Alla Lumsa, convegno sulla Casa delle tecnologie emergenti e l’Empowerment della comunità
Organizzato dalla Lumsa – Dipartimento Gepli, nella sede della medesima università sabato 18 maggio si è svolto il seminario sul tema “La casa delle tecnologie emergenti e l’Empowerment della comunità”, inserito nell’ambito del progetto “Calliope – Casa delle innovazioni per il One Health – Cte Taranto”. La Casa delle tecnologie emergenti (Cte) è un centro di ricerca e sperimentazione che sostiene la creazione di startup e il trasferimento tecnologico verso le piccole e medie imprese in relazione all’utilizzo di blockchain, dell’internet delle cose e dell’intelligenza artificiale. Il One Health (come lo ha definito l’Organizzazione mondiale della sanità) è invece un approccio per disegnare politiche, normative e ricerche finalizzate alla prevenzione e alla protezione di un ecosistema globale della salute.
Ha porto il saluto dell’amministrazione comunale, l’assessore all’ambiente Stefania Fornaro che ha parlato del progetto come di «un fiore all’occhiello per la città perché produrrà una mole di informazioni a disposizione di tutti gli attori coinvolti e che avrà anche importanti ricadute economiche». In apertura sono intervenuti anche don Giuseppe Carrieri, presidente dell’Edas, e Francesco Riondino, presidente del Centro servizi per il volontariato.
Il prof. Rodolfo Sardone, direttore scientifico di Calliope, ha poi illustrato il progetto: «La Casa delle tecnologie emergenti è un finanziamento proposto dal ministero delle imprese e del Made in Italy per avanzare la diffusione delle tecnologie emergenti, che sono appunto il 5G, quindi, i sistemi di comunicazione a banda larga che permettono il collegamento ad altri sistemi molto piccoli ed indipendenti tra loro, il cosiddetto internet delle cose, e l’intelligenza artificiale. Il Comune di Taranto, grazie al progetto Calliope, si è aggiudicato un finanziamento di oltre 13 milioni di euro per la creazione della Casa delle tecnologie sul One Health che è appunto Calliope». La prof.ssa Marinella Sibilla ha aggiunto che «L’innovazione tecnologica rappresenta uno strumento fondamentale proprio per cercare di cambiare l’esistente e rinnovare i servizi perché non si tratta solo dell’introduzione di nuovi strumenti, ma di una ridefinizione dell’asset organizzativo dell’intero servizio. Quando parliamo di innovazione dobbiamo parlare di innovazione sostenibile. Facendo, per esempio, riferimento all’innovazione tecnologica chiediamoci: quali ricadute si hanno dal punto di vista etico o sulla privacy?». La prof.ssa Ilaria Bortone ha evidenziato che «Queste realtà, che nel sud Italia sono in maggioranza rispetto al centro-nord, possono diventare un valore aggiunto in termini di innovazione con un impatto positivo sulla comunità collegandosi ad un discorso di imprenditorialità sociale». Il prof. Giuseppe Campanile si è soffermato sull’impatto sulla governance dello sviluppo locale e sul terzo settore: «Speriamo che la Casa per le tecnologie emergenti possa essere un modello non soltanto di innovazione tecnologica, ma anche di governance per lo sviluppo locale di Taranto, che si riesca a mettere insieme associazioni, imprese e enti pubblici per un nuovo di modello di sviluppo che parta dalle tecnologie e riesca ad arrivare al sociale».
Al prof. don Antonio Panico, direttore della sede di Taranto della Lumsa, sono state affidate le conclusioni.