XXXIII Olimpiadi: sulle strade di Francia, verso i Giochi di Parigi
L’arrivo della fiamma olimpica in Francia è stato l’inizio di una grande avventura: una storia, piena di entusiasmo e sorrisi, che segnerà il ritmo della corsa dei tedofori che percorreranno le strade di Francia fino alla cerimonia di apertura della XXXIII edizione dei Giochi olimpici dell’era moderna, che saranno aperti il 26 luglio. La torcia olimpica ha veleggiato attraverso il Mediterraneo dopo essere salpata dalla Grecia, dal porto del Pireo, il 27 aprile: la torcia è partita il 16 aprile scorso durante la solenne cerimonia che nei ruderi dei templi e dello stadio di Olympia ha ricordato la sacralità dei Giochi olimpici e la simbolica espressione di vita e forza che il fuoco sacro olimpico rappresenta, con la sua accensione grazie ai raggi del sole. Da allora ha iniziato un giro attraverso tutte le regioni e isole greche, prima di partire alla volta di Marsiglia, a bordo della Belem, maestosa goletta a tre alberi, monumento nazionale e della marineria francese, che venne costruita nel 1896, anno dei primi Giochi olimpici dell’era moderna, che si svolsero a Atene. La torcia olimpica è arrivata a Marsiglia, la seconda città della Francia, l’8 maggio per iniziare l’avvicinamento a Parigi attraversando tutto il Paese.
Torna la fiamma olimpica a casa del suo ideatore, di quel nobile e visionario sognatore che fu il barone Pierre de Coubertin, l’uomo cercò di dare una svolta all’educazione fisica dei giovani francesi e nel contempo si impegnò, tra alterne fortune e molti dinieghi, alla realizzazione del grande progetto di far rinascere gli ideali olimpici che contrapponevano l’agone sportivo alla guerra. Durante un congresso presso l’Università della Sorbona, che oggi è considerato il primo congresso del Comitato olimpico internazionale (Cio), De Coubertin, anche grazie all’appoggio di molti rappresentanti di società sportive internazionali, affidò ad Atene la realizzazione dei primi Giochi olimpici dell’era moderna, che si svolsero da 6 al 15 aprile 1896. In quel primo congresso del Cio fu stabilito che i Giochi sarebbero stati itineranti, una sede diversa ogni quadriennio olimpico, e venne stabilito il motto “Citius, Altius Fortius” come slogan perenne per gli atleti: che sarebbero dovuti essere capaci di esser più veloci, di saltare più in alto e di esser più forti degli avversari, nel loro rispetto e con lealtà. De Coubertin fu presidente del Cio sino al 1925.
Parigi ospiterà i Giochi olimpici per la terza volta, dopo le edizioni del 1900 (II) e 1924 (VIII). Raggiunge con questa XXXIII edizione Londra, che ha ospitato i Giochi nel 1908 (IV), nel 1948 (XIV) e nel 2012 (XXX). E con i prossimi giochi del 2028 (XXXIV), anche Los Angeles negli Stati Uniti, si fregerà della terza edizione organizzata, dopo il 1932 (X) e il 1984 (XXIII). Per una curiosità enciclopedica, in realtà le edizioni effettivamente organizzate ed effettuate dei Giochi olimpici, ricomprendendo Parigi 2024, sono solo 30. Infatti vennero annullate le edizioni di Berlino 1916 (VI) a causa della prima Guerra mondiale, e le edizioni di Tokyo 1940 (XII) e Londra 1944 (XII) a causa della Seconda Guerra mondiale.
Ebbero vita e fortune differenti le due precedenti edizioni parigine dei Giochi: l’edizione del 1900 fu un totale disastro organizzativo, finendo fagocitata dalla contemporaneità della Esposizione universale. Le due organizzazioni entrarono in conflitto e. nonostante il grande successo di partecipazione di sportivi da tutto il mondo, ben 1.470 che si confrontarono in 20 sport, con le prime 22 donne (a Atene 1896 furono 246, senza donne con 9 sport rappresentati), i Giochi ebbero la peggio. Le gare furono sparpagliate in un gran numero di sedi, ma soprattutto subirono un effetto di dispersione nel tempo: i Giochi durarono dal 14 maggio al 28 ottobre del 1900, arrivando a perdere qualsiasi connotazione di unicità competitiva. Il barone De Coubertin alla fine ammise: “È un miracolo che il movimento olimpico sia sopravvissuto a questo disastro”. Ben diverso fu invece l’esito dei Giochi di Parigi 1924: si svolsero dal 4 maggio al 27 luglio con la partecipazione di 3.072 atleti di cui 135 donne. Per la seconda volta sventolò il vessillo dei 5 cerchi Olimpici. Le gare furono ben organizzate e per la prima volta si manifestò il fenomeno del turismo sportivo mentre, sempre più, diventava difficile salvaguardare la richiesta che tutti gli atleti fossero dilettanti. I Giochi di Parigi 1924 furono resi immortali dal famoso film “Chariots of Fire – Momenti di Gloria”, che attraverso la narrazione delle vicende sportive della squadra di atletica della Gran Bretagna aiuta a capire quanto il sogno di De Coubertin ormai fosse radicato e indirizzato verso ulteriori successi: in particolare con le figure del velocista di origine ebrea Harold Abrahams che vinse i 100 metri piani e del corridore scozzese, missionario protestante, Eric Liddell che trionfò nei 400 metri e vinse anche il bronzo nei 200.
Parigi 2024 giunge 100 anni dopo quella entusiastica edizione. Si prospetta una edizione di successo, con grandi atleti in ogni disciplina. 45 discipline olimpiche vedranno all’incirca 10.500 atleti da 206 Comitati nazionali olimpici più la compagine degli atleti rifugiati sotto il vessillo dei 5 Cerchi. Ancora non sono definiti tutti i partecipanti ma la differenza tra partecipanti uomini e donne potrebbe per la prima volta essere a favore della rappresentanza femminile. Ai Giochi di Tokyo 2020 furono 11.956 atleti di cui 5.498 donne. Il clima di speranza e di pace, che dovrebbe essere portato avanti dallo sport olimpico, è in questi ultimi tempi messo a dura prova. I venti di guerra diffusi, le stragi, l’odio interreligioso, il terrorismo, allontanano purtroppo la speranza che la tanto agognata tregua olimpica possa risultare vincente. Anche la stessa previsione del Comitato organizzatore francese di Parigi 2024 sta venendo riletta, con vari piani di revisione e cambiamento dei programmi alla luce di quello che sarà il panorama internazionale nei giorni prossimi. L’accensione della fiamma olimpica nel giardino delle Tuileries, tra il Museo del Louvre e Place de la Concorde, nel cuore di Parigi, dopo la scenografica sfilata degli atleti delle varie nazioni sulle imbarcazioni tipiche della Senna potrebbe anche saltare, per problemi di ordine pubblico. Ma la speranza che il sogno olimpico di De Coubertin si manifesti ancora una volta è nel cuore di tutti gli atleti e gli sportivi del mondo.