Bellarmino.
Per qualunque informazione si rimanda al sito dell’ufficio di pastorale della Cultura: http://cultura.diocesi.taranto.it/.

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