L’Italia non è un paese per giovani… E Taranto è in fondo alla classifica
Non è un paese per giovani. Quello che vale per l’Italia, dalla quale milioni di giovani sono fuggiti in questi anni, vale in assoluto per Taranto, che ancora una volta è in fondo alle classifiche per la qualità della vita. Sembra non accorgersene chi amministra la città e chi è chiamato a rappresentarla in tutte le sedi. Chi si vanta di creare occupazione solo incentivando lavori effimeri e malpagati nel settore turistico o di donare felicità con qualche evento effimero e progetti che fanno più gola ai gestori che ai fruitori. Ma la verità è questa e non si può sfuggire alla realtà. La classifica annuale della Qualità della vita per il 2024, realizzata dal quotidiano economico “Il Sole 24Ore”, colloca Taranto, per il benessere giovanile, al 106° posto. Fa peggio solo la provincia Sud Sardegna, per altro un’eccezione per l’isola, dove tutte le altre province se la cavano abbastanza bene. A differenza della Puglia, dove il posto più “alto” in classifica se lo aggiudica Lecce, che è soltanto 92sima.
Disoccupazione
Insomma, se per gli anziani e i bambini le cose vanno un po’ meglio, è proprio per i giovani, le generazioni del domani, che la cose vanno proprio male. È proprio la disoccupazione giovanile, assieme al bassissimo numero di laureati, a spingere più in fondo la città. Non c’è lavoro (è occupato meno del 32% dei giovani); i laureati sono pochissimi, e qui raggiungiamo il fondo della classifica, al 107° posto, aiutati in questo dalla mancanza di una vera università. Ma è piuttosto vero che tutti i giovani che si laureano, naturalmente in giro per l’Italia o per il mondo, quasi mai tornano. Male anche nella classifica relativa della trsformazione dei posti di lavoro a termine in tempo determinato: solo l’8,9%
È una vecchia storia: già nel 2000 realizzammo col nostro settimanale “Nuovo Dialogo” un’inchiesta tra tutti i giovani maturandi e diplomandi di Taranto e alla domanda: “dove immagini il tuo futuro dopo il diploma”, oltre il 65% rispondeva: “lontano da Taranto”. E infatti per l’indicatore dei “residenti giovani” siamo al posto 101.
Abbiamo un bel riempirci la bocca con la “bellezza” di Taranto, la sua attrattività, le crociere e i vari tour: il consumo turistico non ha mai aumentato la qualità della vita di un territorio. Semmai l’ha peggiorata. Tant’è vero che al primo posto nella classifica della qualità della vita dei giovani italiani c’è Gorizia, non proprio la capitale turistica d’Italia, seguita da Ravenna e Forlì-Cesena, e poi da Ferrara e da Cremona! La grandi città turistiche: Firenze, Venezia, Roma, Milano, no vanno più su di metà classifica. Anche Bari e Lecce, assediate da turisti avvertiti ormai come fastidio intollerabile dalla stragrande maggioranza della popolazione (cioè da chi non lavora nel settore) non brillano certo in questa classifica.
Così l’indice
Ricordiamo che, così come ci spiegano i compilatori, “l’indice della Qualità della vita dei giovani è composto da 12 indicatori. Per ciascun indicatore, mille punti vengono dati alla provincia con il valore migliore e zero punti a quella con il peggiore. Il punteggio per le altre province si distribuisce in funzione della distanza rispetto agli estremi (1000 e 0). L’indice sintetico finale è dato dal punteggio medio riportato nei 12 indicatori di riferimento, ciascuno pesato in modo uguale all’altro”.
Occorre invertire la rotta ma per farlo occorre una nuova classe politica che abbia a cuore l’interesse dei giovani e della città e non solo il proprio.