Globalizzazione economica e giustizia sociale: le proposte emerse dal corso di formazione dell’ufficio Cultura
L’ufficio diocesano Cultura ha recentemente proposto il sesto incontro del corso di formazione intitolato: “L’umanesimo europeo per la fraternità dei popoli”. L’appuntamento sul tema “Globalizzazione economica e giustizia sociale”, si è svolto giovedì 16 maggio, nella parrocchia S. Roberto Bellarmino. Gli incontri sono curati da don Antonio Rubino, vicario episcopale per la Cultura, e sono guidati dal prof. Lino Prenna, docente universitario.
Un periodo di transizione
Come ha ricordato il prof. Prenna in apertura, “viviamo in una fase di transizione. Il che vuol dire passaggio da un periodo definito, che lasciamo alle spalle, a un altro da definire, che potremmo chiamare futuro”. Proseguendo nel suo intervento, il professore ha elencato i tre fenomeni che caratterizzano questo periodo: “1. la nascita della società dell’informazione; 2. lo sviluppo della società scientifica e tecnica (con il passaggio dalla tecnica alla tecnologia per mezzo dell’introduzione dell’elettricità); 3. la mondializzazione degli scambi (rapporti tra due soggetti individuali o collettivi che vanno oltre i confini localistici e raggiungono tutto il pianeta)”. Si tratta di tre fenomeni ambivalenti che comportano sempre rischi e opportunità, sfidando gli organismi internazionali, politici ed economici.
Un paradigma tecnocratico
Il relatore ha proseguito ricordando che, nei nostri giorni, “si è instaurato un totalitarismo, non ideologico o politico, ma tecnologico, chiamato tecnocrazia. Jacques Maritain, in Per una filosofia dell’educazione, mette in rapporto tecnocrazia con democrazia, in un a relazione in cui la prima minaccia la seconda. La democrazia sono le decisioni del popolo per scegliere il proprio destino, la tecnocrazia, al contrario, è essa stessa a scegliere il destino per il popolo”. La tecnologia, allora, rischia una deriva tecnocratica, laddove per tecnocrazia si intende “l’alleanza di tecnologia ed economia, sempre finalizzata al profitto”.
La globalizzazione economica
Il prof. Prenna ha, dunque, introdotto il concetto di globalizzazione, definendolo come “l’estensione al mondo e al globo di un fenomeno originariamente di carattere locale”. In questa logica, l’economia di mercato inizia ad andare oltre i semplici meccanismi economici, producendo il rischio di “passare dall’economia di mercato alla società di mercato: un paradigma che è solo dell’economia può estendersi a tutti i comportamenti sociali, costruendo la relazione sociale sullo scambio (do ut des), perdendo le dimensioni della gratuità e del dono”. È per questo che bisogna evitare l’omologazione culturale rispetto a quello che Latouche definisce come pensiero unico.
La giustizia sociale
Il relatore ha allora ricordato la necessità di “accompagnare la globalizzazione economica con iniziative di solidarietà” al fine di garantire la giustizia sociale. Sono anche emerse le nuove insorgenze rivendicative di identità particolari, emerse in seguito al processo di globalizzazione: “Chomsky parla di globalizzazione come processo boomerang: alla dilatazione mondiale dell’economia di mercato e di un paradigma comune, si va contrapponendo la rivendicazione di identità particolari, che tendono a marcare le differenze, culturali e religiose con prepotenza e violenza. Alcuni hanno parlato di ritorno alla tribù per descrivere il conflitto tra locale e globale”.
Tensioni da risolvere: tra dialogo e mediazione
Avviandosi alla fine del suo intervento, il prof. Prenna ha citato il pensiero di papa Francesco e, in particolare, il concetto di tensione così definito dal pontefice: “la tensione indica sempre una bipolarità che deve risolversi non in una sintesi e non in un annullamento di uno dei poli nell’altro, ma deve risolversi in un piano superiore in cui, in qualche modo, restano attive le polarità dei due elementi entrati in tensione”.
Nel leggere alcuni paragrafi dell’enciclica “Fratelli Tutti”, si è sottolineato il concetto di glocalismo, inteso come la possibilità di coniugare globale e locale, pensando globalmente e agendo localmente e non affidandosi “all’astrattismo globalistico, ma alla concretezza localistica”. Non sono mancati riferimenti ai temi del dialogo e della mediazione, strumenti fondamentali per raggiungere la risoluzione di quelle tensioni di cui parla Papa Francesco. “Per Max Weber, la mediazione raggiunge il meglio del possibile, il che vuol dire perseguire l’impossibile. Per Pietro Scoppola, infine, la mediazione cerca la realizzazione del possibile e soffrire per l’impossibilità di realizzarla”.
Il prossimo incontro
Il prof. Prenna ha concluso annunciando che il prossimo incontro del Corso di formazione tratterà il tema: “L’Unione Europea per una cultura della pace”. L’appuntamento è per il 10 giugno, con inizio alle ore 18 nell’auditorium parrocchiale (ingresso da corso Italia). Il convegno finale del corso di formazione si svolgerà in collaborazione con l’Istituto superiore di Scienze religiose di Taranto e avrà l’onore di ospitare mons. Ciro Miniero, il quale interverrà con una relazione sui temi della giustizia e della pace.
Per qualunque informazione si rimanda al sito dell’Ufficio di pastorale della Cultura: http://cultura.diocesi.taranto.it/.