Ecclesia

Card. Zenari (nunzio): “Le notizie sulla Siria non vendono più. Dimenticati da media e comunità internazionale”

foto: Coopi Cooperazione internazionale
11 Apr 2024

di Patrizia Caiffa

“Le notizie sulla Siria non vendono più, ora si parla solo di Gaza e Ucraina. Siamo stati dimenticati dai media e dalla comunità internazionale. Ma da noi le bombe continuano a cadere”: parla senza filtri e a ruota libera il cardinale Mario Zenari, nunzio apostolico in Siria dal 2008, in questi giorni a Grado per partecipare al 44° Convegno nazionale delle Caritas diocesane, a cui partecipano 600 delegati da tutta Italia. Durante una delle quattro assemblee tematiche della mattinata snocciola le cifre che descrivono un Paese distrutto dal conflitto e dalla povertà (il 15 marzo il conflitto è entrato nel 14° anno), con 16,7 milioni di persone (i tre quarti della popolazione) che sopravvivono solo grazie agli aiuti umanitari. Il 90% della popolazione è sul lastrico. Mezzo milione di morti (tra cui 29.000 bambini) e 12 milioni di persone fuggite, tra cui 7 milioni di sfollati interni. Tra le persone in fuga ricorda la nota emorragia della minoranza cristiana (compresi gli ortodossi): prima della guerra erano 2 milioni e ora sono diventati 500.000. Nella sola Aleppo i cristiani erano 150.000, ora sono meno di 30.000. Si tratta di Chiese antiche e apostoliche che soffrono per l’emigrazione di persone, spesso altamente qualificate, che difficilmente torneranno. Ogni giorno lasciano la Siria 500 cristiani siriani, principalmente verso la Germania o il Canada. “La nostra più grande ferita è veder partire i cristiani”, afferma. “Vediamo queste Chiese morire. Per noi è un’altra bomba. So che prima o poi i cristiani torneranno per lavorare, magari da altri Paesi come l’America Latina, ma non saranno gli stessi che seguono i riti antichi”.

Il cardinale Zenari al 44° convegno nazionale delle Caritas diocesane a Grado – foto Patrizia Caiffa/Sir

Finora la minoranza cristiana in Siria non ha subito vere e proprie persecuzioni e vede garantita la libertà di culto. Possono costruire chiese e praticare liberamente i culti. Un po’ perché la stessa famiglia di Bashar al-Assad, che detiene il potere da una cinquantina di anni, appartiene ad una minoranza (alawita), ma anche perché, fa notare il cardinale Zenari, “i musulmani siriani mettono la religione al primo posto e sono molto rispettosi nei confronti della ‘gente del libro’, ossia ebrei e cristiani. Certo è un do ut des: le Chiese hanno la libertà ma non potranno mai dire una parola contro il governo. Sono obbligate ad appoggiarlo pur di sopravvivere”. Gli unici episodi violenti sono state le sparizioni di alcuni sacerdoti, tra cui il gesuita padre Paolo Dall’Oglio, fondatore di Deir Mar Musa al-Habashi, rapito nel 2013; le profanazioni di altari e altri simboli sacri. “Ma non c’è mai stato un bagno di sangue contro i cristiani”.

Sul fronte del conflitto interno – che si è acceso dopo le primavere arabe del 2011 – sul territorio siriano sono oggi presenti “cinque eserciti stranieri: Russia, Usa, Turchia, Iran e Hezbollah. A questi si sono aggiunti i raid di Israele. Prima colpivano solo di notte, adesso a tutte le ore del giorno, in maniera molto precisa. Il governo non ha la forza di tenere a bada questi eserciti ma la situazione è seria, non c’è da scherzare”, afferma. Oggi, 10 aprile, le Forze di difesa israeliane hanno compiuto un nuovo raid aereo contro una ”infrastruttura militare” usata dal gruppo libanese di Hezbollah in Siria. Un paio di settimane fa Israele ha colpito il consolato dell’Iran a Damasco, uccidendo sette comandanti dei Guardiani della rivoluzione islamica, tanto che la Repubblica islamica ha minacciato ritorsioni. In questi giorni otto appartenenti a una milizia filo-iraniana sono stati uccisi a coltellate nella città di al-Mayadin, nella Siria orientale; viene indicato l’Isis come probabile responsabile dell’attacco.

“Se si continua di questo passo temo una escalation internazionale. Dal 7 ottobre ad oggi ci sono stati più di 50 attacchi sul suolo siriano”, dice al Sir. Secondo il nunzio in Siria per trovare una soluzione al conflitto, “devono muoversi tre Paesi: Damasco, Washington e Bruxelles”. “Soprattutto l’Europa potrebbe fare di più. E gli europei possono aiutarci scegliendo per chi votare alle prossime elezioni. Anche l’Italia, che ha un inviato speciale in Siria, potrebbe giocare le sue carte speciali.
Serve una soluzione politica al conflitto”.

Le assemblee tematiche del 44° Convegno nazionale delle Caritas diocesane – foto Caritas italiana

Leggi anche
Ecclesia

Sabato 23, Giornata diocesana dei giovani

Sabato 23 novembre, dalle ore 17 alle ore 20, nella parrocchia di San Massimiliano Kolbe (quartiere Paolo VI) si terrà la Giornata diocesana dei giovani. Il tema voluto dal Santo padre per l’evento è tratto dal Libro del profeta Isaia (40,31): “Quanti sperano nel Signore camminano senza stancarsi”, in preparazione al grande Giubileo che la […]

Carceri minorili: l’impegno di imprese, Terzo settore e Chiesa

L’annuncio è arrivato nei giorni scorsi dal ministro della Giustizia, Carlo Nordio: “Entro dicembre entreranno in servizio 354 funzionari pedagogici e 450 addetti ai servizi sociali”. Il sottosegretario, Andrea Ostellari, spiega la ‘ratio’ di questa scelta: investire sulle persone che possano sostenere i minori negli ipm. Si tratta di “ruoli fondamentali per cercare di ridare […]

Con la legge sull’Autonomia differenziata “curarsi per tanti diventerebbe quasi impossibile”

A confermarlo è don Massimo Angelelli, direttore dell’Ufficio nazionale per la pastorale della Salute della Cei
Hic et Nunc

Francesco: “Durante il Giubileo canonizzerò Carlo Acutis e Piergiorgio Frassati”

Udienza caratterizzata da annunci a sorpresa, quella di oggi, pronunciata in piazza San Pietro e dedicata ai carismi. Papa Francesco, durante i saluti ai fedeli di lingua italiana, ha annunciato che il 3 febbraio dell’anno prossimo si svolgerà l’Incontro mondiale dei diritti dei bambini, intitolato “Amiamoli e proteggiamoli”, con la partecipazione di esperti e personalità […]

Daniela Fatarella (Save the Children): “Lavorare perché siano rispettati i diritti dei minori è urgente e rilevante quanto lo era 100 anni fa”

La direttrice generale della ong che sostiene i minori di tutto il mondo nella Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza che si celebra oggi, mercoledì 20 novembre
Media
21 Nov 2024
newsletter