Patto Ue migrazione e asilo, Refugees Welcome Italia: “Momento buio per l’Europa e per lo stato di diritto”
“L’approvazione del Patto migrazione e asilo è un momento buio per l’Europa e per lo stato di diritto. Il sostanziale svuotamento del diritto di asilo segna un punto di non ritorno, dando vita ad un sistema di abusi e sofferenza che lascia irrisolte le questioni di fondo”. Lo ha affermato Sara Consolato di Refugees Welcome Italia commentando il via libera dato dal Parlamento europeo al provvedimento. “I Paesi europei alle frontiere – ha aggiunto – rischiano di diventare dei grandi centri di detenzione per persone che non hanno commesso nessun reato, se non quello di cercare protezione e una vita migliore”. “Avremmo voluto una politica europea in materia di migrazione in grado di promuovere la solidarietà fra gli Stati membri e verso chi arriva in Europa”, ha sottolineato Consolato, per la quale “in questa nuova legislazione non c’è nulla di tutto questo. C’è solo il tradimento dei valori fondanti dell’Unione europea”.
Secondo Refugees Welcome Italia, “l’accordo è l’ennesima riproposizione di un approccio securitario da ‘fortezza Europa’ che ha ampiamente dimostrato di essere fallimentare. Invece di introdurre soluzioni in grado di garantire una maggiore protezione alle persone in fuga da conflitti e persecuzioni, questo patto dà vita ad un sistema disumano, costoso e inefficace, che lascia irrisolte le questioni critiche, con un impatto devastante sui diritti umani. Il nuovo Patto prevede infatti l’uso generalizzato di procedure accelerate, sommarie, fondate sulla provenienza geografica e non sulla storia individuale delle persone, aumentando il rischio di un esame approssimativo delle richieste di asilo e di respingimenti. Molte di queste procedure si svolgeranno alle frontiere, in un regime di detenzione. Migliaia di persone, incluse famiglie con minori, rischiano di essere trattenute in quelli che sono di fatto centri di detenzione situati nei pressi dei confini dei Paesi membri”. Refugees Welcome Italia mette in evidenzia più di una critica: l’espansione della controversa nozione di “Paese terzo sicuro”, il Regolamento di Dublino che non viene modificato rimanendo in vigore il principio secondo cui il primo Paese di arrivo è quello responsabile di esaminare le richieste di asilo, il Patto è particolarmente oneroso per gli Stati di frontiere, come l’Italia.