Martina Franca: per la festa di Cristo alla grotta, via crucis in dialetto martinese
Ai confini di Martina Franca, a due passi dal meraviglioso affaccio sulla Valle d’Itria ma soffocata dai palazzoni di edilizia popolare sorti attorno gli anni sessanta circa, rivive la suggestiva chiesetta di “Cristo alla Grotta”, divenuta importante punto di riferimento per gli abitanti della zona.
Risalente al XVII secolo, la chiesetta (affidata da qualche anno alle cure di don Dino Lepraro) porta questa intitolazione perché interamente ricavata da una grotta, come testimoniato visibilmente dalle pareti interne, e conserva la pregevole scultura lignea del Cristo deposto dalla Croce, rappresentato in modo molto realistico con le ferite ancora sanguinati, un tempo custodita nel vanto sottostante l’altare e attualmente riposta in una teca nella navata laterale. Da ammirare anche l’affresco del Cristo Crocifisso, del 1700.
Secondo tradizione, nella quarta domenica di Quaresima vi si celebra la festa del Titolare, preceduta sabato 16 (dopo la santa messa delle ore 18.30) dalla Via Crucis cantata con una particolarità: i testi delle meditazioni sono in dialetto martinese redatti da Giovanni Nardelli, presidente dell’”Accademia d’a Cutezze”, che si occupa di cultura popolare.
Domenica 17, infine, alle ore 9 santa messa con omelia e alle ore 18.30 concelebrazione eucaristica presieduta da don Dino Lepraro e da don Gabriele Ghebru; successivamente avrà luogo la tradizionale e antica benedizione e distribuzione d’“a pastinache”, la carota nella parlata martinese, che si coltivava in abbondanza in zona.