Taranto ricorda Raffaele Carrieri a quarant’anni dalla scomparsa
Conferenza di Paolo De Stefano per la Dante Alighieri
“Raffaele Carrieri poeta del Novecento” è stato il tema di un interessante incontro tenutosi del Salone delle conferenze dell’Istituto Maria Immacolata. Oratore particolarmente apprezzato: Paolo De Stefano che, con l’età, va acquisendo, oltre che autorevolezza, anche pathos narrativo. L’iniziativa è stata promossa dal comitato tarantino della Società Dante Alighieri, di cui De Stefano è presidente onorario, in collaborazione con l’Istituto comprensivo Carrieri Colombo e col Centro socio culturale La Masseria.
L’incontro è stato introdotto e coordinato da José Minervini, presidente del comitato di Taranto della Dante, particolarmente impegnata, in questi giorni, sul fronte della cultura, con iniziative di vario genere. Ricordando come nel 2024 ricorrano i quarant’anni dalla scomparsa del grande poeta, scrittore e giornalista originario di Taranto, dov’era nato nel 1905, Minervini ha sottolineato come questo appuntamento anticipi tutta una serie di eventi celebrativi già previsti nell’anno. E ha poi ricordato come l’ultima lettera di Carrieri sia stata indirizzata all’artista Giulio De Mitri, che gli aveva inviato la cartella serigrafica dell’”Omaggio a Carrieri” che alcuni artisti avevano realizzato con il coordinamento dello stesso De Mitri.
Ha fatto seguito l’intervento di saluto di Giovangualberto Carducci, dirigente scolastico dell’Istituto Carrieri Colombo, il quale ha ricordato come il circolo intitolato a Carrieri, il 23° circolo, sia stato l’ultimo istituito in città negli anni Ottanta, al termine del processo di crescita demografica ed espansione urbanistica della città. Giosuè Illume, presidente del comitato organizzatore del premio intitolato a Carrieri ha, da parte sua, ricordato gli sforzi organizzativi del comitato istitutivo del premio per tenere viva la memoria del poeta.
La relazione è stata svolta da Paolo De Stefano, che ha a lungo preparato questo intervento, approfondendo la figura e l’opera di un autore particolarmente prolifico come è stato Raffaele Carrieri. Ha raccontato la vita avventurosa del poeta che, figlio di ragazza madre, scappò di casa a tredici anni per andare in Albania e, una volta tornato, ripartì giovanissimo per prendere parte alla missione di D’Annunzio a Fiume, dove venne ferito. Vagò a lungo e soggiornò a Parigi, dove visse inizialmente una vita di stenti, ma ebbe modo ci conoscere i più grandi artisti e poeti del tempo, a cominciare da Pablo Picasso. Quindi si trasferì a Milano. Nel 1953 si aggiudicò il Premio Viareggio con la silloge “Il Trovatore”. Collocandolo storicamente in una fase storica seguita al Decadentismo e al Crepuscolarismo, giudicandolo non proprio affine all’ermetismo né alla poesia elegiaca, lo ha accostato da un lato a Ungaretti, dall’altro a Baudelaire- De Stefano ha, quindi, illustrato la sua poetica, leggendo e commentando vari brani. In particolare ha evidenziato come Carrieri abbia dedicato alcune delle sue più belle poesie alla madre. In quella che si può considerare una vera e propria poetica della madre. Tema che nella poesia era entrato solo col Romanticismo, a partire da Leopardi.
A conclusione della conferenza anche intervento Aldo Perrore, il quale ha ricordato la grande mostra dedicata a Carrieri che egli curò nel Museo nazionale nel 2006, in collaborazione con i critici Elena Pontiggia e Luigi Paolo Finizio. “Il mondo di Raffaele Carrieri. Pitture, carte, documenti”.