Politica italiana

I cristiani sono chiamati a dare una nuova visione alla politica

19 Apr 2024

di Silvano Trevisani

Dare ai partiti la consistenza istituzionale che non hanno e dare alla politica una visione che manca totalmente: ecco due dei principali obiettivi che s’impongono ai cristiani oggi. Perché senza i partiti e senza una “visione” la politica diventa preda dei personalismi e del populismo. I cristiani hanno il dovere di impegnarsi per evitare la deriva che non solo l’Italia ma l’intero Occidente stanno vivendo. Attorno a questi imperativi morali e pratici è ruotato il convegno “Servono ancora i cristiani in politica?” svoltosi in un’affollata sala Resta della Cittadella delle imprese. Un dibattito di alto livello che ha visto tra gli autorevoli interlocutori il vicepresidente della Conferenza episcopale italiana, l’arcivescovo di Cassano allo Jonio Francesco Savino, l’onorevole Graziano Del Rio già ministro delle infrastrutture e dei trasporti, l’onorevole Paolo Cioni, segretario nazionale di Demos, l’onorevole Ernesto Preziosi, presidente di Argomenti 2000, Patrizia Giunti presidente della Fondazione La Pira e Luigi Giorgi, coordinatore dell’Istituto Luigi Sturzo. Ideatore e regista dell’iniziativa è stato Gianni Liviano, che da anni svolge un ruolo di stimolo, sollecitazione e provocazione, sempre prendendo le mosse dalla dottrina sociale della chiesa e dalla propria fede, e che di recente ha aderito a Demos. Il saluto dell’arcivescovo Ciro Miniero, impegnato ancora nella visita ad limina coi vescovi pugliesi, è stato portato da monsignor Paolo Oliva, vicario episcopale per il laicato.

Che si avverta il bisogno di tornare a parlare di politica e di democrazia lo ha dimostrato l’attenzione con la quale un pubblico numeroso ha seguito per due ore e mezza interventi molto intensi e ricchi di stimoli. Le vicende politiche di questi anni, gli scandali recenti, il trionfo di sovranismi e populismi, la crescita inarrestabile dell’astensionismo, le ideologie della guerra che vengono alimentate interrogano le coscienze più responsabili, ma provocano sicuramente i credenti, che sono stati, nei decenni scorsi, il lievito della crescita democratica. Proprio per questo è stato importante ripercorrere, con l’aiuto di autorevoli esperti, il contributo fornito al Paese da due statisti del calibro di Giorgio La Pira e Giuseppe Dossetti: grandi cattolici che con Lazzati, De Gasperi, Moro, don Milani e tanti altri, hanno costituito la basa morale, umana e solide di quella democrazia che oggi è messa in pericolo tendenze autoritarie e scissioniste.

“In un momento così difficile per il mondo e per la nostra realtà locale – è la provocazione lanciata da Liviano – proviamo a chiederci se ha ancora senso il nostro impegno che spesso appare sterile e straniero nei contesti” e per questo ha invitato interlocutori particolarmente attenti a autorevoli, espressione del laicato cattolico, impegnati direttamente in ruolo importanti, a fornire risposte all’interrogativo. E a cercare, sulla base dei modelli storici, che furono fondamentali ma che purtroppo sbiadiscono nella nostra memoria, come La Pira e Dossetti, “quello che serve al bene comune” e “come stare insieme”. Due interrogativi non semplici perché, come hanno spiegato gli interlocutori, in una società molto cambiata, i valori cristiani devono confrontarsi con le esigenze che sono maturate oggi e che trovano espressione nelle leggi. E anche perché non sono questi i tempi in cui i credenti possono trovare un “contenitore comune” nel quale agire insieme nel nome dei principi sociali e solidali della chiesa. Anche perché molti che si dicono cristiano e sono impegnati in politica, sostengono idee e principi, come quelli razziali, classisti, divisivi, che sono chiaramente inconciliabili con il Vangelo.

Forti sollecitazioni ma anche proposte concrete, come quella avanzata da Preziosi, che porta avanti un disegno di legge sui partiti, previsto dalla Costituzione ma finora mai attuato, e come l’appello lanciato da Liviano, e finora sottoscritto da mille aderenti, “L’Italia ripudia la guerra”. sono state avanzate dai relatori. Su alcune degli autorevoli interventi, torneremo con altri articoli.

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