Ex Ilva, card. Zuppi (Cei): “A Taranto un disastro; ora occorre fare una disamina seria”
“Ancora oggi il rischio che la giustizia sociale, che comprende anche diritto al lavoro, sia in contrasto con l’ambiente, la tutela della salute e l’ecologia, non è risolto. Pensiamo al caso Taranto dove abbiamo un disastro. È un laboratorio, un’esposizione di tutto quello che non bisognava fare, di previsioni non ascoltate”: così il card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza episcopale italiana, facendo riferimento all’ex Ilva della Città dei due mari, l’acciaieria da anni al centro di in una grave vicenda ecologica per l’inquinamento atmosferico e delle zone circostanti. Intervenendo al convegno “In dialogo: per costruire giustizia sociale e ambientale”, svoltosi lunedì 22 aprile a Bologna nella sala Farnese di Palazzo d’Accursio, il porporato ha sottolineato che “se la politica non sa prevedere, non svolge il proprio ruolo e vuol dire che sono altre le pressioni che determinano le scelte. Si sta molto poco attenti alle previsioni, quindi c’è molto opportunismo immediato. Sul caso Taranto è necessario fare una disamina seria di tutti gli errori compiuti in giustizia sociale e ambientale”.
L’evento è stato promosso da Forum disuguaglianze e diversità, Caritas italiana e Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro della Cei, con il sostegno dell’Alleanza per le transizioni giuste, per approfondire i nodi cruciali che la società italiana si trova ad affrontare, aggravati dalla crescita esponenziale delle disuguaglianze in molteplici forme e dall’accelerazione preoccupante della crisi climatica. Fabrizio Barca, co-coordinatore del Forum disuguaglianze e diversità ha spiegato che la situazione di Taranto si poteva risolvere “dieci anni prima quando è stata privatizzata. Il caso doveva essere affrontato in modo diverso”.