Ombre sul lavoro: tensione alla Leonardo Crisi nel tessile e in molti settori pubblici
Continua il momento negativo per il mondo del lavoro, nel nostro territorio. Momenti di tensione si sono vissuti a Grottaglie dove i lavoratori della Leonardo, che manifestavano per i tagli di carichi lavorativi dell’azienda, sono venuti a contatto con le forze dell’ordine, impiegate per garantire l’ordine per via del G7 in corso in Puglia.
“La lotta non si ferma con le forze dell’ordine ma dando risposte concrete a chi rischia di non avere un futuro lavorativo mantenendo centrale la presenza di una azienda come Leonardo, partecipata dallo Stato”, hanno protestato i lavoratori.
La manifestazione della Leonardo, azienda pubblica che realizza le fusoliere per il 747 della Boeing, è l’ennesima dimostrazione di una situazione che per il lavoro resta molto complicata. Al di là dei proclami e delle statistiche che mostrerebbero l’andamento positivo per l’occupazione.
Numerose vertenze
Il perdurare delle ombre sulle prospettive dello stabilimento siderurgico è il problema più importante per via dei numeri considerevoli dei lavoratori impegnati. Ma le vicende di Leonardo, assieme a molte altre vertenze, che riguardano molte realtà, pubbliche e privare, giustificano profonde preoccupazioni. La mancanza di prospettive per gli ex Isolaverde, il sottodimensionamento dei lavoratori di varie realtà lavorative sono segni allarmanti. Ci riferiamo all’Arsenale, quasi dimezzati rispetto ai livelli minimi, o la Casa circondariale, ora anche dei Vigili del fuoco, che hanno intrapreso iniziative di protesta perché costretti a turni disumani per la mancanza di personale, Analoga situazione per il Museo nazionale, i cui dipendenti, ormai pochissimi, hanno tenuto una conferenza stampa. Per non parlare della sanità, che sconta livelli occupazionali inaccettabili. Ci chiediamo come pensa di intervenire il governo, che pensa a risanare il bilancio solo tagliando la spesa pubblica.
Tessile in crisi
Ma anche il privato risente in maniera fortissima di una crisi che viene nascosta sotto il tappeto di un apparente benessere. Basti pensare ai ben 700 lavoratori e lavoratrici del tessile, che fa riferimento in massima pare a Martina Franca, ma anche nel resto della provincia, collocati in cassa integrazione dall’inizio dell’anno. Un incontro urgente è stato chiesto alla Regione e alle organizzazioni datoriali dalla Filtcem Cgil. Secondo la quale “la ridefinizione del contesto geopolitico ha colpito le esportazioni del settore, verso i mercati asiatici e russi”. In poche parole: la guerra sembra aver tagliato le ali ai segnali di ripresa che avevano caratterizzato il settore dopo il Covid.
Leonardo
Ma tornando alla Leonardo dello stabilimento Leonardo di Grottaglie, i lavoratori hanno scioperato per chiedere garanzie per il futuro industriale ed occupazionale al territorio. Che le sole commesse Boeing non possono più dare.
“Una iniziativa di lotta – si legge nella nota di Fil Fiom Uilm – che ha unito tutti i lavoratori del sito, diretti e degli appalti, che con un’unica voce hanno chiesto soluzioni credibili ed investimenti per assicurare un futuro allo stabilimento. Il 24 giugno si svolgerà a Roma l’incontro con i vertici aziendali, le rsu e le segreterie sindacali nazionali e territoriali Un primo appuntamento dove ci aspettiamo che l’azienda si sieda al tavolo con la volontà di individuare soluzioni per un reale percorso di diversificazione delle attività che porti alla piena saturazione del sito e garantisca la piena occupazione di tutti i lavoratori compresi quelli dell’indotto”.
“Fim Fiom Uilm auspicano che anche le istituzioni, nazionali e territoriali, sostengano la lotta dei lavoratori e incalzino l’azienda ad investire in un territorio già devastato da crisi importanti come quella dell’ex Ilva. Una responsabilità – aggiunge la nota con tono polemico – che oggi è mancata e che invece ha visto le Istituzioni contrapporsi ai lavoratori che hanno “osato” avvicinarsi ad uno dei luoghi che ospiterà il G7”.