Due lavoratori di San Marzano hanno perso la vita mentre lavoravano nel tarantino e nel bolognese
La strage continua: è il sedicesimo infortunio mortale in Puglia dall’inizio dell’anno
Morti sul lavoro: la strage continua. Due lavoratori, entrambi di San Marzano di San Giuseppe, hanno perso la vita martedì 9 mentre erano a lavoro.
Angelo Cotugno, di 59 anni, e Mario Pisano, 73 anni, sono deceduti a ottocento chilometri di distanza tra loro: quest’ultimo, nell’esplosione avvenuta nella centrale di Bargi, nei pressi del lago di Suviana, nel bolognese.
Cotugno con la sua azienda, la Semat, era impegnato nel cantiere di un cavalcavia sulla tangenziale sud, della nuova strada che collega Taranto ad Avetrana, nota come Regionale 8. Ancora una volta, come è già accaduto nei giorni scorsi, è stata una scarica elettrica, provocata dal contatto del mezzo sul quale l’operaio lavorava, con i cavi dell’alta tensione a provocare la morte per folgorazione. Inutili i tentativi per rianimarlo da parte degli operatori del 118 intervenuti sul posto.
Si tratta della sedicesima vittima in Puglia dall’inizio dell’anno, mentre gli infortuni denunciati sono stati 4.223. A conferma inquietante della pericolosità del lavoro che dovrebbe garantire la sopravvivenza ma spesso è causa di morte.
Insufficienti si sono rivelate finora le misure introdotte dal ministero del lavoro, dopo i tragici avvenimenti, vere e proprie stragi, registratisi in Piemonte e Toscana. Che non hanno tenuto in debita considerazione le iniziative di protesta indette dalle organizzazioni sindacali per chiedere misure innovative e maggiore vigilanza. Cosa quest’ultimo resa molto complicata per via dell’assoluta inadeguatezza del numero degli addetti al controllo, che di fatto non può incidere in maniera significativa.
La procura della Repubblica di Taranto ha aperto una inchiesta per accertare la dinamica dell’infortunio e eventuali responsabilità. Sul posto il pubblico ministero di turno, Antonio Natale. E i sindacati si sono affrettati a chiedere che si faccia piena luce sulla vicenda e si assumano iniziative idonee a restituire dignità e sicurezza al lavoro.
Le reazioni dei sindacati
“Il terribile incidente avvenuto in un cantiere stradale sulla Taranto-Avetrana – dichiarano Gianfranco Solazzo, segretario generale della Cisl Taranto-Brindisi, e Gianmarco Passiatore, reggente della Filca-Cisl territoriale – è la dimostrazione che sulla sicurezza nei luoghi di lavoro c’è ancora tantissimo da fare. Siamo vicini alla famiglia del lavoratore e continuiamo la mobilitazione lanciata a livello nazionale dalla Cisl per sensibilizzare le persone, confrontarci con le imprese, chiedere interventi alle istituzioni”. E sostengono che “formazione, prevenzione, innovazione, applicazione del contratto, cultura della sicurezza e percezione del rischio sono gli strumenti a disposizione di noi tutti per evitare nuovi incidenti nei cantieri”.
“La Puglia – commenta da parte sua il segretario regionale della Uil Gianni Ricci – nelle primissime posizioni della classifica dei territori meno sicuri per le lavoratrici e i lavoratori. Ci continuiamo a chiedere: come avrebbero reagito se tutte queste morti fossero state provocate dalla criminalità organizzata? La strage va fermata con ogni mezzo, eppure nonostante le nostre continue rivendicazioni, la reazione della politica e delle istituzioni è tuttora debole, del tutto insufficiente: l’unica proposta che è stata formulata dal Governo è una patente a punti in cui la vita umana è valutata una manciata di crediti”.
“Oggi è un giorno pessimo per tutti noi – commenta il coordinatore della Uil Taranto Pietro Pallini -. È un evento, l’ennesimo, che stappa la vita di un lavoratore intento solo a portare il pane a casa. Non servono altre parole. Ne abbiamo dette 1043 nel corso del 2023 e oltre 200 nei primi tre mesi del 2024. Vite spezzate, prima che numeri. Le mie ultime, poche parole, le rivolgo al Governo, nel fare tutto ciò che sino ad ora non è stato fatto. La legge 81 del 2008 è già di per sé articolata e vasta, ma che da sola è evidente non basta”.
Il presidente della Provincia
Il presidente della Provincia, Rinaldo Melucci, esprime, in una nota “un sentito e profondo cordoglio alla famiglia del lavoratore che questa mattina ha perso la vita nei pressi della tangenziale sud durante le attività di ripristino dell’area”.