Sant’Antonio ai Tamburi
“Lettera aperta” di don Nino Borsci al santo per i festeggiamenti
“Caro Sant’Antonio, il pensiero che tra pochi giorni sarai portato in processione per le nostre strade mi attrae e mi sgomenta. Mi attrae perché penso a quanto bene vuoi ancora seminare tra la nostra gente devota e religiosa, ma mi sgomenta al pensiero che troverai persone attaccate ai beni materiali, priva di senso religioso, distaccata dalla chiesa, idolatra, paganizzata. Oggi sei stato messo da parte, sono subentrati surrogati pronti a illudere le menti in visioni di un mondo inneggiante una sfrenata corsa al piacere e al benessere. Caro Santo, a Padova hai ricondotto i dispersi alla Chiesa, ravviva la fede dei nostri fedeli, riporta l’ordine della vita familiare vissuta nell’amore sacro del Matrimonio, guidaci in un cammino di fede, di pace, di attenzioni ai poveri, agli ammalati, ai bambini e intervieni anche Tu presso il Padre per la pace nel mondo”.
Questa sorta di lettera aperta a Sant’Antonio da Padova appare sul manifesto dei festeggiamenti del 13 giugno al quartiere Tamburi a firma di don Nino Borsci, parroco della San Francesco De Geronimo, nonché padre spirituale della confraternita intitolata al santo.
La devozione verso Sant’Antonio ai Tamburi risale ai primi anni del Novecento, nell’allora chiesetta di campagna intitolata sempre a San Francesco De Geronimo. Molte famiglie di lavoratori portuali, con l’aiuto dei cantieri navali Tosi, commissionarono una statua del santo padovano, donandola alla chiesetta. E così ogni anno si dette luogo a una bella festa popolare in onore del santo, con processione, banda e fiera. La tradizione andò sempre più consolidandosi e nel dopoguerra l’allora parroco mons. Cosimo Russo ordinò a un artista di Ortisei la statua del santo in legno, per anni portata in processione. Il fittizio benessere derivato da una scellerata crescita urbanistica e industriale provocò disattenzione verso la tradizione della festa, che fu saltuaria e poi non ebbe più luogo. A fine anni settanta un gruppo di parrocchiani (Nicola De Florio, Peppe D’Elia, Osvaldo Cristofaro, Lino Martinelli, Peppe Valentini, Lino Portulano, Peppe Gentile) e don Nino Borsci decisero di riprenderla, risvegliando l’amore nel quartiere per il santo padovano.
Collabora nell’approntamento dei festeggiamenti la confraternita di Sant’Antonio da Padova, nata nel lontano 1860 nel convento di San Francesco d’Assisi, in Città vecchia e giunta in San Francesco De Geronimo dopo aver ultimamente avuto sede nella chiesa di Sant’Agostino, da cui ha riportato l’originaria statua.
Giovedì 13 giugno, sante messe sono previste alle ore 7.30 – 8.30 -9.30 -10.30, al termine delle quali ci sarà la benedizione del pane. Alle ore 18, solenne celebrazione eucaristica presieduta dal parroco don Nino Borsci e concelebrata dal vicario parrocchiale don Marcello Lacarbonara. Alle ore 19, processione per le vie della parrocchia con sosta per lo spettacolo di fuochi artificiali della ditta Itria Fireworks. Presterà servizio l’orchestra di fiati “Santa Cecilia-Città di Taranto” diretta dal maestro Giuseppe Gregucci.