La domenica del Papa – La Santissima Trinità
Torna, in questa domenica, festa della santissima Trinità, l’immagine del monte: gli undici avevano obbedito all’invito di Gesù e erano tornati in Galilea, sul monte che “aveva loro indicato”. I monti nella Bibbia sono il luogo dell’incontro con Dio: su un monte Mosè riceve le tavole della legge e sempre su un monte il Signore gli concede di vedere la terra promessa che, però, non raggiungerà. Su un monte, quello della Trasfigurazione, Gesù si manifesta come il Figlio di Dio; e sempre su un monte, nella Galilea delle genti, luogo cosmopolita abitato da ebrei e non ebrei, il monte delle Beatitudini e dell’inizio della sua predicazione, che Gesù chiede ai suoi di andare e fare discepoli “tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”.
È con il segno della croce che ogni volta facciamo memoria della santissima Trinità, di un Dio amore che dice, lo leggiamo in Matteo, “ecco io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”. Con noi anche in questo tempo difficile, pieno di paure, tra timori di guerre e conflitti, tra crisi e altre concrete difficoltà. Paure come quelle degli undici che a Pentecoste li abbiamo trovati chiusi nel Cenacolo, appunto per paura.
Ma la festa della santissima Trinità ci dice che solo l’amore ci rende felici perché “viviamo in relazione, e viviamo per amare e per essere amati”. È Benedetto XVI che nella sua Deus Caritas est scrive del Dio-Amore: “tutto proviene dall’amore, tende all’amore, e si muove spinto dall’amore” perché Dio, “Dio è tutto e solo amore, amore purissimo, infinito ed eterno”.
Difficile comprendere appieno il mistero della Trinità, difficile anche per i padri della chiesa, teologi e esegeti che nel corso della storia hanno impegnato tanto tempo nella riflessione, nella preghiera e versato fiumi di inchiostro per cercare di spiegare un Dio che è comunione di tre persone, talmente legate l’una all’altra da essere una sola. Basti pensare a quel termine filioque – ovvero che “procede dal Padre e dal Figlio” – aggiunto nel credo niceno che ancora oggi allontana cattolici e ortodossi.
In questa domenica, prima giornata mondiale dei bambini, la prossima si terrà nel settembre del 2026, Papa Francesco spiega, con parole semplici e con un gioco di domande e risposte, la festa della santissima Trinità ai ragazzi presenti in piazza San Pietro. In primo luogo, con l’invito alla preghiera per Dio Padre, Figlio e Spirito Santo. E chiede: “quanti dei sono? Uno in tre persone: il Padre che ci ha creato tutti, che ci ama tanto” e lo preghiamo nel Padre nostro.
Dialogo, dunque, che riprende con una domanda, ovvero il nome del Figlio. Alla risposta Francesco aggiunge: “preghiamo Gesù perché ci aiuti, perché sia vicino a noi e anche quando facciamo la comunione noi riceviamo Gesù e Gesù ci perdona tutti i peccati. È vero questo che Gesù perdona tutto?”
Proprio come un catechista, il Papa spiega che il Figlio perdona sempre “anche il più brutto dei peccatori […] Gesù perdona tutto e perdona sempre e noi dobbiamo avere l’umiltà di chiedere perdono”. E aggiunge: “Perdona me, Signore, ho sbagliato. Sono debole. La vita mi ha messo in difficoltà ma tu perdoni tutto. Io vorrei cambiare vita e tu aiutami”. Non manca che ricordare chi è lo Spirito Santo: “non è facile, perché lo Spirito Santo è Dio, è dentro di noi. Noi riceviamo lo Spirito Santo nel Battesimo, lo riceviamo nei Sacramenti. Lo Spirito Santo è quello che ci accompagna nella vita. Pensiamo questo e lo diciamo insieme: “Lo Spirito Santo ci accompagna nella vita”. Tutti insieme invita Francesco: “Lo Spirito Santo ci accompagna nella vita. È quello che ci dice nel cuore le cose buone che dobbiamo fare”. Quindi la sintesi della riflessione in queste parole: “crediamo in Dio che è Padre, Figlio e Spirito Santo”. Il Padre “ci ha creato”, Gesù “ci ha salvato” e lo Spirito Santo “ci accompagna nella vita”.
Infine, papa Francesco invita a pregare per i genitori, i nonni, i bambini ammalati: “pregate sempre e soprattutto pregate per la pace, perché non ci siano le guerre”.